«Ce l’aspettavamo, non si vive più»
La rabbia dei residenti: «Di notte qua succede di tutto tra spari, orge e spaccio»
MONTESILVANO. Sono stati svegliati «da un botto» alle 2.43 di ieri notte. Si sono alzati rapidamente dal letto e si sono affacciati alla finestra per guardare di sotto. Ai piani alti arrivavano le voci concitate di una ragazza di colore che piangeva disperata appoggiata contro la sbarra di un passaggio privato, intravista nel buio della notte illuminato dai lampioni.
Un'altra donna urlava: «Aprite, aprite la porta», e una giovanissima voce maschile invitava i presenti a scappare: «Andiamo via che è morto».
Sono sotto choc i condomini del palazzo di via Verrotti, dove nella notte tra venerdì e sabato si è consumato l'omicidio del giovane rom Antonio Bevilacqua ucciso a sangue freddo nel pub BirraMi, lungo lo stradone.
C'è rabbia e paura nelle parole dei residenti (14 famiglie, 50 condomini) della palazzina di tre piani, che ospita al pianterreno la scena del crimine, sconvolti dalla notizia che però non li coglie del tutto di sorpresa: «Il morto ce l'aspettavamo da tempo», rivelano mentre escono ed entrano a casa di fretta, «questa è una zona che ha frequentazioni equivoche, di notte succede di tutto, sparatorie, orge e spaccio. Abbiamo inoltrato ai carabinieri di via Agostinone ben 102 denunce per risse e degrado. Le abbiamo contate una a una. Non ne possiamo più, chiediamo la chiusura immediata del locale».
Che cosa è accaduto l’altra notte? «Siamo stati svegliati da un botto. Uno solo. Secco. Nell'immediato abbiamo pensato a un incidente stradale, poi abbiamo realizzato che si trattava di uno sparo. Ci siamo affacciati alle finestre. Nel buio abbiamo intravisto una ragazza di colore che piangeva vicino alla sbarra del passaggio delle auto. Una voce femminile urlava: "Aprite, aprite la porta" , batteva le mani contro le vetrine e piangeva a dirotto. Un ragazzo radunava persone: “Andiamo via che è morto”. Abbiamo chiamato i carabinieri, ma erano già stati allertati. Dopo pochi minuti sono arrivate due squadre dell'Arma e 4 volanti della polizia».
«Erano le 2,43 precise quando abbiamo sentito il colpo», aggiunge un residente, «ho guardato l'orologio sul comodino».
«In quell’area», proseguono i condomini che chiedono l'anonimato perché temono ritorsioni, «ogni notte c'è gente che urla, canta il karoke nei locali non insonorizzati e non è la prima volta che sentiamo spari. Due anni fa una donna ha perso la vita, forse per un malore. Ora aspettiamo forse il terzo morto? A un condomino hanno tagliato gli pneumatici dell'auto e la mattina ritroviamo macchie di vomito sotto il portone di casa, sperma e automobili imbrattate di sangue».
L'assessore alla polizia locale Valter Cozzi, che ieri mattina era sul posto, ha commentato: «E' una vicenda bruttissima, non sarebbe mai dovuto accadere un fatto così grave. Ma Montesilvano non è un Far West, la città cresce a dismisura e merita più attenzione, c'è bisogno di potenziare i controlli delle forze dell'ordine».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Un'altra donna urlava: «Aprite, aprite la porta», e una giovanissima voce maschile invitava i presenti a scappare: «Andiamo via che è morto».
Sono sotto choc i condomini del palazzo di via Verrotti, dove nella notte tra venerdì e sabato si è consumato l'omicidio del giovane rom Antonio Bevilacqua ucciso a sangue freddo nel pub BirraMi, lungo lo stradone.
C'è rabbia e paura nelle parole dei residenti (14 famiglie, 50 condomini) della palazzina di tre piani, che ospita al pianterreno la scena del crimine, sconvolti dalla notizia che però non li coglie del tutto di sorpresa: «Il morto ce l'aspettavamo da tempo», rivelano mentre escono ed entrano a casa di fretta, «questa è una zona che ha frequentazioni equivoche, di notte succede di tutto, sparatorie, orge e spaccio. Abbiamo inoltrato ai carabinieri di via Agostinone ben 102 denunce per risse e degrado. Le abbiamo contate una a una. Non ne possiamo più, chiediamo la chiusura immediata del locale».
Che cosa è accaduto l’altra notte? «Siamo stati svegliati da un botto. Uno solo. Secco. Nell'immediato abbiamo pensato a un incidente stradale, poi abbiamo realizzato che si trattava di uno sparo. Ci siamo affacciati alle finestre. Nel buio abbiamo intravisto una ragazza di colore che piangeva vicino alla sbarra del passaggio delle auto. Una voce femminile urlava: "Aprite, aprite la porta" , batteva le mani contro le vetrine e piangeva a dirotto. Un ragazzo radunava persone: “Andiamo via che è morto”. Abbiamo chiamato i carabinieri, ma erano già stati allertati. Dopo pochi minuti sono arrivate due squadre dell'Arma e 4 volanti della polizia».
«Erano le 2,43 precise quando abbiamo sentito il colpo», aggiunge un residente, «ho guardato l'orologio sul comodino».
«In quell’area», proseguono i condomini che chiedono l'anonimato perché temono ritorsioni, «ogni notte c'è gente che urla, canta il karoke nei locali non insonorizzati e non è la prima volta che sentiamo spari. Due anni fa una donna ha perso la vita, forse per un malore. Ora aspettiamo forse il terzo morto? A un condomino hanno tagliato gli pneumatici dell'auto e la mattina ritroviamo macchie di vomito sotto il portone di casa, sperma e automobili imbrattate di sangue».
L'assessore alla polizia locale Valter Cozzi, che ieri mattina era sul posto, ha commentato: «E' una vicenda bruttissima, non sarebbe mai dovuto accadere un fatto così grave. Ma Montesilvano non è un Far West, la città cresce a dismisura e merita più attenzione, c'è bisogno di potenziare i controlli delle forze dell'ordine».
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