E un pentito si uccide 4 giorni dopo l’arrivo a Sulmona
SULMONA. Si uccide nel carcere abruzzese dove ergastolani e collaboratori di giustizia, accusati e accusatori, scontano le loro pene gli uni accanto agli altri. Ma non è possibile che sia così. Lo...
SULMONA. Si uccide nel carcere abruzzese dove ergastolani e collaboratori di giustizia, accusati e accusatori, scontano le loro pene gli uni accanto agli altri. Ma non è possibile che sia così. Lo dice il sindacato della polizia penitenziaria. E lo sostiene anche la politica che ha deciso di portare il caso di Sulmona in parlamento. «Un ragazzo di 24 anni, detenuto pentito, si è suicidato nel carcere di Sulmona», scrive la senatrice del Pd Stefania Pezzopane. «Proveniente dal penitenziario di Benevento e originario di Altamura, era da poco nell'istituto abruzzese. Sto presentando un'interrogazione parlamentare», annuncia la parlamentare abruzzese, «perché siano accertate le circostanze che hanno condotto all'ennesimo suicidio dietro le sbarre. La vita preservata anche nelle carceri. Così come va garantito a chi lavora in carcere il diritto alla sicurezza». La Pezzopane annuncia sopralluoghi nei penitenziari abruzzesi. «Sembra che questo ragazzo», continua, «abbia approfittato di un cambio turno degli agenti per suicidarsi a 4 giorni dal suo arrivo nel supercarcere. Voglio capire che cosa è accaduto». Arriviamo al punto chiave: «Nelle condizioni di carenza di personale da cui è afflitto il carcere di Sulmona», afferma la senatrice, «mi chiedo se abbia senso tenere aperto il reparto collaboratori di giustizia». Ma se ci fosse un garante? «La Regione non può più rinviare la nomina del Garante dei detenuti, quale figura essenziale per monitorare e seguire la situazione all'interno delle carceri», risponde la Pezzopane.
Anche l’associazione Antigone, attraverso il suo presidente, l’avvocato avezzanese Salvatore Braghini, afferma che «questa tragica vicenda dev’essere subito chiarita», così come «vanno adottati tutti i provvedimenti necessari a garantire condizioni di vita dignitose per i detenuti e di lavoro per la polizia penitenziaria». Nel carcere di Sulmona ci sono un notevole sovraffollamento, un’altissima presenza di ergastolani e la presenza di un cospicuo numero di collaboratori di giustizia, proprio come il giovane di Altamura trovato morto nella sua cella mentre era in corso il cambio di turno delle guardie. «Come presidente regionale di Antigone, dopo essere stato ricevuto in V Commissione del Consiglio regionale, rinnovo il mio appello», conclude Braghini, «affinché la politica intervenga tempestivamente per risolvere i tanti problemi degli 8 istituti penitenziari abruzzesi». (l.c.)