PESCARA
Colle Pineta, 80 anni fa la strage dei partigiani: fucilati e poi abbandonati / VIDEO
Oggi cerimonia davanti al cippo in onore dei nove giovani uccisi dai soldati nazisti e fascisti dopo un processo farsa
PESCARA. Sono passati ottant’anni dall’eccidio di Colle Pineta: era l’11 febbraio del 1944 quando 9 giovani furono fucilati dai soldati nazisti e fascisti, uno alla volta e poi gettati dentro buche nel terreno scavate in fretta. Questa mattina davanti al cippo nel cortile della scuola, chiamata proprio “11 febbraio 1944” per ricordare quel giorno buio, c'è stata la cerimonia in memoria dei martiri.
Erano giovani i partigiani della Banda Palombaro. I primi furono arrestati il 16 gennaio del 1944, gli ultimi il 4 febbraio. Poi, le torture nel carcere San Francesco di Chieti, un processo farsa nella sala del consiglio comunale a Palazzo d’Achille e la fucilazione nella fornace dismessa di Pescara, accanto a una cava d’argilla. Quei corpi senza vita furono ritrovati quattro mesi e mezzo dopo.
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Un massacro che unisce Pescara a Chieti: le vittime erano tutte di Chieti e si chiamavano Alfredo e Aldo Grifone, due fratelli di 23 e 20 anni, entrambi operai; Pietro Cappelletti, 28 anni, sposato e padre di due bambine; Nicola Cavorso, 23 anni, studente universitario di fisica e matematica e allievo ufficiale dell’aeronautica; Beniamino Massimo Di Matteo, 18enne, studente e vigile del fuoco; Raffaele Di Natale, 30 anni, venditore ambulante, soldato di fanteria, sposato e papà di due figlie; Stelio Falasca, 18 anni, studente, Vittorio Mannelli, soldato di fanteria di 23 anni, ex pugile; Aldo Sebastiani, 17enne, apprendista meccanico e vigile del fuoco. L’ultimo a essere fucilato fu Alfredo Grifone, premiato con la medaglia d’oro al Valor militare.