Nuovo ospedale, ecco il verbale che dice no

11 Settembre 2017

In nove pagine l’esperto della Regione dà lo stop a Maltauro 

CHIETI. Cambia il responsabile unico del procedimento, ma la situazione non muta per il project financing da 278 milioni di euro presentato dal gruppo Maltauro per realizzare il nuovo ospedale. Anche il nuovo rup, infatti, ripropone una serie di forti criticità nei riguardi della proposta del raggruppamento temporaneo di imprese formato da ICM (Impresa costruzioni Maltauro) e ABP Nocivelli.
Pubblichiamo il verbale riservato in cui il nuovo rup nominato dalla Regione, Emidio Primavera (proprio come aveva fatto il precedente, Filippo Manci, della Asl) elenca una serie di difficoltà sia sotto il profilo tecnico-funzionali che sotto quello di natura giuridica ed conomico-finanziaria. Non è proprio uno stop definitivo, ma ci va vicino.
IL VERBALE DEL RUP. Il documento è del 22 agosto scorso ed è indirizzo al direttore generale della Regione Vincenzo Rivera e, per conoscenza, al presidente Luciano D’Alfonso. Primavera elenca in nove pagine cosa secondo lui non va del project financing. Sono i risultati del lavoro svolto sinora, partito «dalle puntuali ed accurate valutazioni del precedente gruppo di lavoro istituito nell’ambito della Asl». Era stata infatti la Asl ad aver avviato il lavoro di valutazione del project sin quando la Regione non aveva deciso di avocare a sé la competenza e Primavera è stato nominato rup. In questa lettera Primavera ripercorre la tempistica del procedimento e ritiene che il termine entro il quale dare il via libera o meno al project debba essere spostato al 14 ottobre prossimo. Altrimenti la prima scadenza per ultimare il lavoro sarebbe già ampiamente scaduta, visto che era fissata al 30 giugno scorso. Secondo Primavera, però, «il termine perentorio di tre mesi per valutare la fattibilità della proposta è decorso dal 15 luglio 2017» e dunque verrà a scadere a metà ottobre. Poi il rup attacca con l’elenco delle cose che non vanno.
CRITICITÁ TECNICHE. Il progetto da questo punto di vista appare a Primavera carente sotto molti punti di vista. Ne elenchiamo alcuni. Ci sono le dimensioni delle camere dei degenti che non rispettano i parametri di legge. Al quinto livello si evidenza un «eccessivo numero di posti letto alla sala dialisi «che per legge dovrebbero essere al massimo nove». I locali di deposito «appaiono insufficienti rispetto alle esigenze». Così la farmacia, che «presenta una superficie insufficiente». Inoltre, «manca il modulo per le attività di Radiologia»; «manca il reparto di Oncologia con area dedicata all’assistenza a pazienti trattati in regime ambulatoriale»; «manca il reparto di Odontoiatria con locali per riuniti odontoiatrici, ambulatoriali, medicherie, spazi accessori e attese». E ancora: «Non viene considerato l’adeguamento dell’attuale elisuperficie». «Il progetto della Radiologia appare assolutamente non condivisibile per la carenza di spazi e per assenza della sala angiografica». Sottodimensionata anche Anatomia Patologica. E infine, per Terapia intensiva «non risulta previsto un ambulatorio chirurgico».
CRITICITÁ ECONOMICHE. A questo riguardo Primavera insiste molto sulla suddivisione del rischio operativo tra il pubblico e il provato. Cita la giurisprudenza contabile, secondo cui «il project financing è un valido strumento di coinvolgimento dei privati per la realizzazione di opere pubbliche, purché l’opera venga realizzata integralmente con capitali privati, limitando la eventuale contribuzione pubblica ad importi non significativi». E proprio l’esborso economico che dovrà sopportare la Regione per l’opera rimane uno dei punti nodali della questione. Su questo punto ha incentrato molte delle sue battaglie il consigliere regionale Mauro Febbo, che da tre anni a questa parte ha dichiarato guerra al project proprio per questi motivi. Primavera, dal canto suo, pensa che l’intervento del pubblico non deve garantire «la sostanziale copertura del rischio economico, ovvero un rendimento certo del capitale investito dal soggetto privato». Il rup inoltre ritiene che, per la gestione dei servizi commerciali, vadano «inseriti solo quelli attualmente inclusi» e che per quella dei parcheggi vada «studiata una tariffa consona all’assetto dell’utenza, su cui l’azienda sanitaria dovrà esprimere la propria valutazione di congruità». Per il rup, inoltre, «la durata del contratto appare eccessivamente lunga» e il piano economico e finanziario «dovrà essere integralmente rivisto». Ci sono infine problemi anche per quanto riguarda i costi. «Dall’analisi della stima sommaria dei costi si evincono chiaramente delle disomogeneità e delle incongruenze che necessariamente vanno chiarite. Si rileva che dalla proposta è stato stimato un costo dell’intervento, valutato limitatamente alla componente edile e alla parte impiantistica di base, che non comprende le apparecchiature elettromedicali, pari a 321.287 euro a posto letto, al netto dell’Iva»
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