majella morrone

Comunità montana in 66 senza stipendio

La crisi dell’ente per il sociale in Val Pescara: buco di 3 milioni di euro con Equitalia, Inps e Inail. Morosi 16 Comuni, lavoratori non pagati da sette mesi

PESCARA. Tre milioni di euro di debiti con Equitalia, con l’Inps e l’Inail e 66 dipendenti non pagati da 7 mesi che continuano a lavorare per garantire l’assistenza in 16 comuni della Val Pescara e nella casa di riposo di Serramonacesca. Eccola la crisi dell’azienda per i servizi sociali Majella e Morrone, figlia della Comunità montana che porta lo stesso nome, Majella e Morrone, già sulla strada della liquidazione. Nella storia dell’azienda, la matematica diventa un’opinione per tutti, tranne per i dipendenti: per loro, resta una scienza, fredda e cinica, nella quale zero rappresenta solo i soldi incassati da luglio scorso a oggi.

Al vertice, da 40 giorni, c’è un amministratore unico, Oscar Pezzi, vicesindaco di Alanno: non percepirà un euro visto che l’era dei gettoni di presenza è passata. «Il problema è la mancanza di liquidità», sottolinea Pezzi, «perché i Comuni aderenti pagano le loro quote in ritardo». Ridotto ai minimi termini, accade questo: l’azienda eroga le prestazioni sociali, i Comuni che ne beneficiano non saldano in tempo e l’azienda non paga né tasse né dipendenti ma, non saldando i conti dei tributi, i debiti aumentano sempre di più per sanzioni e interessi.

Liquidatore al lavoro. I conti della Majella e Morrone li conosce Paolo Costanzi, commissario liquidatore della Comunità montana: sulla sua scrivania sono arrivati anche gli atti dell’azienda rimasta senza soldi. «Esiste un debito verso lo Stato di circa 2,8 milioni per i tributi non versati», spiega Costanzi, «e questo debito è stato diviso in due parti».

Pignoramento e rate. La prima, da quasi 1,2 milioni, è al centro di atto di pignoramento verso la Comunità montana: «Per questa parte», dice Costanzi, «i crediti certi ed esigibili che l’azienda vanta dai Comuni sono stati ceduti e, quando le amministrazioni pagheranno, saranno girate dalla Comunità montana a Equitalia». La seconda parte, 1,6 milioni di euro circa, è al centro di una procedura di rateizzazione già accordata da Equitalia: «La Majella e Morrone, per 72 mesi, dovrà pagare 40 mila euro al mese per mettersi in regola e i pagamenti, finora, sono puntuali».

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Trattativa Equitalia. L’azienda, però, vuole trattare ancora con Equitalia per pagare meno arretrati: «Abbiamo dato incarico per la ristrutturazione del debito allo studio legale-fiscale Del Federico di Pescara», rivela Pezzi, «se si riuscirà a dimostrare che il mancato pagamento delle imposte è intervenuto per i mancati saldi da parte delle amministrazioni pubbliche, allora, potremmo ottenere un taglio delle sanzioni e degli interessi, fino al 30 per cento: recuperare più di 300 mila euro sarebbe vitale per noi». Infatti, per pagare i 7 mesi di stipendi ai dipendenti servono circa 320 mila euro.

Soldi ai dipendenti? Capitolo dipendenti non pagati: «La Comunità montana», spiega Costanzi, «deve all’azienda 432 mila euro come credito residuo del 2014, quando arriverà tale somma da Comuni e Regione sarà girata ai dipendenti». Tra i lavoratori, però, inizia a dominare l’esasperazione.

Piano di rilancio e morosi. E il futuro? «Sarà necessario ridurre i costi per gestire il presente e programmare il futuro sapendo della zavorra del passato, cioè le rate da pagare ogni mese a Equitalia», avverte Costanzi, «l’amministratore ha illustrato un piano sostenibile nel tempo ma è necessaria un'iniezione iniziale di liquidità perché i pagamenti degli enti pubblici sono sempre in ritardo». «La soluzione ideale», conclude Pezzi, «sarebbe che gli enti pubblici pagassero puntualmente. Comunque, in questi giorni, i Comuni si sono impegnati a pagare, la tesoreria della Comunità montana conferma che i primi soldi stanno già arrivando, e, prima di un mese, potremmo pagare i dipendenti. Gli assessori regionali Marinella Sclocco e Mario Mazzocca e il presidente Luciano D’Alfonso ci saranno vicini».

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