Addio a Saman, l’uomo del sottopasso è morto a 44 anni
Il cuoco stroncato da un malore: in tanti lo accudivano con piccoli di gesti di solidarietà. Nessuno reclama la salma
PESCARA. Era il 24 maggio quando Il Centro raccontava la storia di Saman, il senzatetto amico di tutti che viveva nel sottopasso di via Giustino De Cecco, tra gli appartamenti in fila di via Ciglia e un supermercato in via Italia. Amico dei passanti, impossibile dimenticare il suo sorriso e quel famoso pupazzetto di Spiderman che teneva stretto tra le mani, regalato da un bimbo che lo aveva visto dormire a terra. Saman non ce l’ha fatta: ieri mattina nella chiesa di San Luigi sono state celebrate le esequie, poi seppellito nel cimitero di Pescara. Samatha Prasad, 44 anni originario dello Sri Lanka, è morto lo scorso 20 ottobre dopo alcuni giorni di ricovero in ospedale a Pescara. Ma, tra pratiche burocratiche e ricerca dei suoi familiari, sono passati ben due mesi per dare l’ultimo saluto al senzatetto. Ma nessun familiare ha reclamato la salma.
Ad aiutarlo in questi anni c’erano i volontari della Capanna di Betlemme di Chieti e l’associazione On the Road di Pescara, oltre alla generosità dei passanti che lo vedevano bivaccare sotto il ponte. Anche senza una casa, Saman aveva il suo rituale quotidiano: la mattina presto si lavava in un anfratto con le bottiglie d’acqua e un sapone, poi tornava a presidiare la sua proprietà perché «in strada non si dorme mai», aveva raccontato. La storia di vita di Saman racconta le fragilità di un uomo che si era lasciato andare, cadendo anche nella trappola dell’alcol. Saman dispensava sorrisi a tutti quelli che gli giravano attorno. Prima di arrivare sotto il ponte di Pescara, dove tutti lo hanno conosciuto, Saman si era fatto aiutare per un periodo dalla casa di accoglienza a Chieti. «Il Comune ci aveva accettato la richiesta di Tso ed eravamo riusciti ad aiutarlo», racconta Luca Fortunato della Capanna di Betlemme, «ma quando è arrivato a Pescara, la richiesta non è stata accettata». E così Saman, che aveva rifiutato di stare alla Cittadella dell’accoglienza di Pescara, viveva nel sottopasso di Porta Nuova, accanto all’ingresso di un supermercato.
Coperte piegate, bottigliette d’acqua e cuscini messi uno sull’altro. Questo era tutto quello che aveva, tutto quello che gli è rimasto da quando diceva di aver perso «il suo lavoro da cuoco. Da quando il mio padrone mi ha preso in giro e non si è fatto più sentire». Ma Saman non era invisibile: tutti conoscevano quell’uomo che spesso se ne stava in disparte, ma appena qualcuno gli rivolgeva la parola regalava un sorriso.
L’ultimo viaggio di Saman, che da 13 anni era arrivato in Italia per cercare di vivere meglio, è stato da un sottopasso ad un altro: da Porta Nuova si era spostato sotto il ponte del tribunale. Poi, i volontari sono riusciti a portarlo in ospedale, dove gli sono state diagnosticate malattie pregresse e le sue condizioni di salute si sono aggravate. Così, Saman ha salutato tutti.