Forza Italia contro la Madia: «Serve una Polizia ambientale»
Mozione alla Camera del deputato abruzzese Di Stefano: «Restituire al Corpo ruolo pieno e autonomo». Nel mirino la legge della ministra dem. Castricone (Pd): il problema esiste, non esclusa una riorganizzazione
ROMA. «Ridateci il Corpo forestale...». Come Masaniello, Fabrizio Di Stefano guida la rivolta azzurra contro la riforma della pubblica amministrazione della ministra Marianna Madia. Nel mirino del deputato abruzzese di Forza Italia è finita, in particolare, la norma che ha disposto l’accorpamento della Forestale con l’Arma dei Carabinieri.
«Un errore da correggere, prima che a farlo, alla luce dei rilievi di costituzionalità sollevati dal Tar Abruzzo, sia ancora una volta un giudice», avverte lo stesso Di Stefano. Primo firmatario di una mozione, presentata ieri a Montecitorio, per impegnare il governo a predisporre «un sistema di gestione e lotta» agli incendi attraverso il potenziamento di «controlli e misure di prevenzione». Specialmente dopo i roghi che hanno «devastato la penisola e numerose aree di pregio naturalistico», colpendo duramente anche l’Abruzzo. Come dice, del resto, il capogruppo di FI alla Camera, Renato Brunetta, sono i numeri ad imporlo. Perché, nel 2017, «non solo ci sono stati più incendi dell’anno precedente, ma l’estensione è aumentata straordinariamente, del 176%, e questo vuol dire che la capacità di spegnere è diminuita». Un dato su cui il calabrese Roberto Occhiuto chiede addirittura un’indagine parlamentare per verificare se la capacità di sedare gli incendi sia stata effettivamente ridimensionata dalla riforma Madia. Quel che è certo, sostiene il testo della mozione, vista la «grande impreparazione nel saper prevenire e mettere in sicurezza il prezioso patrimonio naturalistico nazionale», emerge chiaramente la necessità di recuperare, l’esperienza del Corpo forestale, costituendo «un’unica forza di Polizia ambientale su tutto il territorio nazionale». Composta, oltre che dallo stesso Corpo forestale dello Stato, anche da quelli delle Regioni e delle Province autonome». Ma non è tutto. La mozione Di Stefano chiede anche di intervenire, «attraverso una modifica della normativa vigente, per correggere le storture della riforma Madia», restituendo al Corpo forestale «il suo ruolo pieno ed autonomo». Provvedendo, parallelamente, «al potenziamento degli organici, nonché dei mezzi a disposizione del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco», per metterlo nelle condizioni «di svolgere tempestivamente il compito istituzionale del soccorso tecnico urgente».
Insomma, una vera e propria dichiarazione di guerra contro il provvedimento della ministra Pd. Anche perché, sottolinea Di Stefano, «al netto degli stipendi, il Corpo forestale dello Stato costava appena 20 milioni, ma ne recuperava circa 17 con le multe e le sanzioni comminate». Tirando le somme, aggiunge il deputato abruzzese, «per un risparmio irrisorio si è deciso di sciogliere un fiore all’occhiello del nostro Paese che oggi è l’unico in Europa privo di un corpo specializzato sul fronte della tutela ambientale». Un corpo imprescindibile, conclude Di Stefano, «per garantire rapidità di intervento e prevenzione».
Ma cosa pensano nel Pd della mozione di FI? «Il tema esiste, ma invito alla cautela sui dati - commenta Antonio Castricone -. E’ evidente che il numero eccessivo di emergenze, spesso aggravate dalle avverse condizioni meteo, induce ad una riflessione su quella che può essere la soluzione migliore. Senza escludere ipotesi di riorganizzazione che, però, non necessariamente coincidono con un ritorno all’antico».
«Un errore da correggere, prima che a farlo, alla luce dei rilievi di costituzionalità sollevati dal Tar Abruzzo, sia ancora una volta un giudice», avverte lo stesso Di Stefano. Primo firmatario di una mozione, presentata ieri a Montecitorio, per impegnare il governo a predisporre «un sistema di gestione e lotta» agli incendi attraverso il potenziamento di «controlli e misure di prevenzione». Specialmente dopo i roghi che hanno «devastato la penisola e numerose aree di pregio naturalistico», colpendo duramente anche l’Abruzzo. Come dice, del resto, il capogruppo di FI alla Camera, Renato Brunetta, sono i numeri ad imporlo. Perché, nel 2017, «non solo ci sono stati più incendi dell’anno precedente, ma l’estensione è aumentata straordinariamente, del 176%, e questo vuol dire che la capacità di spegnere è diminuita». Un dato su cui il calabrese Roberto Occhiuto chiede addirittura un’indagine parlamentare per verificare se la capacità di sedare gli incendi sia stata effettivamente ridimensionata dalla riforma Madia. Quel che è certo, sostiene il testo della mozione, vista la «grande impreparazione nel saper prevenire e mettere in sicurezza il prezioso patrimonio naturalistico nazionale», emerge chiaramente la necessità di recuperare, l’esperienza del Corpo forestale, costituendo «un’unica forza di Polizia ambientale su tutto il territorio nazionale». Composta, oltre che dallo stesso Corpo forestale dello Stato, anche da quelli delle Regioni e delle Province autonome». Ma non è tutto. La mozione Di Stefano chiede anche di intervenire, «attraverso una modifica della normativa vigente, per correggere le storture della riforma Madia», restituendo al Corpo forestale «il suo ruolo pieno ed autonomo». Provvedendo, parallelamente, «al potenziamento degli organici, nonché dei mezzi a disposizione del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco», per metterlo nelle condizioni «di svolgere tempestivamente il compito istituzionale del soccorso tecnico urgente».
Insomma, una vera e propria dichiarazione di guerra contro il provvedimento della ministra Pd. Anche perché, sottolinea Di Stefano, «al netto degli stipendi, il Corpo forestale dello Stato costava appena 20 milioni, ma ne recuperava circa 17 con le multe e le sanzioni comminate». Tirando le somme, aggiunge il deputato abruzzese, «per un risparmio irrisorio si è deciso di sciogliere un fiore all’occhiello del nostro Paese che oggi è l’unico in Europa privo di un corpo specializzato sul fronte della tutela ambientale». Un corpo imprescindibile, conclude Di Stefano, «per garantire rapidità di intervento e prevenzione».
Ma cosa pensano nel Pd della mozione di FI? «Il tema esiste, ma invito alla cautela sui dati - commenta Antonio Castricone -. E’ evidente che il numero eccessivo di emergenze, spesso aggravate dalle avverse condizioni meteo, induce ad una riflessione su quella che può essere la soluzione migliore. Senza escludere ipotesi di riorganizzazione che, però, non necessariamente coincidono con un ritorno all’antico».