Caripe, si dimettono Marconi e Russo

I due dirigenti non hanno lasciato volontariamente i propri ruoli, ma sono stati obbligati dopo l’azzeramento dei vertici della Tercas, attuata dalla Banca d’Italia la settimana scorsa, di cui facevano parte

PESCARA. Il presidente della banca Caripe, l’avvocato Guglielmo Marconi e il consigliere d’amministrazione Mario Russo hanno rassegnato ieri in serata le dimissioni dalle proprie cariche. I due dirigenti non hanno lasciato volontariamente i propri ruoli, ma sono stati obbligati dopo l’azzeramento dei vertici della Tercas, attuata dalla Banca d’Italia la settimana scorsa, di cui facevano parte.

Infatti l’istituto di credito teramano, che aveva acquisito dalla Banca popolare di Lodi la Cassa di risparmio di Pescara lo scorso anno, aveva all’interno dei suoi quadri due dirigenti presenti in entrambi i consigli di amministrazione. Marconi, presidente della Caripe, sedeva all’interno del cda Tercas come consigliere, mentre Russo, consigliere nell’istituto di credito pescarese, occupava la poltrona di vice presidente della banca teramana. Con una motivazione di poche parole la Banca d’Italia ha deciso di inviare il commissario Riccardo Sora e annullare l’intero cda presieduto da Lino Nisii: «Anche a seguito del coinvolgimento della stessa in un procedimento penale della procura di Roma relativo al fallimento di un gruppo immobiliare (il crac Di Mario, ndr)», si legge in una nota giunta da via Nazionale.

Il commissariamento è stato disposto dal ministero dell’Economia, cioè da Mario Monti, il 30 aprile scorso e notificato a Nisii e cda il 4 maggio, su proposta di Bankitalia che ha condotto una lunga ispezione iniziata nel settembre scorso, dopo le dimissioni dell’ex direttore generale Di Matteo. Dunque una volta commissariato il consiglio di amministrazione della Tercas, chi siede al suo interno non può occupare lo stesso ruolo in un’altro istituto di credito, come da regolamento della Banca d’Italia e come spiega Mauro Angelucci, vice presidente della Caripe, nonché presidente regionale di Confindustria: «Io non mi sono assolutamente dimesso», spiega, «hanno rassegnato le dimissioni Marconi e Russo, ma non per motivi particolari o personali, ma solo perché facevano parte anche del cda della banca Tercas. Dopo il provvedimento del commissariamento, adottato da Banca d’Italia, come non possono più far parte di quel cda, non possono nemmeno stare in quello di Caripe. Di fatto si tratta di dimissioni obbligate. Sono stati costretti a lasciare i loro incarichi».

Dunque, dopo il terremoto alla Tercas, ecco le prime ripercussioni per la Cassa di risparmio del capoluogo adriatico, chiamata adesso a eleggere un nuovo numero uno in sostituzione del dimissionario Marconi. Direttore generale resta Bruno Presidente.

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