Aspetta 805 giorni per la visita, anche la Asl si stupisce: “Caso raro”

21 Febbraio 2025

La pazienza di una 79enne per una colonscopia non urgente in ospedale e prenotata nel 2022: «Mai ricevuto date alternative in tutto questo tempo». Ora i tempi medi arrivano a 213 giorni

PESCARA. Quanta dev’essere la pazienza dei pazienti per effettuare un esame diagnostico in ospedale? La pazienza di una 79enne di Pescara è arrivata a ben 805 giorni, per la precisione due anni, due mesi e 15 giorni, prima che la donna venisse chiamata per poter fare una colonscopia. Non sappiamo se equivale a un record, ma è sicuramente tanto, troppo, secondo i parametri e le indicazioni ministeriali ai quali si devono (dovrebbero) attenere le aziende sanitarie. Ed è tanto, troppo, anche per la stessa Asl di Pescara alla quale la donna si era rivolta nel 2022, anno post pandemico. Da noi interpellata, rispondono sorpresi: «È un caso più unico che raro».

Carta canta, si dice. Ed eccolo il documento che testimonia l’attesa-scandalo e che fa discutere anche nella Asl: il ticket che riportiamo in alto fa riferimento alla prenotazione effettuata al Cup il 14 novembre 2022 e nel quale si leggono il giorno della presentazione (27 gennaio 2025) e i giorni di attesa (805). Precisiamo che la prenotazione è per un esame diagnostico non urgente, inserito automaticamente dopo i casi prioritari ai quali viene attribuita la precedenza.

La paziente 79enne - di cui non è possibile rivelare il nome - ha effettuato quindi la visita a fine gennaio nel reparto di gastroenterologia dell'ospedale. Ed è lì, con sua meraviglia, che le è stata messa in luce la sua somma pazienza. «Quando sono stata in reparto - che frequento da anni e dove ho avuto modo di apprezzare professionalità e disponibilità- e hanno visto la lunga attesa, si sono meravigliati molto», racconta la donna che si lascia andare ad una logica considerazione: «I pazienti sono abituati ad essere "pazienti", ma se si stupisce il reparto vuol dire che questo disservizio merita di essere denunciato».

Giriamo la denuncia alla Asl, che esamina il documento, fa le sue ricerche, verifica, e alla fine condivide l’attesa clamorosa e prova a risalire alle cause che possono averla determinata: «Può darsi che la prenotazione sia finita nell’elenco delle visite da recuperare post Covid». Ma anche in questo caso 805 giorni appaiono troppi. Proviamo ad ipotizzare che la richiesta sia finita nelle pre liste sulle quali indaga la Procura dove sarebbero state parcheggiate le richieste per far sembrare che le reali liste d’attesa fossero più snelle.

Il direttore sanitario, Rossano Di Luzio, risponde: «Non saprei, ad ogni modo è strano che alla donna in tutto questo tempo non sia stata proposta una data alternativa in un’altra sede». La paziente smentisce subito: «Mai ricevuto altre proposte». Lei, per fortuna sta bene. Era solo una visita di controllo. Adesso il sito della Asl indica che i tempi medi per effettuarla arrivano fino a 213 giorni.

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