«Fatto inaudito, gravi omissioni»
FRANCAVILLA AL MARE. Alle ore 17 di martedì, al Comune di Francavilla al Mare, e segnatamente al sindaco Antonio Luciani, è stata recapitata la mail certificata della soprintendenza archeologica,...
FRANCAVILLA AL MARE. Alle ore 17 di martedì, al Comune di Francavilla al Mare, e segnatamente al sindaco Antonio Luciani, è stata recapitata la mail certificata della soprintendenza archeologica, Belle arti e paesaggio di Chieti, con la quale si chiedeva di sospendere i lavori alla Sirena. Ma nonostante questa comunicazione ufficiale, due ore più tardi, il tempo di redigere un'articolata risposta alla soprintendente Rosaria Mencarelli, il sindaco, alle 19 in punto, ha dato il via libera all'enorme tronchese per l'avvio della demolizione dell'ala storica dell'edificio. Ancora qualche giorno di lavoro e del fabbricato, sventrato nelle ultime 48 ore, resteranno solo macerie sotto alle quali saranno sepolti anche i ricordi di intere generazioni di francavillesi.
Luciani corre. Ha accelerato il piano smentendo le sue stesse indicazioni, secondo cui il cantiere sarebbe stato aperto non prima del 28 agosto. Per il 30 era infatti concordato un incontro tra Luciani e la Mencarelli. La soprintendente, che solo da qualche giorno si è insediata nel suo ufficio teatino, ha preferito non rilasciare dichiarazioni ufficiali. Nella sua mail certificata di martedì, aveva scritto che «a norma della legge vigente, il procedimento per la verifica di interesse culturale su palazzo Sirena, avviato da questo ufficio, non è ancora concluso. Spetta alla commissione regionale per il patrimonio culturale dichiarare, con apposito decreto, l'esito positivo o negativo del procedimento».
Sempre ieri, Articolo 1-Mdp ha tenuto l’annunciato incontro-dibattito dal titolo “Palazzo Sirena... un disastro da evitare”, nella piazzetta adiacente, mentre venivano giù le macerie. All’incontro hanno partecipato diversi cittadini, rappresentanti delle associazioni (Italia Nostra, comitato Risorgi Sirena, docenti universitari e Daniele Licheri, di Sinistra Italiana. Tutti hanno espresso contrarietà e indignazione alla decisione di Luciani di avviare la demolizione senza attendere il parere relativo al vincolo. Parere, che come ricorda Maria Cristina Luciani, di Risorgi Sirena, potrà essere espresso solo a partire da ieri, giorno in cui sono rientrati i componenti della commissione regionale del ministero dei Beni Culturali.
«Non si trovano in Italia i soldi per demolire le costruzioni abusive», tuona il deputato Gianni Melilla, «ma si trovano centinaia di migliaia di euro per abbattere un edificio pubblico di grande valenza storica e culturale come Palazzo Sirena. In questa vicenda intravedo omissioni gravi da parte di organi dello Stato che avrebbero dovuto esprimere posizioni chiare e non l'hanno fatto. Interesserò con un’interpellanza a risposta urgente il governo e il ministro per accertare i fatti e i comportamenti delle soprintendenze interessate. Nonostante l'invito della Soprintendentenza teatina ad attendere l'esito della riunione del 30 agosto, l'amministrazione comunale ha ritenuto di procedere comunque alla demolizione. Anche su questa circostanza ci dovrà essere un controllo di legalità». Licheri e Marisa D'Alfonso, di Sinistra Italiana parlano di “sindaco sceriffo”: «Se passa l'idea che chi vince fa come gli pare, costruiamo un paese peggiore per noi e per i nostri figli perché rischiamo di far passare un messaggio pericoloso: voglio fare una cosa e me ne infischio delle regole. Il metodo utilizzato dal sindaco di Francavilla e le motivazioni addotte nella sua lettera sono il delirio di un malato di onnipotenza. La sua lettera lo fa sedere subito dalla parte del torto. Ha scelto la via dello scontro e della spettacolarizzazione dell'abbattimento, trasformando la città in un'arena».
«È un evento», dice il consigliere Stefano Di Renzo, «che avrà ripercussioni legali. Vedremo il da farsi».
«L'abbattimento della Sirena è un fatto gravissimo» osserva l’ambientalista Bruno Zulli, «rimanda al 1943, quando l'esercito nazista demolì il Palazzo Sirena del tempo. Squadrismo esibizionista: sono il podestà e faccio ciò che voglio. Oggi siamo tutti più poveri»
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Luciani corre. Ha accelerato il piano smentendo le sue stesse indicazioni, secondo cui il cantiere sarebbe stato aperto non prima del 28 agosto. Per il 30 era infatti concordato un incontro tra Luciani e la Mencarelli. La soprintendente, che solo da qualche giorno si è insediata nel suo ufficio teatino, ha preferito non rilasciare dichiarazioni ufficiali. Nella sua mail certificata di martedì, aveva scritto che «a norma della legge vigente, il procedimento per la verifica di interesse culturale su palazzo Sirena, avviato da questo ufficio, non è ancora concluso. Spetta alla commissione regionale per il patrimonio culturale dichiarare, con apposito decreto, l'esito positivo o negativo del procedimento».
Sempre ieri, Articolo 1-Mdp ha tenuto l’annunciato incontro-dibattito dal titolo “Palazzo Sirena... un disastro da evitare”, nella piazzetta adiacente, mentre venivano giù le macerie. All’incontro hanno partecipato diversi cittadini, rappresentanti delle associazioni (Italia Nostra, comitato Risorgi Sirena, docenti universitari e Daniele Licheri, di Sinistra Italiana. Tutti hanno espresso contrarietà e indignazione alla decisione di Luciani di avviare la demolizione senza attendere il parere relativo al vincolo. Parere, che come ricorda Maria Cristina Luciani, di Risorgi Sirena, potrà essere espresso solo a partire da ieri, giorno in cui sono rientrati i componenti della commissione regionale del ministero dei Beni Culturali.
«Non si trovano in Italia i soldi per demolire le costruzioni abusive», tuona il deputato Gianni Melilla, «ma si trovano centinaia di migliaia di euro per abbattere un edificio pubblico di grande valenza storica e culturale come Palazzo Sirena. In questa vicenda intravedo omissioni gravi da parte di organi dello Stato che avrebbero dovuto esprimere posizioni chiare e non l'hanno fatto. Interesserò con un’interpellanza a risposta urgente il governo e il ministro per accertare i fatti e i comportamenti delle soprintendenze interessate. Nonostante l'invito della Soprintendentenza teatina ad attendere l'esito della riunione del 30 agosto, l'amministrazione comunale ha ritenuto di procedere comunque alla demolizione. Anche su questa circostanza ci dovrà essere un controllo di legalità». Licheri e Marisa D'Alfonso, di Sinistra Italiana parlano di “sindaco sceriffo”: «Se passa l'idea che chi vince fa come gli pare, costruiamo un paese peggiore per noi e per i nostri figli perché rischiamo di far passare un messaggio pericoloso: voglio fare una cosa e me ne infischio delle regole. Il metodo utilizzato dal sindaco di Francavilla e le motivazioni addotte nella sua lettera sono il delirio di un malato di onnipotenza. La sua lettera lo fa sedere subito dalla parte del torto. Ha scelto la via dello scontro e della spettacolarizzazione dell'abbattimento, trasformando la città in un'arena».
«È un evento», dice il consigliere Stefano Di Renzo, «che avrà ripercussioni legali. Vedremo il da farsi».
«L'abbattimento della Sirena è un fatto gravissimo» osserva l’ambientalista Bruno Zulli, «rimanda al 1943, quando l'esercito nazista demolì il Palazzo Sirena del tempo. Squadrismo esibizionista: sono il podestà e faccio ciò che voglio. Oggi siamo tutti più poveri»
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