Famiglie divise al funerale dell’ingegnere
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Addio a Pavone, sorella da una parte e moglie dall’altra. Resta in carcere l’amante della consorte accusato di aver sparato
MONTESILVANO. «Ti prego, Marino, pensaci tu, aiutami tu». E’ nell’abbraccio al suo avvocato Marino Di Felice che Adele Pavone in lacrime, sostenuta dal marito e dai familiari, ha affidato il suo desiderio di giustizia a due passi dalla bara del fratello Carlo Pavone, l’ingegnere a cui ieri la famiglia ha potuto dare l’addio nella chiesa del Sacro Cuore a Pescara. Un funerale che, a causa dello slittamento dell’autopsia, è arrivato a distanza di quasi venti giorni dalla morte di Pavone, l’uomo che il 30 ottobre 2013 era sceso per gettare la spazzatura sotto casa in via De Gasperi a Montesilvano ed è finito in ospedale con una pallottola in testa. Nessun riferimento, durante l’omelia di don Giuseppe Masciulli, alla tragedia che si è abbattuta su due famiglie che da oltre un anno vivono divise, senza parlarsi perché la moglie di Pavone Raffaella D’Este – estranea all’inchiesta, mai indagata – è stata l’amante dell’uomo, Vincenzo Gagliardi, finito in carcere con l’accusa di aver sparato al marito di D’Este. Così, anche ieri pomeriggio, nella chiesa al centro di Pescara, le due famiglie non si sono mai incrociate, sedendo ai banchi opposti della chiesa, entrando separatamente: i familiari di Pavone attendendo l’arrivo del feretro all’esterno della chiesa mentre D’Este era già seduta all’interno.
«Carlo ha sperimentato la durezza della vita», ha detto don Giovanni rivolgendosi alle circa 300 persone arrivate in chiesa e ricordando che l’ingegnere «ha vissuto nell’onestà». Una vita serena, dedita alla famiglia e al lavoro di ingegnere informatico, interrotta drammaticamente il 30 ottobre 2013 quando Pavone è stato raggiunto da un colpo di arma da fuoco per quello che, secondo l’ordinanza del gip, era stato «un movente di natura passionale». Da quella notte Pavone non si è più ripreso, ha vissuto in uno stato vegetativo ora ricoverato a Pescara ora in una clinica nella Marche.
A salutare l’ingegnere di 43 anni c’erano anche gli anziani genitori di Pavone arrivati a Pescara solo da un paio di mesi perché residenti in Venezuela ma c’erano anche i tanti parenti, gli amici dell’uomo e l’altro avvocato che sta seguendo la famiglia, Massimo Galasso.
E’ alla fine del funerale che, la sorella più cara di Carlo, Adele, ha rinnovato all’avvocato la sua richiesta di aiuto, la sua volontà di sapere perché suo fratello è morto e chi è stato a sparargli. Poco dopo, quando la folla stava defluendo, D’Este è andata a salutare il feretro del marito insieme ai figli che hanno perso il papà.
L’inchiesta sulla morte dell’ingegnere è ancora aperta e nel maggio scorso è finito in carcere Gagliardi sulla cui testa, dalla morte di Pavone, pende l’accusa di omicidio. Dipendente delle Poste di via Volta a Pescara e originario di Chieti, Gagliardi si trova ancora in carcere e per l’uomo, poco prima della morte dell’ingegnere, il pm Anna Rita Mantini aveva chiesto il giudizio immediato. Ma i tempi, dopo la scomparsa di Pavone, si sono dilatati anche perché prima dell’inizio del processo dovranno arrivare i risultati dell’autopsia sul corpo dell’ingegnere.
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