Francavilla: morto a 24 anni sotto il treno, indagati macchinista e operatori

Il ragazzo si è tolto la vita, ma per la Procura la sua presenza sui binari era stata segnalata in anticipo e ipotizza l'omicidio colposo

CHIETI. Per la Procura non è stato un suicidio. In tre sono accusati di omicidio colposo per la morte di D.D., 24 anni di Ortona, travolto a Francavilla da un treno Frecciabianca proveniente da Bari e diretto a Milano. Era il 28 febbraio del 2017 e su quel convoglio c’erano 150 passeggeri. Ora rischiano di finire sotto processo il macchinista che guidava il treno, R. D., 38 anni di Canosa di Puglia, e due operatori del Dco (Dirigente centrale operativa) di Bari, G. A. (36) di Canosa di Puglia e M. Z. (46) di Orta Nova, in provincia di Foggia. La richiesta di rinvio a giudizio è stata firmata dal sostituto procuratore della Repubblica di Chieti Marika Ponziani. L’udienza preliminare davanti al giudice Andrea Di Berardino (per l’accusa c’era il pm Lucia Anna Campo) è slittata al prossimo 13 novembre dopo l’istanza di rinvio presentata da uno dei difensori. I familiari della giovane vittima, assistiti dagli avvocati Vittorio Supino e Peppino Polidori, si sono costituti parte civile.
Secondo l’accusa, i tre imputati hanno provocato la morte del ragazzo per «colpa consistita in imprudenza, imperizia e negligenza». Nello specifico, in base all’imputazione, sarebbe stata violata «la norma di sicurezza in merito alla circolazione dei treni che impone, qualora si verifichi o venga segnalata l’indebita presenza di persone lungo la linea ferroviaria, di prescrivere la riduzione della velocità dei treni, nel tratto d’interesse, a 30 chilometri orari (la cosiddetta marcia a vista)». Dalle indagini, infatti, è emerso che quella mattina agli operatori del Dco era stata «debitamente e tempestivamente segnalata la presenza di D.D. che camminava lungo la rete ferroviaria, in direzione della stazione di Francavilla al Mare, verso sud». Il pm, dunque, contesta  di aver omesso «di prescrivere la marcia a vista ai convogli ferroviari in transito».
Il macchinista invece, giunto in prossimità del luogo in cui si è consumato il dramma, non avrebbe prestato «sufficiente attenzione» e non si sarebbe accorto in tempo «della presenza di D.D. che, con intento suicida, si era sdraiato sui binari». (g.lett.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA