San Donato, chiuso nella sala colloqui deve dormire sul tavolo
Arrestato per droga e poi costretto a dormire su un tavolo, senza poter mangiare o usufruire dei servizi igienici. Lettera del provveditore: «Ci sono criticità mai risolte»
PESCARA. Al sovraffollamento, alle gravi criticità e alle numerose problematiche che affliggono da troppo tempo il carcere San Donato di Pescara, si aggiunge ora anche un episodio sconcertante a danno dei detenuti, dei loro diritti. Uno di loro è stato costretto a dormire nella sala dei colloqui per una notte, senza poter mangiare e senza poter usufruire dei servizi indispensabili. Un episodio che si è consumato qualche giorno fa dopo l’arresto di un giovane per droga. Prima viene portato e “poggiato” in una cella piuttosto affollata, poi smistato nella sala colloqui, dove ci sono solo tavolini e sedie e quindi è immaginabile che per dormire il detenuto si sia dovuto arrangiare sul tavolo. Quando il mattino seguente è stata riaperta la sala per ospitare i visitatori, il detenuto era ancora lì. Lo ha raccontato lui stesso al suo legale di fiducia, l’avvocato Gianluca Carlone, che gli ha fatto visita in carcere: gli ha riferito ogni passaggio di quella giornata, ma gli avrebbe anche detto di non voler denunciare nulla e nessuno.
Non sarebbe la prima volta che accadono queste situazioni nel carcere di San Donato. Questo lo si evince anche da una pesante nota che, nei giorni scorsi, il provveditore del Dipartimento penitenziario di Lazio, Abruzzo e Molise, Giacinto Siciliano, ha inviato alla direttrice. Una nota che sottolinea la situazione “complessa criticità gestionale della struttura”, non solo per il sovraffolamento (rispetto ad una capacità complessiva di 270 detenuti la struttura ne ospita 450) ma anche per la scarsa attenzione ai servizi igienici di base e per la poca assstenza fornita ai detenuti con problemi psichici.
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