dopo il no
Gasdotto in Abruzzo, deciderà il governo
Esautorati Regione e Comuni. La conferenza dei servizi non trova l’accordo, la palla passerà al Consiglio dei ministri. L'assessore Mazzocca: «Palazzo Chigi si allea con la Snam contro gli enti locali, noi resisteremo in tutte le sedi»
SULMONA. Neanche il no di quasi tutti gli enti locali coinvolti riesce a fermare la corsa di mezza estate ripresa dalla Snam. Dalla conferenza dei servizi di ieri a Roma, infatti, nonostante il rifiuto formale espresso anche dalla Regione Umbria, la palla passerà nelle mani della Presidenza del consiglio dei ministri.
In sostanza, sarà il governo a decidere il via libera al progetto di lungo corso della multinazionale del gas, che prevede la costruzione di un metanodotto e una centrale a Sulmona.
Se per quest’ultima la Regione è riuscita a strappare un rinvio a settembre dopo l’ultima riunione romana, per il metanodotto (che rientra nelle infrastrutture energetiche di interesse comunitario) la strada potrebbe spianarsi verso il via libera definitivo.
Per questo è piuttosto contrariato l’assessore regionale all’Ambiente Mario Mazzocca. «E’ stata anche questa una riunione interlocutoria» premette l’assessore all’uscita dalla riunione, «ma certo è che non sono mancati momenti di tensione, anche alta, visto che è ormai assodato che ci troviamo di fronte la parte pubblica, rappresentata dal ministero dello Sviluppo economico come controparte al fianco della Snam e non degli altri enti locali coinvolti. Ma proprio per questo», aggiunge Mazzocca, «siamo pronti a contestare in tutte le sedi questa posizione assunta con l’azienda e la nostra non è assolutamente una battaglia ideologica, ma di merito e di sostanza, visto che intendiamo far valere la volontà degli abruzzesi e ci opporremo fino alla morte contro un governo che vuole decidere del destino del territorio, senza ascoltare la volontà della popolazione e senza prendere in considerazione una controparte legata all’ambiente e ai rischi connessi ad opere del genere».
La conferenza dei servizi di ieri mattina arriva in seguito alla negazione dell'intesa Stato-Regione e al mancato accordo su un tracciato alternativo nell'ultimo incontro del marzo scorso.
Il sindaco di Sulmona, Peppino Ranalli, però, invoca maggiore partecipazione da parte degli altri enti locali coinvolti: «Eravamo in sei» riflette amareggiato «le Regioni Abruzzo e Umbria e i Comuni di Sulmona, Pratola, Popoli e la Provincia dell’Aquila. Se davvero si vuole bloccare il progetto bisogna essere tutti compatti nel far presente la propria contrarietà. Comunque ci attendiamo ora il prossimo passaggio alla Presidenza del consiglio dei ministri, anche se dalle premesse c’è poco da stare sereni».
Effettivamente il progetto della Snam risale al 2004. Dopo l'ottenimento di un primo requisito di pubblica utilità (poi decaduto per decorrenza dei termini), il procedimento è andato avanti a grandi passi. Fino all'avvio della fase istruttoria del 5 agosto del 2010, con relative modifiche al tracciato, e al via libera, seppur con alcune riserve, del 7 ottobre dello stesso anno della Commissione nazionale di valutazione di impatto ambientale.
A quell’atto ha fatto seguito il decreto ministeriale del 7 marzo 2011, con cui i ministeri dell’Ambiente dei Beni culturali hanno dato il via libera a centrale e metanodotto.
A giugno 2011, poi, il nuovo decreto di pubblica utilità del ministero dello Sviluppo economico. Il procedimento è andato avanti nonostante il sisma del 6 aprile del 2009 e l’opposizione dei vari comuni interessati, con Sulmona in testa.
A cui bisogna aggiungere l’operato dei Comitati cittadini per l’ambiente che hanno coinvolto nella loro battaglia molti movimenti aquilani e di fuori regione.
Sul metanodotto e la centrale, inoltre, pendono un ricorso alla Commissione europea ed un’interrogazione di un deputato spagnolo al parlamento europeo, oltre a una risoluzione contraria della commissione Ambiente della camera dei deputati del 2011.
Dei 687 chilometri del metanodotto che attraversa tre regioni (Umbria, Marche e Abruzzo) e corre da Massafra a Minerbio, diviso in 5 tronconi, solo il primo è stato realizzato. Da Biccari a Massafra il gas passa dentro le nuove tubature, mentre il secondo tratto Biccari-Campochiaro è stato autorizzato e sono in corso gli espropri dei terreni.
Il progetto della Snam prevede, inoltre, una centrale di compressione del gas da costruire nel territorio di Sulmona (nei pressi del cimitero) e gli ultimi tre tratti Sulmona-Foligno, Foligno-Sestino e Sestino-Minerbio da realizzare.
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