È allarme sicurezza in città: 150 telecamere, tutte fuori uso
Impianti obsoleti o guasti: è rotto anche quello in via Livenza, davanti al Tortuga andato a fuoco Il comandante Casale: «Ma per riattivare i dispositivi ci sono 85mila euro, proventI delle multe»
MONTESILVANO. Montesilvano è una città videosorvegliata solo sulla carta. Delle 150 telecamere di sicurezza installate nel corso degli anni dalle varie amministrazioni comunali, attualmente non ne funziona neanche una. Eppure molto presto gli occhi elettronici che dovrebbero vigilare sui luoghi più sensibili della città, fungendo da deterrente alla criminalità e fornendo un valido supporto alle indagini delle forze dell’ordine, potrebbero tornare a svolgere il proprio lavoro. Sono, infatti, circa 85mila euro i fondi a disposizione del Comune per l’adeguamento dei diversi impianti dislocati nei quartieri di Montesilvano che potranno essere impiegati solo dopo l’approvazione del Bilancio di previsione 2021.
Fino a quella data, dunque, le telecamere di videosorveglianza non potranno essere di aiuto, proprio come accertato nei giorni scorsi a seguito dell’incendio dello stabilimento Tortuga Beach al confine con Pescara. Tra le varie ipotesi al vaglio sulle origini del rogo, infatti, gli inquirenti non hanno potuto avvalersi degli occhi elettronici installati sul lungomare, all’incrocio con via Livenza, quindi proprio in corrispondenza dell’ingresso del locale andato in fumo. Quell’impianto, installato nel 2014, è uno di quelli che attualmente non restituisce immagini sui grandi monitor del comando della polizia municipale di Palazzo Baldoni. Come accaduto per le telecamere di via Livenza, poco alla volta gli occhi elettronici di Montesilvano hanno iniziato a spegnersi sotto i colpi dell’usura, di guasti tecnici o di reazioni a catena dovute alla tipologia di funzionamento dell’impianto. Fino ad arrivare al buio totale.
A rivelarlo è il comandante della polizia locale Nicolino Casale garantendo però che, obiettivo del comando e dell’amministrazione, è riattivare tutti i dispositivi, e se possibile installarne di nuovi.
«I problemi sono di diversa natura», spiega il dirigente. «Alcune telecamere, come quelle sul lungomare, sono dotate di una scheda che andrebbe prelevata e scaricata ogni due giorni, con grande dispendio di energia per l’acquisizione costante delle immagini. Altre, invece, funzionano attraverso un sistema wireless a ponte, per cui se smette di funzionarne una, conseguentemente si disattivano anche tutte quelle a valle. Altre ancora hanno bisogno di manutenzione». Ma il blackout degli occhi elettronici potrebbe essere presto sanato attraverso una cifra che, come evidenzia Casale, sarebbe già pronta per essere destinata proprio a tale scopo. «Parliamo di circa 85mila euro», anticipa il comandante, «di cui 35mila euro dello scorso anno e 50 mila di quest’anno, in entrambi i casi provento di contravvenzioni. Prima di procedere agli appalti, però, c’è bisogno dell’approvazione del bilancio di previsione da parte del Consiglio comunale alla destinazione di quei fondi per questa iniziativa».
Una cifra importante che consentirebbe al Comune di riaccendere i dispositivi presenti e di farli funzionare o attraverso la fibra ottica o dotandoli di antenne autonome. E, probabilmente, anche di installare delle nuove telecamere in altri luoghi sensibili della città. Ci sono, poi, ulteriori risorse già a disposizione che saranno impiegate molto presto per i sistemi di videosorveglianza. «Parliamo di 31mila euro frutto di un finanziamento del ministero degli Interni», prosegue Casale, «che, nell’ambito del progetto “Scuole sicure”, ci consentirà di ammodernare e ampliare i sistemi di videosorveglianza in tutti i plessi scolastici di Montesilvano. In questo caso siamo già a buon punto perché le risorse sono già disponibili e abbiamo già inviato le richieste di preventivo, per cui fra poco potremo appaltare l'intervento».
Tra i progetti del comandante Casale in tema di telecamere di sicurezza, inoltre, ce n’è uno molto ambizioso. «Appena l’organico sarà ampliato e avremo più risorse umane», annuncia, «vorrei realizzare un censimento di tutti gli impianti di videosorveglianza privati presenti a Montesilvano per dar vita a una mappa con geolocalizzazione delle telecamere. In questo modo sarà per noi più semplice, in caso di eventi di qualsiasi genere, sapere già di quali impianti possiamo servirci per verificare quanto accaduto».
Fino a quella data, dunque, le telecamere di videosorveglianza non potranno essere di aiuto, proprio come accertato nei giorni scorsi a seguito dell’incendio dello stabilimento Tortuga Beach al confine con Pescara. Tra le varie ipotesi al vaglio sulle origini del rogo, infatti, gli inquirenti non hanno potuto avvalersi degli occhi elettronici installati sul lungomare, all’incrocio con via Livenza, quindi proprio in corrispondenza dell’ingresso del locale andato in fumo. Quell’impianto, installato nel 2014, è uno di quelli che attualmente non restituisce immagini sui grandi monitor del comando della polizia municipale di Palazzo Baldoni. Come accaduto per le telecamere di via Livenza, poco alla volta gli occhi elettronici di Montesilvano hanno iniziato a spegnersi sotto i colpi dell’usura, di guasti tecnici o di reazioni a catena dovute alla tipologia di funzionamento dell’impianto. Fino ad arrivare al buio totale.
A rivelarlo è il comandante della polizia locale Nicolino Casale garantendo però che, obiettivo del comando e dell’amministrazione, è riattivare tutti i dispositivi, e se possibile installarne di nuovi.
«I problemi sono di diversa natura», spiega il dirigente. «Alcune telecamere, come quelle sul lungomare, sono dotate di una scheda che andrebbe prelevata e scaricata ogni due giorni, con grande dispendio di energia per l’acquisizione costante delle immagini. Altre, invece, funzionano attraverso un sistema wireless a ponte, per cui se smette di funzionarne una, conseguentemente si disattivano anche tutte quelle a valle. Altre ancora hanno bisogno di manutenzione». Ma il blackout degli occhi elettronici potrebbe essere presto sanato attraverso una cifra che, come evidenzia Casale, sarebbe già pronta per essere destinata proprio a tale scopo. «Parliamo di circa 85mila euro», anticipa il comandante, «di cui 35mila euro dello scorso anno e 50 mila di quest’anno, in entrambi i casi provento di contravvenzioni. Prima di procedere agli appalti, però, c’è bisogno dell’approvazione del bilancio di previsione da parte del Consiglio comunale alla destinazione di quei fondi per questa iniziativa».
Una cifra importante che consentirebbe al Comune di riaccendere i dispositivi presenti e di farli funzionare o attraverso la fibra ottica o dotandoli di antenne autonome. E, probabilmente, anche di installare delle nuove telecamere in altri luoghi sensibili della città. Ci sono, poi, ulteriori risorse già a disposizione che saranno impiegate molto presto per i sistemi di videosorveglianza. «Parliamo di 31mila euro frutto di un finanziamento del ministero degli Interni», prosegue Casale, «che, nell’ambito del progetto “Scuole sicure”, ci consentirà di ammodernare e ampliare i sistemi di videosorveglianza in tutti i plessi scolastici di Montesilvano. In questo caso siamo già a buon punto perché le risorse sono già disponibili e abbiamo già inviato le richieste di preventivo, per cui fra poco potremo appaltare l'intervento».
Tra i progetti del comandante Casale in tema di telecamere di sicurezza, inoltre, ce n’è uno molto ambizioso. «Appena l’organico sarà ampliato e avremo più risorse umane», annuncia, «vorrei realizzare un censimento di tutti gli impianti di videosorveglianza privati presenti a Montesilvano per dar vita a una mappa con geolocalizzazione delle telecamere. In questo modo sarà per noi più semplice, in caso di eventi di qualsiasi genere, sapere già di quali impianti possiamo servirci per verificare quanto accaduto».