Da destra Brunello Cucinelli, il presidente della Regione e il sindaco Gilberto Petrucci (foto f.be.)

PENNE

Cucinelli: "Qui è come Maranello per la Ferrari, siete i migliori per gli abiti da uomo" / VIDEO

L'imprenditore del cachemire alla presentazione del nuovo stabilimento che porta il suo nome: "Credo fortemente in questo progetto, partiamo da 75 lavoratori per arrivare tra 3 anni a 310/320"

PENNE. "Penne è come Maranello per la Ferrari. Siete i migliori nel realizzare gli abiti da uomo": sono le frasi con cui si è presentato questa mattina l'imprenditore del cachemire Brunello Cucinelli arrivato a Penne in occasione dell'apertura dello stabilimento produttivo che porta il suo nome. Cucinelli lo ha presentato a stampa e ad un numero ristretto di invitati.

leggi anche: Il nuovo stabilimento produttivo di Cucinelli a Penne Arriva il giorno di Cucinelli, l’imprenditore in città  Mercoledì il presidente esecutivo e direttore creativo dell’azienda illustra i dettagli del nuovo insediamento. Dopo la visita allo stabilimento, la conferenza in Comune collegata con uno schermo all’esterno

Ad aprire la conferenza (presenta anche il presidente della Regione Marco Marsilio ) il sindaco Gilberto Petrucci, che lo ha ringraziato per aver scelto Penne. «Sono io che ringrazio voi - ha subito risposto il Cavaliere Cucinelli - credo fortemente in questo progetto. Partiamo da 75 lavoratori per arrivare tra 3 anni a 310/320. Crediamo che si debba lavorare in un bel luogo di lavoro. E poi nello stipendio giusto per i nostri lavoratori».

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Cucinelli a Penne: "Bisogna ripartire da fabbriche belle, voi ce li mandereste i vostri figli a lavorare in una fabbrica senza finestre?"
Il re del cachemire alla presentazione del nuovo stabilimento parla anche della sua idea di sostenibilità e impresa etica (video f.bellante)

Nel corso della presentazione - con qualche problema al microfono - Cucinelli ha ribadito la sua idea di impresa etica e sostenibilità a 360 gradi e soprattutto verso il lavoratore. "Ci vogliono fabbriche belle. È da lì che bisogna ripartire. Voi ce li mandereste i vostri figli a lavorare in una fabbrica senza finestre, buia? No. E poi ci dev'essere una sostenibilità del lavoro. Da noi dopo le 17,30 c'è lo stop alle mail di lavoro. Va rivalutata la vita, il vivere il borgo, l'amicizia e il sorriso». (f.be.)

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