Coppie gay, nozze e figli all’estero poi il ritorno in Abruzzo
L’avvocato Cerrone: nella nostra regione molte coppie di uomini o di donne che vivono con un bambino
PESCARA. «In Abruzzo non mancano casi di omogenitorialità. La nostre regione, infatti, anche in realtà decisamente piccole, ospita coppie di uomini o coppie di donne che convivono con un bambino; anche più di uno. Si tratta, come nel caso messo in luce dalla Corte suprema di Cassazione, di donne e di uomini con figli che, messa alle spalle una precedente unione eterosessuale, ne iniziano una omoaffettiva alla quale, spesso, hanno dovuto rinunciare perché intrappolati in schemi sociali rigidi e preconcetti».
A parlare è l'avvocato lancianese, Andrea Cerrone, dottore di ricerca in tutela dei diritti fondamentali all'università di Teramo. Il legale, alla luce della recente sentenza della Cassazione - il provvedimento apre alla possibilità di fare crescere figli in una coppia omosessuale, respingendo i pregiudizi e concentrandosi piuttosto su un equilibrato sviluppo del minore a prescindere dall'orientamento sessuale dei genitori -, prova a fare il punto della situazione in Abruzzo.
Avvocato, nella nostra regione vi sono esempi di coppie omosessuali con figli adottivi?
«Certo. Non ci sono soltanto casi di gay con un 'forzoso' passato eterosessuale, ma vi sono anche coppie omosessuali, ne conosco una molto determinata e combattiva, che hanno deciso di contrarre matrimonio all'estero, in Paesi che lo consentono, e di adottare lì un bambino, per poi fare ritorno nella nostra regione».
La sentenza della Suprema corte pone al centro il benessere del bambino, a prescindere dall'orientamento sessuali dei genitori.
«Esattamente. Proprio per questo dovremmo ripulire le nostre menti dai pregiudizi e guardare, come ha fatto la Cassazione, all'interesse superiore e concreto del bambino, non dimenticando mai di rispettarlo nel suo essere bisognoso di protezione e cura, indipendentemente dall'orientamento sessuale dei genitori»
Violenze e maltrattamenti, d'altronde, non sono di certo estranei alle famiglie eterosessuali.
«Nella mia professione di avvocato, ho visto casi drammatici di bambini utilizzati dai propri genitori eterosessuali come grimaldelli per ottenere condizioni economiche più favorevoli, nel corso della loro separazione, o come strumento di ricatti e ritorsioni sciagurate nei confronti del coniuge avversario. I casi di violenza in famiglia, peraltro, tanto di natura fisica che psicologica nei confronti dei minori, sono un'infinità».
A livello normativo, a che punto siamo, in Italia, sulla famiglia omosessuale?
«La Corte costituzionale, negli ultimi anni, si è più volte pronunciata in tal senso. Nel 2010, ad esempio, la Consulta ha ricordato, benché in molti sono soliti dimenticarlo, l'esistenza di una disposizione costituzionale estremamente importante: mi riferisco all'articolo 2. Pur confermando che spetta al Parlamento la scelta circa l'introduzione, costituzionalmente possibile, del matrimonio omosessuale nel nostro ordinamento, ha ricordato che la Repubblica riconosce e garantisce comunque i diritti inviolabili dell'uomo sia come singolo, sia nelle formazioni sociali in cui si svolge la sua personalità ed ha aggiunto che per formazione sociale deve intendersi ogni forma di comunità, semplice o complessa, idonea a consentire e favorire il libero sviluppo della persona nella vita di relazione. In tale nozione, secondo la Corte, è da annoverarsi anche l'unione omosessuale, cui spetta il diritto fondamentale di vivere liberamente detta condizione". Quale impatto avrà la sentenza della Cassazione sulla cultura sociale degli abruzzesi?
«Mi sembra scontato che per le famiglie omosessuali già costituite, pur senza un matrimonio, con dei bambini, non vi debbano essere ostacoli che impediscano di vivere alla luce del sole, non stancandosi mai di perseguire il pieno rispetto dei loro diritti. Anche le famiglie omogenitoriali abruzzesi, dunque, troppo spesso, ma non sempre, abituate a vivere nell'oscurità, non abbiano paura e vivano liberamente».
Lorenzo Dolce
©RIPRODUZIONE RISERVATA