Il commentone della 21esima giornata di Serie A
Nella ventunesima giornata la Juventus batte il Milan in casa, ma a prendersi la scena è il Napoli, che vince la sfida scudetto in trasferta contro l’Atalanta, inseguita dall’Inter che tiene il passo dei partenopei
ROMA. Il primo match della ventunesima giornata si gioca all'Olimpico tra Roma e Genoa, due squadre con obiettivi ben diversi a inizio anno ma che al momento si trovano a un solo punto di distanza in classifica. Gran partenza dei giallorossi, che prendono un incrocio dei pali con Dybala al 9': l'argentino tira un fantastico calcio di punizione da oltre 25 metri, che per sua sfortuna centra il legno. Passano 16 minuti e la Lupa riesce a trovare il vantaggio: il sempre pericoloso Saelemaekers crossa dalla trequarti trovando Pellegrini, che di mancino prova a trasformare l'occasione in gol. Leali è super a respingere il tentativo del capitano romanista sulla linea di porta, ma sulla ribattuta il più lesto è Dovbyk che da due passi non sbaglia, segnando il dodicesimo gol stagionale tra club e nazionale. Anche il Genoa è in partita e, in una delle poche opportunità create, riesce a trovare il pari al 33' con Masini, all'esordio da titolare con il Grifone: corner di Miretti perfetto per il classe 2001, che al volo di destro trova un'ottima coordinazione e spedisce alle spalle di Svilar. Nella ripresa arriva il nuovo vantaggio della squadra di casa: Angelino finge di accontentarsi di una rimessa laterale e accelera sulla fascia, trovando Dybala ben piazzato in area di rigore. La Joya aggancia, si gira e appoggia al limite per El Shaarawy, che a giro riesce a trovare il palo più lontano con una conclusione precisa e angolata. Il terzo gol della Magica è un po' rocambolesco e arriva al 73': cavalcata di Koné fino alla linea di fondo e cross basso che Vasquez allontana verso l'esterno dell'area, colpendo Dybala. Molta confusione, con il rimpallo che finisce dalle parti di Leali. Il portiere italiano, però, non riesce a salvare, mandando la sfera all'interno della sua stessa porta. Termina così 3-1 per la formazione di Ranieri, che sembra totalmente un'altra squadra dopo l'arrivo del tecnico romano, bravissimo a rimettere in sesto il gruppo e a tirare fuori da ciascun giocatore il meglio di sé.
Il sabato di Serie A si apre al Dall'Ara, con l'incontro tra Bologna e Monza. Il Bologna, reduce dall'ottimo pari di San Siro contro l'Inter, si fa però subito sorprendere da un contropiede al 4' da parte della squadra lombarda, con Ciurria che viene innescato da un rimpallo e guida la ripartenza verso l’area avversaria: l'ex Pordenone si appoggia a Maldini e conduce il pallone per oltre 30 metri prima di imbucare per il talentuoso esterno ex Milan che, a tu per tu con Ravaglia, non sbaglia e porta in vantaggio gli ospiti. Il pareggio dei felsinei arriva al 22' e porta la firma di Santiago Castro: Orsolini salta secco Akpa Akpro sulla fascia destra e mette in area un traversone tagliato molto insidioso per El Toto, che pizzica quel tanto che basta per far terminare la palla in fondo alla rete. Già al 34' arriva il gol del sorpasso rossoblu e viene siglato da Odgaard: Dominguez la passa a rimorchio per il trequartista danese che aggancia e, senza farla rimbalzare, tira di mancino, pescando l'angolino alla sinistra di Turati. In soli 12 minuti la squadra di Italiano ribalta il risultato ma non sembra volersi fermare e continua a creare occasioni su occasioni. Prima al 37' Posch fallisce da due passi e poi il solito Castro impegna Turati nel recupero del primo tempo. Nella seconda frazione di gara, Dallinga sostituisce Castro e crea subito un pericolo al 61': doppio passo di Orsolini che scappa a Kyriakopoulos sull'esterno e crossa dentro per la testa del bomber olandese, con la conclusione che termina a lato di centimetri. Il gol che chiude la partita è del migliore in campo del match, Orsolini: al 68' l'ala italiana riceve un bel cross da Lykogiannis che riesce ad addomesticare e a spedire alle spalle di Turati. L'estremo difensore milanese salva il risultato da un passivo più pesante negli ultimi minuti: all'88' è miracoloso su Dallinga, che aveva staccato più in alto di tutti da corner; dal successivo calcio d'angolo, De Silvestri raccoglie una palla vagante e conclude a rete, centrando il palo. Continua a brillare il Bologna, sempre più in lotta per un posto in Europa.
Alle 18 ecco il primo big match di giornata, tra Juventus e Milan, entrambe in cerca di 3 punti preziosissimi visto il periodo di forma non esattamente brillante che stanno attraversando. Da una parte la squadra di Motta non è riuscita a dare continuità ai risultati di inizio campionato, collezionando solamente una vittoria e ben sette pareggi nelle ultime otto partite; dall’altra parte c’è il Milan, che dopo il cambio in panchina sembrava aver ritrovato aggressività e cattiveria: tuttavia, dopo aver vinto in rimonta la Supercoppa Italiana, la formazione di Conceicao ha pareggiato in casa contro in Cagliari e vinto per 2-1 contro il Como, ma non convincendo del tutto. Parte meglio la Juve che, nel primo quarto d’ora, sfiora due volte il vantaggio: ci prova prima Mbangula all’8’, ma la sua conclusione termina alta di un soffio, poi Koopmeiners dalla distanza al 14’, sfiorando l’incrocio dei pali. Passano appena 4 minuti e il Diavolo va a un passo dal gol da corner: schema magistrale che trova smarcato a centro area Reijnders, murato da Locatelli. I rossoneri sono in fiducia e al 27’ creano un’altra grande opportunità: ripartenza letale di Theo Hernandez che prova ad azionare Reijnders all’altezza del dischetto. Khephren Thuram però intuisce il pericolo e, con un grandissimo intervento, toglie il pallone dalla disponibilità dell’olandese. La palla diventa allora buona per Leao che non riesce a capitalizzare, trovando l’attenta opposizione da parte di Di Gregorio. Rispondono al minuto 36 i bianconeri con Yildiz, innescato molto bene da Cambiaso: il 10 prova a incrociare per prendere in controtempo Maignan, ma il tiro esce poco angolato e viene così facilmente respinto dall’estremo difensore francese.
Se il primo tempo è stato sia nelle statistiche che nelle occasioni molto equilibrato, con continui ribaltamenti di fronte, la seconda metà di gioco vede invece in campo solo la Vecchia Signora. I piemontesi sfiorano il vantaggio al 53’ con un doppio tentativo, prima di Weah e poi di Koopmeiners: lo statunitense viene favorito da una spizzata aerea di Nico Gonzalez e decide di tirare da posizione defilata, abbattendo il portiere rossonero. Nel prosieguo dell’azione, Hernandez prova un rischiosissimo dribbling in area e finisce per perderla, favorendo il centrocampista ex Atalanta che se la sposta e tira, ma ancora un fenomenale Maignan dice di no. È questione di istanti però per il vantaggio della squadra di casa, che arriva anche grazie a una deviazione: efficace sponda di Thuram per Gonzalez, che finta la conclusione e serve Samuel Mbangula. Il 2004 prova a sorprendere tutti calciando di prima intenzione, riuscendo a trovare, dopo la sporcatura di Royal, il gol dell’1-0. Passano appena 5 minuti e arriva il gol del raddoppio, firmato da Weah: il figlio dell’ex bomber rossonero viene servito in profondità da un altro figlio d’arte, Thuram. L’ex Lille punta Tomori e trafigge Maignan con un preciso diagonale, chiudendo i conti. Non c’è una reazione dei meneghini e perciò la partita termina sul punteggio di 2-0, con i bianconeri che così si proiettano verso la zona Champions League.
L’altro scontro diretto di giornata è tra Atalanta e Napoli, tra Gasperini e Conte, tra il secondo miglior attacco e la prima miglior difesa del campionato. Le aspettative sulla sfida scudetto sono altissime e le due squadre in campo danno vita a un grandissimo spettacolo. Inizio scoppiettante dei bergamaschi, che vanno in vantaggio già al 16’ minuto con il quattordicesimo gol in campionato del capocannoniere della Serie A, Mateo Retegui: l’attaccante italo-argentino riceve il pallone da Ederson, aggancia spalle alla porta, se la aggiusta sul mancino e lascia partire un missile sotto la traversa. Il pareggio degli azzurri arriva al 27’ con Politano, su assist del solito Neres: il brasiliano vola sulla fascia e, arrivato sul fondo, trova smarcato l’esterno italiano in area di rigore. L’ex Inter ha il tempo di stoppare indisturbato e di scaricare un bolide alle spalle di Carnesecchi. I partenopei sembrano avere una fame maggiore rispetto agli avversari e a 5 minuti dall’intervallo ribaltano lo svantaggio iniziale: il pressing asfissiante della squadra di Conte favorisce Neres, che di tacco mette in moto Anguissa. Il camerunense appoggia a rimorchio per l’infallibile McTominay, che manda a riposo la propria squadra sul +1.
Nella ripresa la Dea rimette tutto in equilibrio con Ademola Lookman al 55’: il pallone d’oro africano salta secco con un tocco morbido Di Lorenzo, punta la porta solo contro 3 avversari e, anche con un pizzico di fortuna, vince un rimpallo con Politano. A quel punto se la ritrova sul mancino e tira nell’angolino alla sinistra di Meret, totalmente esente da colpe nella circostanza. Proprio il numero 1 azzurro salva il risultato al 70’, respingendo un colpo di testa di De Ketelaere con un riflesso felino. La svolta del match arriva al minuto 79: triangolo tra Anguissa e Spinazzola per liberare il 99 al cross. Il traversone è preciso e viene impattato da Lukaku, che manda in visibilio gli oltre mille tifosi ospiti con la rete che fissa il risultato sul punteggio di 2-3. Colpo esterno di fondamentale importanza per la squadra di Conte, che ora non può più nascondere la voglia di raggiungere il grande obiettivo del tricolore.
La domenica si apre con la partita dell’ora di pranzo tra Fiorentina e Torino. Poche emozioni fino alla mezz’ora del primo tempo, quando Dembelé riceve il secondo cartellino giallo nel giro di pochi minuti e lascia i granata in 10 uomini. È questo l’episodio che dà la scossa alla squadra di Palladino, che al 38’ trova il gol del vantaggio: Gudmundsson sfida due avversari e poi mette in mezzo per Colpani, che in semirovesciata impensierisce Milinkovic-Savic. Il serbo non riesce a respingere lateralmente la potente conclusione del giocatore viola e, sulla ribattuta, Kean arriva prima di tutti e fa 12 in campionato, segnando il suo primo gol nel nuovo anno. Il Toro prova a rendersi pericoloso al 43’ con Karamoh: sul rinvio di Milinkovic-Savic, il francese si appoggia ad Adams che gliela restituisce e sfida Dodo. L’ex Inter vince un rimpallo contro il brasiliano, rientra sul suo piede forte e tira, spaventando e non poco De Gea. Passano appena 120 secondi e una grande chance ce l’hanno anche i Gigliati: Mandragora lancia per Gosens che di prima la mette in mezzo per Kean. La conclusione dell’attaccante della Nazionale non è forte ma prende in controtempo Milinkovic-Savic, che con un gran colpo di reni salva il risultato.
Durante il recupero, occasione gigantesca per il Torino: un corner di Lazaro viene colpito goffamente da Comuzzo che, nel tentativo di spazzare, per poco non compie un clamoroso autogol, salvato dall’estremità superiore della traversa. Nella seconda frazione di gara, nonostante l’inferiorità numerica, gli ospiti si rendono pericolosissimi con Njie al 69’: lo svedese aggancia un altro preciso rinvio del proprio portiere, si gira e conclude, sfiorando il palo. Il gol del pareggio granata arriva l’azione immediatamente successiva, a seguito di una terribile costruzione dal basso dei viola: Comuzzo cerca Adli con un passaggio impreciso che viene intercettato da Gineitis. Lo stesso giocatore lituano se la ritrova sul destro, prende la mira e infila De Gea, negando alla squadra di Palladino di tornare alla vittoria dopo oltre un mese.
Alle 15 si giocano due importanti sfide salvezza: la prima tra Cagliari e Lecce, la seconda tra Parma e Venezia. All’Unipol Domus va in scena una partita senza storia, con la squadra di casa che annienta i salentini. Dopo qualche occasione in avvio per ambedue le formazioni, la prima vera opportunità di segnare ce l’ha la squadra di Nicola al 34’: corner a rientrare di Viola sul quale stacca Piccoli, creando una parabola molto pericolosa. Falcone non può arrivarci ma si sostituisce a lui l’altro attaccante in campo, Krstovic, che salva. Il Cagliari va in vantaggio al 41’ con Viola, ma il suo gol viene annullato per fuorigioco di pochi centimetri. Nonostante i rossoblu abbiano creato maggiormente e si siano resi anche più insidiosi rispetto agli avversari, ad andare in vantaggio è proprio la squadra giallorossa con Pierotti: al 42’ Dorgu lancia Tete Morente in profondità, che arriva sul fondo e mette a rimorchio. Il suo passaggio viene leggermente deviato da Zappa diventando così buono per l’esterno argentino, che spiazza Caprile.
Il gol dell’1-1 è frutto di un’azione meravigliosa: Gaetano con una gran giocata d’esterno trova Deiola spalle alla porta che, con un tacco illuminante, serve nuovamente il giocatore in prestito dal Napoli. Il campano a tu per tu con Falcone è freddissimo e riporta l’equilibrio al match. Dopo appena 5 minuti il Cagliari trova il vantaggio: traiettoria velenosissima di Marin da calcio d’angolo che viene spinta in rete da Luperto, abile nel farsi trovare al posto giusto nel momento giusto. Al 73’ colpo di scena: un nervosissimo Rebic, subentrato da appena 10 minuti, calpesta Mina sulla spalla, dopo che il colombiano era caduto a terra a causa di un contatto tra i due. L’arbitro Sacchi inizialmente ammonisce il croato ma poi, dopo essere stato chiamato al monitor per rivedere il contatto, cambia il colore del cartellino ed espelle così l’attaccante leccese. All’80’ arriva il gol che chiude la partita ed è di Nadir Zortea, al terzo gol consecutivo in altrettante gare: il giocatore veneto raccoglie un cross preciso di Augello e, dall’interno dell’area piccola, deposita alle spalle di Falcone. Tre minuti dopo, Obert mette la ciliegina sulla partita dei sardi: riceve palla al limite, la controlla e poi con un gran tiro a giro sigla il quarto gol per la squadra di Nicola, che con questo risultato fa un importante balzo in classifica staccando leggermente la terzultima posizione in classifica.
Al Tardini, Parma e Venezia danno vita a un incontro molto equilibrato ma allo stesso tempo divertente. Iniziano meglio i Crociati, andando molto vicini al vantaggio all’8’ con Cancellieri, che di mancino riesce a trovare una buona coordinazione e prova a battere a rete, ma la sua volée termina a fil di palo. In vantaggio vanno i Lagunari, su calcio di rigore concesso dall’arbitro Fourneau dopo on field review per un contrasto tra Yeboah e Keita: dal dischetto Pohjanpalo spiazza Suzuki, realizzando il sesto gol in campionato. Nella ripresa Pecchia inserisce Man, Bonny e soprattutto Camara, che mette a dura prova Stankovic. Il portiere serbo del Venezia devia in angolo due conclusioni dell’ivoriano, al 48’ e al 54’, non facendosi sorprendere. Al 55’ però il muro arancioneroverde crolla, a causa di un pasticcio difensivo: Stankovic e Candela non si intendono e ne approfitta proprio Camara, che recupera palla e viene poi steso dallo stesso difensore italiano: dagli 11 metri Hernani si conferma uno specialista, siglando il terzo penalty su tre in campionato.
La squadra ospite non ci sta e prova subito a segnare un altro gol, ma Suzuki para attentamente una conclusione di Doumbia. A questo punto del match, inizia un vero e proprio tiro al bersaglio contro la porta difesa da Stankovic: l’estremo difensore risponde da campione prima a una punizione poderosa di Hernani dalla distanza, poi a un rasoterra angolato di Valeri, infine a un lampo improvviso del solito Camara. Parate che gli sono valse il premio di migliore in campo, non il primo ricevuto finora. Nel mezzo dei miracoli del portiere lagunare, c’è anche un gol annullato a Oristanio, che era stato molto bravo a saltare due avversari e a mettere alle spalle di Suzuki, ma la sua posizione era di offside al momento del tocco in profondità di Zerbin. Si dividono dunque la posta in palio Parma e Venezia, con un punto che non fa felice nessuna delle due squadre.
Alle 18 si affrontano Verona e Lazio, in un Bentegodi curioso di vedere la prima partita della nuova gestione americana, dopo 13 anni di presidenza di Maurizio Setti. I biancocelesti partono però fortissimo, andando in vantaggio già al 2’ minuto con il secondo gol stagionale di Gigot, che indirizza perfettamente un preciso angolo di Zaccagni. Al 21’ arriva anche il raddoppio della formazione allenata da Baroni, questa volta in contropiede con Boulaye Dia: l’attaccante senegalese riceve un ottimo filtrante da parte di Guendouzi a circa 40 metri dalla porta. È molto bravo a temporeggiare e, favorito dal movimento di Isaksen che gli porta via un uomo, si ritrova solo contro Bradaric. A quel punto l’ex Salernitana decide di puntarlo e di convergere sul mancino, bucando Montipò, che tocca appena. Gli Scaligeri, nonostante il doppio svantaggio, sembrano vivi e in partita, ma non riescono a creare grandissime occasioni.
L’unico tentativo degno di nota arriva al 43’ con Serdar che, alla fine di una lunga azione in cui i giocatori laziali si immolano su due tiri indirizzati verso la porta difesa da Provedel, scheggia la traversa di testa dal limite dell’area piccola. Nella ripresa arriva anche il terzo gol della squadra capitolina, con l’ex Zaccagni: l’ala romagnola concretizza un altro contropiede, guidato ancora una volta da Dia, che a tu per tu con Montipò decide stavolta di servire il proprio compagno. Nonostante il rientro della difesa veronese, arriva ugualmente il gol del ko del giocatore biancoceleste, che chiude molto bene con l’interno del piede sul primo palo. Nel finale, da segnalare l’espulsione per doppia ammonizione a Duda, che salterà così l’ostica trasferta contro il Venezia. Torna alla vittoria la Lazio dopo quasi un mese, controsorpassando la Juventus in classifica e posizionandosi al quarto posto.
Nell’ultima partita della domenica si scontrano Inter ed Empoli, con i nerazzurri con un solo risultato possibile per rimanere sulla scia del Napoli. La gara inizia proprio con la squadra di Inzaghi, oggi squalificato, in panchina al suo posto il vice Farris, all’attacco: al 14’ Lautaro va vicino al vantaggio con una rovesciata, ma Vasquez riesce a togliere il pallone dalla porta con una bella parata. È ancora il capitano dell’Inter ad andare vicino al vantaggio, ma stavolta è il palo a dirgli di no: al 25’riceve un lancio da Asllani, controlla forse con un braccio e tira, colpendo il montante. L’arbitro non ravvisa nessuna irregolarità ma probabilmente, nel caso in cui la palla fosse finita in rete, ci sarebbe stato un check per una possibile infrazione dell’argentino. Al 10’ del secondo tempo, arriva il gol della squadra milanese, con il giocatore che si era reso più pericoloso nella prima metà di gara: Barella gestisce sulla trequarti e gira per Lautaro, che con lo stop orientato mette fronte alla porta. Il Toro prende la mira e fa partire una conclusione eccezionale, un’autentica prodezza dai 25 metri che Vasquez riesce solo a sfiorare.
È il gol che scioglie un po’ la Beneamata e che costringe anche i suoi avversari a doversi scoprire maggiormente, lasciando così spazi in contropiede. Al 79’ arriva il raddoppio e porta la firma di Denzel Dumfries, che sta vivendo il miglior periodo di forma della propria carriera: su un corner battuto da Asllani, l’esterno olandese sale in cielo e realizza il decimo gol tra club e nazionale. Quando la partita sembra mettersi sul binario giusto per la squadra di casa, i nerazzurri subiscono un gol da una situazione apparentemente poco pericolosa: Henderson crossa basso per Esposito che aggancia, se la sposta eludendo l’intervento di De Vrij e spedisce alle spalle di Sommer. Si conferma anche per l’Inter, così come accaduto per il Verona qualche ora prima, la dura legge del gol dell’ex. Il Biscione, al minuto 89, si regala un recupero in tranquillità, grazie a Marcus Thuram: il francese riceve da Arnautovic e solo contro Vasquez lo punisce, portando a 13 il proprio bottino personale di reti in campionato. Vince così l’Inter, che va a -3 dalla capolista Napoli ma con una partita in meno, il match contro la Fiorentina che dovrà riprendere dal 15’ circa per il malore occorso a Bove. A chiudere la ventunesima giornata, il posticipo del lunedì sera tra Como e Udinese.
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