I PAPERONI DELLO SPORT
Gallinari batte tutti: guadagnerà 19 milioni
Piovono soldi come coriandoli a carnevale. Sempre meno sport, sempre più business. Le cifre stanno diventando imbarazzanti se rapportate alla fatica per arrivare alla fine del mese dell’italiano medio. Gli stenti della vita di tutti i giorni fanno a cazzotti con i fasti dello sport d’elite. A tal punto da chiedersi: ma è giusto pagare così tanto i divi dello sport.
La notizia dovrebbe essere ufficializzata oggi, ma dietro il passaggio di Danilo Gallinari ai Los Angeles Clippers si cela un nuovo record, quello dello sportivo italiano più pagato. Sì, perché l’ala piccola originaria di Sant’Angelo Lodigiano (Milano) firmerà un triennale da circa 57 milioni di euro. Che fanno 19 milioni a stagione. Roba da stropicciarsi gli occhi. E questa volta non è il calcio a pagare tutti questi soldi, ma il basket. Che negli States la fa da padrone al pari del baseball, del football americano e dell’hockey. Negli Stati Uniti la Nba è qualcosa più che un torneo di pallacanestro, è uno spettacolo capace di catalizzare gli interessi delle televisioni e degli sponsor. Una macchina da soldi. Basti pensare a Steph Curry, uno dei protagonisti di Golden State Warriors vincitore dell’ultima Nba, che si è appena accordato con il suo club che gli pagherà 201 milioni di dollari in cinque anni. Questo tanto per rendere l’idea delle cifre che circolano nel basket americano. C’è poco da restare a bocca aperta se si considera il contesto. Praticamente un altro pianeta, spettacolo più che sport. Gallinari è un figlio d’arte - il papà Vittorio oggi fa il procuratore - che ha spiccato il volo nel 2008 quando ha lasciato Milano per sbarcare nell’Nba che è il sogno di tutti i giocatori di basket. Prima a New York e poi a Denver con una piccola parentesi di nuovo a Milano. A Denver, con i Nuggets, aveva la possibilità di restare con un ingaggio di 16,1 milioni di dollari. Ma il 28enne azzurro ha preferito cambiare e fare un ulteriore salto di qualità nel conto in banca.
Gli altri sul podio. Nella graduatoria dei primatisti dei guadagni, Gallinari spodesta dal trono Graziano Pellè, il calciatore leccese che l’estate scorsa è sbarcato in Cina. Non un attaccante di primissimo piano. Non un nome altisonante nel panorama mondiale. Ma comunque in grado di attirare l’attenzione dello Shandong Luneng, la squadra cinese che pur di averlo in squadra lo paga 14 milioni di euro l’anno. Pellè nel giro di pochi giorni è passato dalla critiche piovutegli addosso per il rigore sbagliato con la maglia della Nazionale agli Europei del 2016, contro la Germania, al super ingaggio milionario. Potenza del calcio. Potenza dei Renminbi, letteralmente moneta del popolo. Tanti Renminbi che la Cina sta rovesciando sul calcio (vedi le acquisizioni, tra gli altri, di Milan e Inter) per cercare di scalzare l’Europa e diventare il paradiso del calcio mondiale. Un paradosso per il Paese che fu di Mao Tse Tung fautore dello stato comunista, fondato su un modello economico socialista e guidato dal mitico Partito. Tant’è che ultimamente lo Stato sta cercando di porre un freno alle spese folli per il pallone. Nel frattempo, il 31enne Pellè sta per iniziare la seconda stagione nella Super League, la serie A cinese, con uno stipendio annuale di 14 milioni di euro.
Sul gradino più basso del podio, tra gli sportivi italiani più pagati, c’è Valentino Rossi, il 38enne pilota di Tavullia protagonista da venti anni della Motogp, una vera e propria icona del mondo dei motori. Sette milioni e mezzo di euro l’ingaggio che gli viene riconosciuto dalla Yamaha. Che, va sottolineato, rappresentano solo una parte dei suoi introiti ai quali si aggiungono i contratti di sponsorizzazione.
Ai piedi del podio. Alle spalle di Valentino Rossi ci sono due calciatori, nemmeno di primissimo piano. Sono Daniele De Rossi, centrocampista della Roma, e Sebastian Giovinco, attaccante del Toronto (Canada), con 6,5 milioni. A una cifra del genere sono arrivati anche grazie a circostanze particolari: De Rossi fino a un paio di anni era il calciatori italiano più pagato, perché la Roma - pur di non perderlo a parametro zero - gli ha riconosciuto una cifra tale da fargli rifiutare qualsiasi altra offerta. Discorso simile per Giovinco che ha scelto di emigrare in Canada alla vigilia della scadenza del contratto nel 2015. Così facendo, chi lo ha acquistato non ha dovuto pagare il cartellino (alla Juventus) ma soltanto il suo ingaggio. Che, ovviamente, è lievitato.
E poi c’è Messi... Ieri è stata ufficializzata la notizia che era nell’aria da tempo. Ovvero che Leo Messi resterà al Barcellona. Probabilmente, chiuderà lì la sua carriera. Il 30enne attaccante argentino, infatti, ha firmato un nuovo contratto che scadrà il 30 giugno del 2021. Altri 4 anni con un ingaggio di oltre 30 milioni l’anno. Addirittura, c’è chi parla di una cifra tra i 35 e i 40 milioni l’anno, compresi i bonus. Il nuovo contratto farà di Messi il calciatore più pagato al mondo. Più di Cristiano Ronaldo che si appresta a vincere un altro Pallone d’Oro. E tanto per chiudere il cerchio nell’accordo è stata inserita la clausola rescissoria di 300 milioni. Soldi come coriandoli, appunto.
@roccocoletti1. ©RIPRODUZIONE RISERVATA