Bollette dell'acqua, aumenti del 14 per cento

Le famiglie spenderanno dai 30 ai 60 euro in più. La Cisl: una batosta per i pensionati

PESCARA. Sarà del 14 per cento l'aumento del costo dell'acqua per le utenze di uso domestico residenziale. I dati reali di aumento sono dell'Ersi (ex Ato), e fanno chiarezza su quanto deciso dall'assemblea dei sindaci che si è riunita pochi giorni fa. L'ultima tariffa media approvata risale al 2006 ed è di 1,03 euro a metro cubo, ma questa cifra col passare degli anni, la rivalutazione monetaria e l'incremento Istat, è arrivata a circa 1,18 euro a metro cubo. Ora la nuova tariffa media sarà di circa 1,34 euro a metro cubo. Ecco come cambiano le cose nelle tasche dei pescaresi. Una famiglia di 4 persone attenta agli sprechi, consuma 200 metri cubi di acqua l'anno e oggi paga circa 237 euro l'anno. La bolletta è comprensiva di costo di acqua, fogna, depuratore, quota fissa e Iva.

Con l'aggravio deciso nei giorni scorsi, che deve però essere ancora approvato dalla Regione, lo stesso consumo costerà 270 euro, con un incremento di più di 30 euro. Una famiglia meno attenta agli sprechi, consuma attualmente circa 300 metri cubi d'acqua l'anno, e paga una bolletta di 406 euro. Domani la stessa famiglia pagherà quasi 60 euro in più, arrivando a 463 euro l'anno. Più si consuma infatti, e più la tariffa si alza. Per quanto riguarda le utenze commerciali, prendendo ad esempio i consumi medi di un bar (circa 200 metri cubi di acqua annui), attualmente la bolletta è di 458 euro, con l'aumento sarà di 522 (più 64 euro).

L'aumento servirà all'Aca, l'azienda acquedottistica, anche per pagare i mutui contratti dai Comuni per realizzare opere del servizio idrico.

Ciò nonostante, l'aggravio della tariffa non piace a molti. L'ultima contestazione in ordine di tempo arriva da Cisl e Femca Cisl. «gli aumenti andranno a gravare sui magri bilanci di lavoratori e pensionati, i cui redditi sono già ampiamente erosi dai prezzi lievitati a causa delle numerose manovre anticrisi», affermano in un comunicato congiunto Umberto Coccia e Donatino Primante, che attaccano soprattutto i 29 sindaci che non si sono nemmeno presentati a discutere la proposta.

«Il nostro compito è quello di denunciare i costi spaventosi degli enti gestori che sono diventati centri di accoglienza di lusso per le più varie clientele politiche», dice Stefano Di Crescenzo di Femca, «occorre una radicale riorganizzazione per razionalizzare i costi e mettere in trasparenza l'intero apparato di gesstione».

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