Cagnetta, oggi la verità dei 3 testi
I tossicodipendenti che hanno assistito all’omicidio chiamati a ripetere le accuse
Dovranno ripetere che cosa hanno visto quel pomeriggio del 2 luglio al Ferro di cavallo in via Tavo, quando Tommaso Cagnetta è stato ucciso, dice l'accusa, con un colpo di calibro 38 esploso dal rom Angelo Ciarelli. Questa mattina, alle 10, nei locali della squadra Mobile, in questura, alla presenza dei difensori della famiglia Cagnetta, Cristiana Valentini e Giulio Michele Lazzaro, e di Giancarlo De Marco, legale di Ciarelli, sarà ascoltata la coppia che era andata a Rancitelli ad acquistare droga e attorno alla cui macchina è poi morto Cagnetta, e un altro tossicodipendente che ha accompagnato l’ambulante al pronto soccorso, dove poi è morto. Le loro testimonianze saranno cristallizzate nell'incidente probatorio, diventando una prova che entrerà nel processo prima che le tre testimomianze, con il passare del tempo, possano diventare inattendibili. È proprio questa la premura che ha indotto il giudice per le indagini preliminari Mariacarla Sacco a fissare l’incidente probatorio dopo appena due giorni dalla richiesta del pm Valentina D'Agostino. Perché tanta urgenza? Quel pomeriggio del 2 luglio, ad assistere all'omicidio di Cagnetta, c’erano tre tossicodipendenti che frequentano ancora il quartiere e che potrebbero essere esposti a minacce, pressioni e intimidazioni per alterare la loro versione. Due uomini e una donna la cui memoria potrebbe sbiadire anche a causa del loro stato di tossicodipendenti. A farlo notare è proprio il gip quando spiega, nell'ordinanza, che uno di loro ha cambiato versione da un giorno all'altro: «Il trascorrere del tempo potrebbe minare irrimediabilmente i ricordi dei testimoni».
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