Corte dei Conti: il 2017 anno nero dei furbi del cartellino 

Il presidente Miele: fenomeno grave. Nel mirino anche le indebite percezioni di fondi per la ricostruzione

L’AQUILA. L’assenteismo, anche se non produce particolari danni, resta una piaga difficile da estirpare nella nostra regione. Il presidente della sezione giurisdizionale della Corte dei conti, Tommaso Miele, lo ha evidenziato nella sua relazione in occasione della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario. Ma il lavoro dei magistrati contabili è stato caratterizzato anche da altri reati che confermano una «corruzione diffusa». Tuttavia il quadro dell’Abruzzo non è peggiore di quello di altre regioni.
I REATI. «Nel 2017», si legge nella relazione, «vi sono stati numerosi giudizi definiti mediante il procedimento monitorio. In particolare, alcuni di questi hanno riguardato ipotesi di danno conseguenti a casi di assenteismo in cui ai dipendenti pubblici risultati assenti ingiustificati era stato egualmente pagato dall’amministrazione il relativo compenso. Seppur relativi a ipotesi di modesta entità, particolarmente significativi appaiono il ruolo e le funzioni che le decisioni della sezione assumono nell’ambito della politica di contenimento, e di auspicabile abbattimento, dell’assai noto e assai grave fenomeno dell’assenteismo».

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Il giudice contabile ha poi elencato altri reati che, a suo dire, meritano di essere segnalati. «Le irregolarità varie», ha detto, «nella concessione di agevolazioni finanziarie da parte della pubblica amministrazione o la mancata utilizzazione delle stesse; l’indebita concessione e percezione di contributi per la ricostruzione a seguito del terremoto del 6 aprile 2009, l’illegittima erogazione di fondi da parte del ministero della attività produttive, l’illegittimo affidamento di incarichi da parte delle amministrazioni pubbliche e l’illegittima erogazione di finanziamenti europei o di contributi a fondo perduto».
CARICHI DI LAVORO. «Il carico di lavoro di giudizi di responsabilità», ha aggiunto Miele, «alcuni dei quali davvero impegnativi, ha continuato a far registrare un netto incremento rispetto agli anni precedenti e ha assorbito pienamente la capacità della sezione. Ciò non toglie che è stata sempre dedicata la dovuta cura all’esame di ogni singola questione».
TEMPI DEI GIUDIZI. I tempi sono celeri. «I tempi di definizione del giudizi», dice l’alto magistrato, «possono calcolarsi in una media di otto mesi tra la data di deposito del ricorso in segreteria fino alla sentenza, durata da ritenersi soddisfacente ove si tenga presente il numero assai limitato dei magistrati assegnati alla sezione». Nel 2017, infine, la sezione ha pronunciato 95 sentenze, di cui 55 di condanna e di parziale assoluzione.
FALSI TIMORI. «Le amministrazioni», ha concluso Miele, «non devono guardare alla Corte dei Conti con timore o diffidenza poiché la buona amministrazione e la buona politica non hanno nulla da temere se non hanno scheletri nell’armadio. Ma nella Corte dei conti devono vedere i migliori alleati per garantire la legalità».
L’AUSPICIO. «Basta con le finte riprese che ci vengono propinate», ha concluso Miele, «speriamo che il 2018 sia davvero l’anno della svolta».
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