D’Amario: fuori chi falsifica le cartelle

4 Novembre 2012

La bufera giudiziaria sul Centro di salute mentale, il direttore generale Asl avvia un’indagine interna: punirò i colpevoli

PESCARA. «Kamikaze» che pensano soltanto a denunciarsi tra loro, che hanno messo in piedi «uno spettacolo penoso» e che «saranno puniti come mai prima d’ora». Non usa mezzi termini il direttore generale della Asl di Pescara Claudio D’Amario sui casi delle cartelle cliniche dei malati mentali falsificate e con dentro anche le fotocopie dei libretti postali, estratti conto bancari e appunti su case e proprietà. Cartelle cliniche finite al centro di 2 inchieste dei carabinieri del Nas come anticipato dal Centro.

Indagine interna alla Asl. Dopo la denuncia di un avvocato pescarese, Luca De Felice, che ha trovato 3 copie diverse della stessa cartella clinica di un suo assistito, un paziente di 57 anni del Centro di salute mentale Pescara sud affetto da psicosi depressiva, e i primi sequestri dei Nas, la Asl non può chiudere gli occhi: «Ho chiesto al direttore sanitario Fernando Guarino di aprire un’indagine interna e il primario Sabatino Trotta stilerà una relazione per farmi capire cosa è successo», afferma D’Amario.

«Punizioni esemplari». Con la doppia indagine sulle cartelle cliniche del Csm ancora aperta, il manager Asl sembra avere già le idee chiare: vuol dire che sa quello che accade al terzo piano del palazzo ex Sert di via Paolini, proprio di fronte al suo ufficio. «Chi ha commesso atti illegali», avverte, «sarà sospeso immediatamente dal servizio e, in un eventuale processo penale, ci costituiremo parte civile per richiedere i danni d’immagine. Questa situazione è inconcepibile e sarò durissimo, ancora più del passato, per contrastare comportamenti inammissibili: siamo una delle migliori Asl del centro sud d’Italia e non è giusto che si accendano i riflettori su di noi per comportamenti ignobili». D’Amario abbandona i condizionali: «In caso di reati così gravi, le rimozioni del personale», promette, «saranno esemplari e motivate, non ci saranno ricorsi che tengano».

«Spettacolo penoso». Il manager Asl continua: «Mi dispiace che i pazienti e le loro famiglie debbano assistere a uno spettacolo penoso. Così non si offre un esempio: è come se scoprissi che un medico del Sert che cura la tossicodipendenza, poi, se ne va a casa a drogarsi».

«Io, manager baby-sitter». Poi, il direttore generale chiede quasi scusa per il clima di veleni al Csm: «Posso soltanto immaginare come si sentano i pazienti del Csm e le loro famiglie. C’è un clima di conflittualità intollerabile: se si arriva a fare a botte è segno che qualcosa non va», spiega D’Amario riferendosi al caso di una dottoressa finita a processo con l’accusa di lesioni perché in corsia avrebbe strattonato un’infermiera per un braccio e le avrebbe provocato una distorsione alla spalla. «A volte più che un direttore generale mi sento quasi un baby sitter», sbotta il manager Asl, «ho già rimosso una dottoressa spostandola in un’altra area per evitare incompatibilità ma entro Natale la riorganizzazione del Csm sarà completata. È necessario cancellare quest’area grigia della Asl». Ma come è possibile che anche documenti finanziari dei malati mentali siano finiti tra le diagnosi mediche? «Quando un settore non è ben organizzato e manca un leader, può accadere di tutto. Poi, dovremo capire se è frutto dell’azione di un singolo, se c’è un gruppo che delinque o se ci sono dispetti tra dipendenti». Altre risposte arriveranno dalle indagini della magistratura e dalle relazioni Asl.

Medicina legale sott’accusa. Insieme agli interventi sul Csm, D’Amario annuncia cambi anche nella Medicina legale, il settore che coordina l’attività delle commissioni di invalidità e delle patenti speciali, entrambe già finite sotto la lente degli inquirenti: «Anche questa è un’area grigia ma, sempre entro Natale, la riorganizzazione sarà pronta, una riorganizzazione», sottolinea il direttore generale, «dettata dal malcontento e dalle proteste degli utenti, prime spie dei disagi». L’obiettivo della Asl è trasferire gli uffici delle patenti speciali da via Pesaro a via Tirino: «Abbiamo trovato», annuncia D’Amario,« locali civili e con parcheggi per gli utenti».

©RIPRODUZIONE RISERVATA