Ferri accusa: preferenze in vendita a 50 euro
Il candidato di Fratelli d’Italia, detto il Falco, parla di elettori che offrono il proprio voto per soldi
MONTESILVANO. Offrire il proprio voto elettorale, con tanto di prove, in cambio di denaro. È la voce che gira in questi giorni a Montesilvano dove alcuni cittadini, spinti dalla povertà o semplicemente alla ricerca di soldi facili, starebbero rivolgendo questo genere di proposte ai candidati.
A segnalare il fatto è Mario Ferri, detto «il Falco», conosciuto per le sue invasioni di campo e candidato nelle file di Fratelli d’Italia/An. «Quello che mi è capitato è davvero vergognoso» racconta Ferri, che ha deciso di accendere i riflettori sulla presunta compravendita delle preferenze. «Qualche giorno fa», dice, «sono stato avvicinato da alcune persone che non conoscevo ma che dimostravano di conoscermi bene, forse per il mio passato da invasore di stadi o più semplicemente per la campagna elettorale che sto portando avanti in questi giorni. Mi hanno chiesto se avessi bisogno di preferenze e che loro sarebbero stati in grado di trovarmene parecchie, ma a una condizione: dovrei pagare 50 euro per ogni voto ricevuto». Gli anonimi interlocutori citati da Ferri avrebbero inoltre cercato di convincere il «Falco» anche mettendo sul piatto precise garanzie.
«Mi hanno assicurato che avrebbero chiesto agli elettori di fotografare la scheda all’interno della cabina elettorale», prosegue il candidato, «così da potermi dimostrare che davvero quelle persone mi avrebbero votato». Davanti alle perplessità di Ferri i «commercianti di voti» avrebbero provato anche trattare sul prezzo. «Pensavano che il problema del mio rifiuto fosse di natura economica, quindi mi hanno proposto un prezzo di favore: venti euro a voto anziché i 50 inizialmente offerti, a patto che ne avessi acquistati un bel pacchetto».
Pur denunciando pubblicamente quest’episodio pur senza indicare nomi e fonti, Ferri confessa di non avercela con chi mette in vendita il proprio voto. «Non me la sento di condannare chi, magari per disperazione, è costretto a trovare qualsiasi escamotage pur di guadagnare qualche euro», dice, «provo rabbia perché se vanno in giro simili proposte devono esserci certamente candidati che, senza alcuna morale, accettano questi sporchi giochetti».
Ferri lancia infine un appello ai presidenti di seggio invitandoli a tenere gli occhi ben aperti per evitare che gli elettori fotografino le schede . (a.l.)
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