Caccia alla quaglia, il Tar dice no
Cancellata l’apertura anticipata. Per le altre specie si parte il 6
PESCARA. Per quaglia e beccaccia cambia il calendario venatorio in Abruzzo. Il Tar regionale ha infatti accolto il ricorso del Wwf contro la giunta regionale, ottenendo il blocco della caccia anticipata della quaglia, che avrebbe dovuto incominciare domenica 6 settembre, e di quella posticipata della beccaccia, prevista per il 31 gennaio. Le nuove disposizioni prevedono ora che per la quaglia la stagione venatoria prenderà il via il 20 settebre, mentre quella della beccaccia si concluderà il 31 dicembre. Naturalmente per tutte le altre specie ammesse la stagione comincerà regolarmente domenica 6.
«E’ la sconfitta dell’atteggiamento poco costruttivo dell’assessore Febbo e delle associazioni venatorie», spiega con soddisfazione il consigliere nazionale del Wwf, Dante Caserta, «ed è la vittoria della razionalità e della cautela a favore del rispetto di un bene comune come la fauna. Febbo fino a questo momento ha voluto difendere gli interessi dei cacciatori, ma il Tar ha rilevato come le scelte della giunta sull’apertura della caccia di quaglia e beccaccia non fossero adeguatamente motivate». La Regione sta dunque pagando, secondo Caserta, l’aver ignorato le obiezioni scientifiche al piano venatorio avanzate dall’Istituto superiore per la protezione e ricerca sull’ambiente (Ispra). «La giunta», ricorda Caserta, «ha varato un calendario con scelte che avrebbero causato gravi danni al patrimonio faunistico locale, nonostante i nostri suggerimenti». E nonostante «la bocciatura storica dell’Ispra», continua Caserta, «Febbo e la giunta hanno recepito le sue indicazioni solo in parte, forzando su quaglia e beccaccia senza avere alcuna motivazione scientifica».
Non si tratta di sconfitta invece per Febbo, che sottolinea: «Il calendario venatorio è stato sospeso solo in parte» e annuncia che «anche la giunta regionale presenterà ricorso al Consiglio di Stato contro l’ordinanza del Tar. E’ abbastanza singolare il fatto che per la quaglia in altre regioni come Puglia, Campania e Molise la preapertura non abbia suscitato perplessità da parte delle associazioni ambientaliste». Febbo ricorda poi l’impegno della Regione per risolvere una serie di problematiche del settore, rimaste ferme al 2004. Tra queste, il piano faunistico, per il quale «la regione ha stanziato fondi e che è fermo a cinque anni fa» e la predisposizione di «un osservatorio faunistico regionale, mai realizzato dal centro sinistra».
Le Province si stanno intanto preparando alle modifiche che la sospensiva del Tar porterà sul piano venatorio nei vari ambiti territoriali. Il presidente dell’Ambito territoriale di caccia di Avezzano, Giacomo Di Domenico, avverte i cacciatori dei cambiamenti che dovranno essere rispettati da domenica, e ricorda che «restano confermate tutte le altre disposizioni previste dal calendario venatorio». Con un comunicato urgente intanto la Regione anticipa che verranno stabiliti nuovi termini di caccia per le due specie, diversi da quelli contestati dal Tar.
E’ soddisfatto del pronunciamento del tribunale amministrativo contro la giunta anche il consigliere regionale di Rifondazione comunista Maurizio Acerbo. «Stimo l’assessore Febbo», dice, «ma il suo compito non è raccogliere i consensi dei cacciatori, ma governare con equilibrio».
«E’ la sconfitta dell’atteggiamento poco costruttivo dell’assessore Febbo e delle associazioni venatorie», spiega con soddisfazione il consigliere nazionale del Wwf, Dante Caserta, «ed è la vittoria della razionalità e della cautela a favore del rispetto di un bene comune come la fauna. Febbo fino a questo momento ha voluto difendere gli interessi dei cacciatori, ma il Tar ha rilevato come le scelte della giunta sull’apertura della caccia di quaglia e beccaccia non fossero adeguatamente motivate». La Regione sta dunque pagando, secondo Caserta, l’aver ignorato le obiezioni scientifiche al piano venatorio avanzate dall’Istituto superiore per la protezione e ricerca sull’ambiente (Ispra). «La giunta», ricorda Caserta, «ha varato un calendario con scelte che avrebbero causato gravi danni al patrimonio faunistico locale, nonostante i nostri suggerimenti». E nonostante «la bocciatura storica dell’Ispra», continua Caserta, «Febbo e la giunta hanno recepito le sue indicazioni solo in parte, forzando su quaglia e beccaccia senza avere alcuna motivazione scientifica».
Non si tratta di sconfitta invece per Febbo, che sottolinea: «Il calendario venatorio è stato sospeso solo in parte» e annuncia che «anche la giunta regionale presenterà ricorso al Consiglio di Stato contro l’ordinanza del Tar. E’ abbastanza singolare il fatto che per la quaglia in altre regioni come Puglia, Campania e Molise la preapertura non abbia suscitato perplessità da parte delle associazioni ambientaliste». Febbo ricorda poi l’impegno della Regione per risolvere una serie di problematiche del settore, rimaste ferme al 2004. Tra queste, il piano faunistico, per il quale «la regione ha stanziato fondi e che è fermo a cinque anni fa» e la predisposizione di «un osservatorio faunistico regionale, mai realizzato dal centro sinistra».
Le Province si stanno intanto preparando alle modifiche che la sospensiva del Tar porterà sul piano venatorio nei vari ambiti territoriali. Il presidente dell’Ambito territoriale di caccia di Avezzano, Giacomo Di Domenico, avverte i cacciatori dei cambiamenti che dovranno essere rispettati da domenica, e ricorda che «restano confermate tutte le altre disposizioni previste dal calendario venatorio». Con un comunicato urgente intanto la Regione anticipa che verranno stabiliti nuovi termini di caccia per le due specie, diversi da quelli contestati dal Tar.
E’ soddisfatto del pronunciamento del tribunale amministrativo contro la giunta anche il consigliere regionale di Rifondazione comunista Maurizio Acerbo. «Stimo l’assessore Febbo», dice, «ma il suo compito non è raccogliere i consensi dei cacciatori, ma governare con equilibrio».