Brioni: subito 154 in mobilità volontaria a Penne

6 Aprile 2016

Accordo da chiudere entro fine mese, si cercano i lavoratori disposti a lasciare l’azienda in cambio di incentivi

PENNE. Dopo una riunione lunga e complessa, caratterizzata da interruzioni e momenti concitati, dirigenti Brioni e rappresentanti dei lavoratori della maison d'Alta moda pennese hanno siglato un verbale d'intesa. Il documento prevede cinque punti salienti, a partire da una politica di insourcing aziendale che permetterà il recupero di 75 unità di Fte (full time equivalenti) riportando negli stabilimenti di Penne, Montebello di Bertona e Civitella Casanova le lavorazioni compatibili con la tecnologia e le professionalità presenti.

Altro punto fondamentale è l'apertura immediata della procedura di mobilità volontaria incentivata, con il solo requisito della non opposizione al licenziamento, per un numero massimo di 139 Fte da concludersi al 30 aprile. Per i lavoratori a 40 ore vi sarà un incentivo all'esodo di 32 mila euro, per gli addetti a 36 ore di 30 mila euro; 16 mila euro per quelli a 20 ore. Dal 1 giugno, sarà avviata una rimodulazione dell'orario di lavoro con l’introduzione della flessibilità a 32 ore settimanali e conseguente riproporzionamento degli altri orari. Nelle prossime riunioni, dovranno essere stabilite le misure, come l'una tantum richiesta dalle sigle sindacali, a favore dei lavoratori sottoposti a riduzione di orario. Se, alla conclusione della procedura di mobilità, dovessero ancora esserci problematiche irrisolte, le parti s’incontreranno nelle sede ministeriali competenti.

Certo è che, in caso di complicazioni, «l'intesa sottoscritta in Regione sarà sottoposta alla valutazione dei lavoratori nell'assemblea di lunedì prossimo. L'accordo è ancora incompleto. Va quantificata la cifra che spetterà ai lavoratori disponibili a ridursi l'orario di lavoro. Somma dovrà essere congrua, tenuto conto della perdita salariale. «Dobbiamo valutare con i ministeri dello Sviluppo economico e del Lavoro le eventuali possibilità di ricorrere agli ammortizzatori sociali», spiega Leonardo D'Addazio, segretario Femca Cisl. Di sicuro, Brioni si appresta ad avviare una riduzione corposa del personale. I 139 Fte che dovrebbero scegliere la mobilità volontaria equivalgono a circa 154 lavoratori, numero comunque ampio e che, per forza di cose, produrrà un effetto negativo importante su tutto l'indotto economico dell'area vestina. Considerando che il personale della Roman Style è mediamente giovane, circa 42 anni in media, ecco che sarà davvero complicato trovare tanti lavoratori disposti a fare un passo indietro, perché ancora lontani dall’età della pensioni, o perché gli incentivi non sono sufficienti. Qualora non dovessero trovarsi i 139 Fte disposti alla non opposizione al licenziamento è altamente probabile che l'azienda decida di aprire una procedura di mobilità forzata.

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