Cervi da abbattere: il regista Milani chiede a Marsilio di fermarsi
L’appello viene raccolto e rilanciato da Alessandro Gassman E la petizione on line del Wwf schizza a oltre 72mila adesioni
PESCARA. Supera i confini dell’Abruzzo la protesta contro l’abbattimento dei 469 cervi nell’Aquilano deciso dalla giunta Marsilio. Le firme della petizione on line del Wwf sulla piattaforma Change.org schizzano a quota 72mila grazie a un testimonial d’eccezione, il regista Riccardo Milani, autore di un film affascinante, “Un mondo a parte”, girato nella nostra regione proprio nei territori limitrofi a quelli in cui si vorrebbe lasciare spazio ai fucili. Non a caso, nel film che ha conquistato l’Italia anche i cervi diventano protagonisti.
Milani è però solo il primo dei personaggi famosi ad alzare la voce contro il governo regionale di centrodestra. Subito dopo il regista che ha preso residenza in Abruzzo, infatti, anche l’attore Alessandro Gassman ha sposato la causa del Wwf Abruzzo, rilanciata ieri dal presidente nazionale, Luciano Di Tizio, che ha definito la delibera della giunta regionale: «Un provvedimento suicida».
Ma dal fronte della maggioranza guidata da Marsilio non arrivano segnali di retromarcia. Proprio al governatore Marsilio si rivolge Milani che nel suo intervento scrive: «Spero vivamente che il presidente della Regione Abruzzo possa riconsiderare tutta la questione dell’abbattimento di animali diventati ormai simbolo, in Italia e nel mondo, di questa meravigliosa regione. Una grande ricchezza etica ed economica a cui non si può rinunciare».
Le sue parole tracciano un collegamento tra la realtà e il film girato tra Opi, Villetta Barrea, Civitella Alfedena, Pescasseroli e nel paese abbandonato di Sperone.
«La percezione netta», dice Milani, «è che la questione dell’abbattimento di circa 500 cervi non riguardi solo le associazioni ambientaliste e animaliste, ma direttamente la gente d’Abruzzo, terra con una storia centenaria di tutela ambientale e faunistica. E che rischi di diventare un provvedimento largamente impopolare sia nel panorama abruzzese che su quello nazionale, creando un grave danno d’immagine, e quindi economico, proprio per la Regione Abruzzo. La sensazione», continua il regista, «è che qui non ci sia un manipolo di intellettuali, spesso estranei al territorio, che si mobilita ideologicamente per una vaga causa ambientale. E che non sia una questione di schieramenti politici, di destra o sinistra. Qui c’è la gente d’Abruzzo», sottolinea, «che si mobilita in difesa del proprio territorio che si identifica, ormai anche a livello internazionale, con la fauna protetta, da decenni vero motivo di potente attrazione turistica. E lungi dall’essere contro gli interessi degli agricoltori che pagherebbero il prezzo più alto per i danni causati dai cervi».
Ed ecco l’accostamento tra realtà e finzione cinematografica: «Duilio, il ragazzo del mio film “Un mondo a parte”, vuole fare l’agricoltore e vuole restare nella sua terra. Ed è il mestiere che Duilio fa realmente nella vita in un’area, nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo e Molise, piena di fauna selvatica, cervi compresi. Duilio ha necessità che le sue coltivazioni siano protette adeguatamente con investimenti importanti su dissuasori, recinzioni elettrificate e quant’altro e che i risarcimenti per i danni causati dalla fauna selvatica siano congrui, adeguati e immediati. Duilio», continua il regista, «è una delle speranze vere di questo territorio. Il presente e il possibile futuro di queste aree interne d’Abruzzo. Dove di fatto già convivono potenti motori economici come l’allevamento, l’agricoltura e il turismo naturalistico. Ma non si può non evidenziare», conclude Milani, «che l’abbattimento di 469 cervi non sarà certo la soluzione dei problemi di Duilio e dell’agricoltura abruzzese».
Torniamo, per un attimo, alle scene del film. Ad una in particolare: «Che belli che sono. Ma cosa sono, i cervi? Sono un branco, vero?», chiede Antonio Albanese a Virginia Raffaele. I due sono in auto, immersi nel bianco della neve, nel Parco d’Abruzzo. E in lontananza sfilano i cervi mentre Albanese mostra uno stupore assoluto e Virginia, che gli sta accanto, risponde: «Sì, sono più di uno quindi sono un branco. E pure tu sei entrato in un mondo a parte, l’Abruzzo». (l.c.)
Milani è però solo il primo dei personaggi famosi ad alzare la voce contro il governo regionale di centrodestra. Subito dopo il regista che ha preso residenza in Abruzzo, infatti, anche l’attore Alessandro Gassman ha sposato la causa del Wwf Abruzzo, rilanciata ieri dal presidente nazionale, Luciano Di Tizio, che ha definito la delibera della giunta regionale: «Un provvedimento suicida».
Ma dal fronte della maggioranza guidata da Marsilio non arrivano segnali di retromarcia. Proprio al governatore Marsilio si rivolge Milani che nel suo intervento scrive: «Spero vivamente che il presidente della Regione Abruzzo possa riconsiderare tutta la questione dell’abbattimento di animali diventati ormai simbolo, in Italia e nel mondo, di questa meravigliosa regione. Una grande ricchezza etica ed economica a cui non si può rinunciare».
Le sue parole tracciano un collegamento tra la realtà e il film girato tra Opi, Villetta Barrea, Civitella Alfedena, Pescasseroli e nel paese abbandonato di Sperone.
«La percezione netta», dice Milani, «è che la questione dell’abbattimento di circa 500 cervi non riguardi solo le associazioni ambientaliste e animaliste, ma direttamente la gente d’Abruzzo, terra con una storia centenaria di tutela ambientale e faunistica. E che rischi di diventare un provvedimento largamente impopolare sia nel panorama abruzzese che su quello nazionale, creando un grave danno d’immagine, e quindi economico, proprio per la Regione Abruzzo. La sensazione», continua il regista, «è che qui non ci sia un manipolo di intellettuali, spesso estranei al territorio, che si mobilita ideologicamente per una vaga causa ambientale. E che non sia una questione di schieramenti politici, di destra o sinistra. Qui c’è la gente d’Abruzzo», sottolinea, «che si mobilita in difesa del proprio territorio che si identifica, ormai anche a livello internazionale, con la fauna protetta, da decenni vero motivo di potente attrazione turistica. E lungi dall’essere contro gli interessi degli agricoltori che pagherebbero il prezzo più alto per i danni causati dai cervi».
Ed ecco l’accostamento tra realtà e finzione cinematografica: «Duilio, il ragazzo del mio film “Un mondo a parte”, vuole fare l’agricoltore e vuole restare nella sua terra. Ed è il mestiere che Duilio fa realmente nella vita in un’area, nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo e Molise, piena di fauna selvatica, cervi compresi. Duilio ha necessità che le sue coltivazioni siano protette adeguatamente con investimenti importanti su dissuasori, recinzioni elettrificate e quant’altro e che i risarcimenti per i danni causati dalla fauna selvatica siano congrui, adeguati e immediati. Duilio», continua il regista, «è una delle speranze vere di questo territorio. Il presente e il possibile futuro di queste aree interne d’Abruzzo. Dove di fatto già convivono potenti motori economici come l’allevamento, l’agricoltura e il turismo naturalistico. Ma non si può non evidenziare», conclude Milani, «che l’abbattimento di 469 cervi non sarà certo la soluzione dei problemi di Duilio e dell’agricoltura abruzzese».
Torniamo, per un attimo, alle scene del film. Ad una in particolare: «Che belli che sono. Ma cosa sono, i cervi? Sono un branco, vero?», chiede Antonio Albanese a Virginia Raffaele. I due sono in auto, immersi nel bianco della neve, nel Parco d’Abruzzo. E in lontananza sfilano i cervi mentre Albanese mostra uno stupore assoluto e Virginia, che gli sta accanto, risponde: «Sì, sono più di uno quindi sono un branco. E pure tu sei entrato in un mondo a parte, l’Abruzzo». (l.c.)