Addio a Natascia, l’infermiera buona: colpita a 50anni da un malore nel sonno
Una vita dedicata agli altri, ai bambini. Sempre sui libri, nonostante le difficoltà che dall’età di 23 anni l’avevano messa a dura prova. Lutto nella comunità di San Giovanni Teatino. Ieri i funerali a San Rocco
SAN GIOVANNI TEATINO. Una vita dedicata agli altri, ai bambini. Sempre sui libri, nonostante le difficoltà che dall’età di 23 anni l’avevano messa a dura prova. È morta a 50 anni Natascia Berardinucci, infermiera della Asl di Chieti che nell’ultimo periodo stava lavorando all’ospedale Spatocco, nel reparto di Medicina legale come infermiera. Ieri pomeriggio, nella chiesa di San Rocco, a Sambuceto, l’ultimo saluto alla 50enne tra i parenti e gli amici chiusi nel dolore.
Sabato mattina sono stati proprio i genitori della 50enne a dare l’allarme: la donna non rispondeva al telefono da più di un giorno e, quindi, i genitori, pensionati, sono andati a bussare alla sua porta, in via Cesare 3. Non ricevendo nessuna risposta, mamma Antonietta e papà Antonio hanno chiesto aiuto alla vicina di casa, poi è partita la chiamata ai vigili del fuoco che sono intervenuti per aprire la porta. Natascia Berardinucci era morta nel sonno, stesa supina sul letto.
Nonostante l’intervento del 118, i medici e gli infermieri non hanno potuto fare altro che constatare il decesso della donna per malore. Sul posto è arrivata anche la polizia.
La donna lottava da diversi anni con un brutto male che più volte aveva avuto il coraggio di raccontare anche in alcune trasmissioni televisive. «Era una donna fortissima», racconta Milena Narducci che conosceva la donna fin dalle scuole elementari, «aiutava tutti dando sempre il massimo di lei, sempre solare e con il sorriso di batteva per il giusto. Fece anche un viaggio in Kenya da volontaria per aiutare i bambini e curarli». Grande studiosa, Berardinucci era laureata in Infermieristica e aveva preso varie specializzazioni come ostetricia, caposala e medicina tropicale.
Amante della scrittura, Berardinucci aveva racchiusi i suoi pensieri e la sua esperienza di vita in due libri, “Ho tolto i chiodi dalle mie ali” e “Prigioniera della mia innocenza”.
«Era una donna vulcano», continua l’amica, «ha fatto tante cose nella sua vita, nonostante la sua sofferenza». Ad abbracciare la famiglia della 50enne anche il sindaco Giorgio Di Clemente che ha fatto visita alla camera ardente insieme alla consigliera Sabrina Gentile.
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