Cofa, slitta la demolizione Una diffida contro l’appalto

Il centrodestra attacca la Regione: «L’intervento è illegittimo, va bloccato» Intanto l’impresa, per problemi tecnici, rinvia ancora di una settimana i lavori

PESCARA. Sembra una maledizione: ogni volta che sta per partire la demolizione dell’ex Cofa succede qualcosa. I lavori dal costo di 930mila euro, come aveva preannunciato nei giorni scorsi il presidente della Regione Luciano D’Alfonso, sarebbero dovuti partire oggi, ma ieri gli uffici dell’amministrazione regionale hanno fatto sapere che c’è stato un ulteriore rinvio. «La ditta ha avuto problemi tecnici», hanno spiegato fonti della Regione, «la demolizione comincerà mercoledì o giovedì prossimi». Ma adesso è emerso un altro ostacolo.

Ieri, i consiglieri comunali del centrodestra hanno annunciato di aver presentato una diffida al dirigente del settore Attività edilizie «ad intervenire immediatamente per determinare l’improcedibilità del titolo edilizio già presentato dalla Regione in merito alla demolizione dell’ex Cofa, in quanto le procedure seguite dalla Regione e dal Comune sono assolutamente illegittime». Illegittime, in quanto verrebbero violate le Norme tecniche di attuazione del piano regolatore che non contemplano per quell’area la sola demolizione. Se fosse veramente così, si bloccherebbe l’appalto per la demolizione per chissà quanto tempo ancora.

Nella diffida, firmata da Marcello Antonelli, Vincenzo D’Incecco, Luigi Albore Mascia, Fabrizio Rapposelli, Eugenio Seccia (Forza Italia), Guerino Testa, Alfredo Cremonese, Massimo Pastore (Ncd), Carlo Masci (Pescara futura), i consiglieri invitano il dirigente a «procedere in linea con il dettato regolamentare urbanistico della città, al fine di evitare che sul territorio di Pescara, in particolare nella zona del Piano particolareggiato 2, vengano effettuate operazioni in contrasto con il prg vigente». «Operazioni che esporrebbero il Comune», si legge ancora, «a responsabilità verso chiunque dovesse subire danni e, comunque, al rischio di un’azione giudiziaria dai contorni, dai tempi e dagli effetti indefiniti».«In base al prg e al Piano particolareggiato», ha spiegato Masci, «gli interventi consentiti sono quelli di manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro e risanamento conservativo, con esclusione della semplice demolizione senza ricostruzione, come prevede l’appalto della Regione».

«Il presidente della Regione Luciano D’Alfonso», ha osservato Testa, «sta per passare come creatore di grandi pasticci, nel silenzio di molti, a partire dal Comune con il sindaco Marco Alessandrini e il vice sindaco Enzo Del Vecchio». «Nessuno di noi è contrario alla demolizione di un rudere», ha aggiunto, «ma vogliamo che in quell’area ci sia una visione per la città».

«Siamo pronti ad affrontare questo argomento», ha sottolineato Antonelli, « ma affrontiamolo all’interno delle regole. Se ne discuta in consiglio comunale. Prima di dare il via all’appalto, va approvata una variante urbanistica in consiglio comunale. Del resto anche il Tar, quando si pronunciò per il caso di Pescaraporto, fece presente che non si può procedere in contrasto con il prg».

La società Pescaraporto doveva realizzare un centro residenziale proprio accanto all’ex Cofa, ma venne fermata dal Tar perché l’intervento risultò in contrasto con le norme sui premi di volumetria del Decreto sviluppo e del prg.

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