Bimbi intossicati, la Cir si difende: i nostri cibi non c’entrano

7 Giugno 2018

L’azienda: «Le infezioni da Campylobacter sono associate al consumo di acqua e latte contaminati». E alcuni dipendenti si sottopongono ad analisi volontarie

E le mamme al sindaco: "Rivogliamo le cuoche nelle scuole"

PESCARA. «E’ ragionevole pensare che episodi epidemici dell’infezione rilevata non siano da associare ai cibi somministrati dalla società». Cir Food, l'azienda (Ati con BioRistorio Italia) che si è aggiudicata col Comune di Pescara, nella precedente amministrazione, un appalto da oltre 17 milioni di euro per cinque anni, si solleva da ogni responsabilità nella vicenda dei circa 200 bimbi intossicati dal Campylobacter, un batterio trasmissibile attraverso la carne cruda, non trattata o poco cotta. E lo fa attraverso un comunicato inviato proprio mentre la magistratura traccia il nuovo corso delle indagini sulla pandemia rilevata in almeno sette istituti scolastici cittadini.

Le mamme: «Rivogliamo le cuoche nelle scuole» 

Una difesa, quella di Cir Food, basata su informazioni tratte da Epicentro Iss, portale dell’epidemiologia sulla sanità pubblica, sul consumo di acqua e latte avariati.
«Episodi epidemici di infezione da Campylobacter», scrive l’azienda di Reggio Emilia in una nota, «sono associati prevalentemente al consumo di acqua e latte contaminati, alimenti a rischio consumati crudi e, occasionalmente, a carne di pollo. Mentre il contagio da uomo a uomo è piuttosto raro».
Nel passaggio seguente l’azienda fa riferimento alle ordinanze comunali. E prosegue: «Vista l’ordinanza del Comune di Pescara del 5 ottobre 2017 in cui, recentemente, si è vietato l’utilizzo dell’acqua destinata al consumo umano (per usi potabili, per l’incorporazione negli alimenti e come bevanda) per le utenze in distribuzione nei plessi scolastici di via Cerulli e via di Sotto, è ragionevole pensare che episodi epidemici dell’infezione rilevata non siano da associare ai cibi somministrati dalla società». Che distribuisce, dalle informazioni in possesso dell’ex sindaco Luigi Albore Mascia, 490mila pasti l’anno.
Una «ipotesi» che, secondo la Cir Food «risulta corroborata dalla circostanza che le preparazioni previste dal menù della settimana scorsa non prevedevano alimenti tra quelli correlati all’infezione da Campylobacter». Nel menù della settimana scorsa, figurano mercoledì: tagliatelle al pomodoro, polpette di tonno al limone, fagiolini; giovedì: pasta con crema di carciofi, uova strapazzate, insalata; venerdì: pasta alla marinara, arrosto di tacchino, carote, pane e frutta.
Cir Food sostiene, inoltre, che i centri di cottura risultano igienicamente a posto: «I sopralluoghi di verifica ispettiva effettuati dai Nas e dalla Asl di Pescara nei centri di cottura Giardino e Carducci hanno rilevato la piena conformità del rispetto delle norme igieniche , delle procedure di autocontrollo e delle relative schede di monitoraggio». In queste sedi «sono stati prelevati dagli organi ufficiali di controllo dei campioni di acqua di rubinetto, dei pasti rappresentativi della produzione della settimana precedente, oltre a materie prime utilizzate per la preparazione, inviati allo Zooprofilattico di Teramo. Al momento, i campioni, non sono stati ancora sottoposti ad analisi». (c.co.)

ANALISI VOLONTARIE. Intanto alcuni dipendenti delle società che gestiscono il servizio di refezione scolastica si sono sottopostii, su base volontaria, ad analisi e coprocoltura. Saranno i laboratori dell'Unità Operativa Complessa di Microbiologia e Virologia clinica ad occuparsi degli accertamenti sui campioni, mentre prosegue l'analisi dei campioni prelevati sui bambini finiti in ospedale.