Addio a Nicola Monaco Fu capitano del Pescara

Si è spento a 88 anni l’indimenticato centromediano che per cinque stagioni  dal 1954 al 60 vestì la casacca biancazzurra. Oggi i funerali a Sant’Antonio

PESCARA╘. Fu capitano del Pescara in due stadi diversi: nella fossa del Rampigna e nel nuovo Adriatico. La morte di Nicola Monaco lascia un vuoto incolmabile nella mente degli sportivi pescaresi, specialmente quelli più anziani che ricordano le imprese del post Strapaesana.
Originario di Rimini, dov'era nato nel 1929, Monaco arrivò a Pescara nella stagione 1954-55 e qui decise di vivere per il resto dei suoi giorni, anche per amore dell'adorata moglie Adriana Lattanzio che aveva conosciuto proprio negli anni di militanza sportiva tra i biancazzurri. Conosciuto e molto amato nel quartiere in cui viveva, intorno a via Cesare Battisti, la figlia ricorda la sua felicità e il suo orgoglio nell'essere stato premiato come calciatore durante la festa degli 80 anni del Pescara.
«È stato un calciatore fino alla morte, anche se poi per esigenze familiari era andato a lavorare in banca» racconta Monica Monaco, che ha sposato l'odontoiatra Carlo Scudieri. Centromediano solido, abile nel gioco aereo e con un buon senso della posizione, giocò in biancazzurro per cinque stagioni consecutive, quando lasciò i galloni di titolare ai futuri compagni di reparto, Becchi e Conio. Tra gli episodi curiosi che l'hanno coinvolto in prima persona si ricordano l'ingiusta espulsione subita dall'arbitro Rancher di Roma nell'incontro casalingo con il Catanzaro. Da qui alcuni tifosi, già inviperiti con la squadra per l'andamento non troppo brillante della squadra nell'allora campionato di serie C, 1958-59, invasero il campo per assalire l'arbitro e pestarlo di santa ragione. Solo l'intervento di ''testina d'oro'' Mario Tontodonati riuscì a limitare i danni per il direttore di gara. Fatto sta che lo stadio Adriatico, inaugurato da soli tre anni, venne squalificato per quattro mesi. Monaco fu anche il capitano del Pescara nello sfortunato spareggio promozione con la Reggina, perso per 0-2 davanti a un'eccezionale cornice di pubblico. Quella squadra da sogno, costruita per vincere il campionato di Quarta Serie dal presidente Sabatino Di Properzio, si spense sul più bello proprio all'ultimo assalto dopo aver realizzato la vittoria record di 12-1 al Potenza, mai più eguagliata in tutta la storia del Delfino. Nicola Monaco lascia la moglie Adriana, con la quale ha vissuto anni stupendi e intensi in grande simbiosi, le due figlie Monica e Simona, i quattro nipoti Nicola, Luigi, Francesco Saverio e Mariacarla. I funerali si svolgono oggi alle 15,30 nella chiesa di Sant'Antonio, proprio nel momento in cui la sua squadra del cuore è in campo a Cagliari, in una delle ultime partite della serie A che sta per lasciare.
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