Chieti, Megalò 2: tra sette giorni partono i lavori / VIDEO
Azione di forza della società Sile di Bergamo che avvisa il Genio Civile e realizza un argine contro gli allagamenti
CHIETI. «La Sile costruzioni srl, nella veste di nuova proprietaria dell’area, comunica che l’11 dicembre 2017 riprenderà i lavori», firmato Massimo Locatelli. Così termina la lettera che l’amministratore della società di costruzioni bergamasca ha scritto, il 28 novembre scorso, al Genio Civile di Pescara per avvisare della riattivazione del cantiere del Megalò 2, un colosso commerciale.
RUSPE IN PISTA. Tra sette giorni le ruspe cominceranno a scavare la terra a ridosso del fiume Pescara, e a confine tra Chieti e Cepagatti, in una zona ad alto rischio idraulico, più volte allagata dall’esondazione del Pescara. Ma la Sile srl di Barzana, che un anno fa ha acquistato terreno, autorizzazioni e titoli edilizi dalla società Sirecc srl, finita in fallimento proprio perché i lavori non cominciavano, ha messo le carte a posto.
Tra il fiume e l’area dove sorgerà il Megalò 2, ora c’è una diga d’acciaio: centinaia di palancole infisse per quattro metri nel terreno e per due metri d’altezza fuori, che portano il limite della piena sopportabile a 34 metri d’altezza e, almeno in teoria, scongiurano il rischio inondazione. Così la Sile srl ha rotto gli indugi avvisando l’autorità competente che i lavori possono finalmente partire a otto mesi di distanza dallo stop imposto dal Comitato Via della Regione proprio per quel rischio esondazione.
GUANTO DI SFIDA. Ma la lettera inviata al Genio Civile suona come un atto di forza, anzi una sfida ad associazioni ambientaliste e del settore, come il Wwf e la Confcommercio, oltre che alla politica, quella del Movimento 5 stelle che, in primavera, erano scesi sul piede di guerra per dire no al nuovo centro dello shopping che trasformerà l’area, tra Chieti e Pescara, nel polo commerciale più grande d’Abruzzo. Una superficie che sfiora i 100mila metri quadrati, considerando il Megalò 1 esistente. In gioco ci sono da una parte centinaia di assunzioni e dell’altra i destini di un esercito di piccole attività commerciali, il cui destino sembra essere segnato.
LE 400 ASSUNZIONI. Tanti sono i posti di lavoro previsti nei punti vendita che occuperanno sette edifici commerciali del nuovo Megalò 2 che però, allo stesso tempo, stenderanno al tappeto anche centinaia di negozi dell’area metropolitana tra Chieti e Pescara. Proprio per questo motivo la Confcommercio organizzò un pullman di manifestanti per fare sentire la propria voce all’Aquila quando, alla fine di marzo di quest’anno, il Comitato Via (Valutazione di impatto ambientale), allora presieduto dall’ex direttore generale della Regione, Cristina Gerardis, e composto da Longhi, Celupica, Ciamponi e Ciuca, si trovò a decidere se dire sì oppure no al Megalò 2. E diede lo stop dopo che il Wwf, rappresentato dalla presidente teatina, Nicoletta Di Francesco e dall’avvocato Francesco Paolo Febbo, aveva presentato un corposo dossier di osservazioni. Anche la consigliera regionale del 5 Stelle, Sara Marcozzi, in quella fase dell’iter autorizzativo, è stata protagonista perché preoccupata, come gli ambientalisti, per il possibile danno ambientale. Contro quel no del Comitato Via, la Sile si oppose ricorrendo al Tribunale amministrativo regionale, ma il 9 giugno scorso, a sorpresa, la società bergamasca ha rinunciato alla sospensiva. Nel frattempo, però, avviava i lavori per la diga anti-alluvione.
L’ULTIMO ATTO. Da lunedì prossimo cominceranno gli scavi, scrive il manager Locatelli al responsabile del Genio Civile, lo stesso ente che, il 17 gennaio del 2014, aveva ordinato la cessazione delle attività alla società precedente, la Sirecc, «in attesa della realizzazione di ulteriori opere di difesa idraulica integrative di quelle esistenti». Fu una doccia fredda per quei costruttori che avevano già ottenuto dal Comune di Cepagatti (il 5 agosto del 2013) e dall’associazione dei Comuni Chietini (il 4 novembre del 2013) le autorizzazioni a costruire il Megalò 2.
«IO HO AVVISATO». Il 2 ottobre scorso però la situazione si è ribaltata. La Sile, subentrata alla Sirecc, termina le opere di difesa idraulica e avvisa il Genio Civile. Otto giorni dopo collauda la diga d’acciaio e informa, ancora una volta, lo stesso ente di controllo che, il 24 novembre, comunica alla società bergamasca la presa d’atto di quanto è accaduto nell’arco di quei cinquanta giorni.
Arriviamo così al passaggio chiave di una complessa e lunga vicenda da cui dipendono centinaia di nuovi posti di lavoro ma anche la chiusura di tanti piccoli negozi. Il punto chiave è in questa frase che l’amministratore della Sile scrive nella lettera al Genio Civile di cui il Centro è venuto in possesso: «Tale presa d’atto rappresenta a tutti gli effetti un superamento dell’emergenza idraulica e, di fatto, revoca l’ordine di sospensione del 17 ottobre 2014». In altre parole è come se il manager Locatelli dicesse all’organo di vigilanza: io vi ho avvisato e questo è sufficiente per cominciare subito i lavori del Megalò 2, senza attendere che il Genio Civile revochi formalmente quel divieto imposto, tre anni fa, sul polo commerciale più grande d’Abruzzo.
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