Hotel e palazzine sulla riviera sud via libera al cemento

Rilasciati i permessi per costruire a Milia e Mammarella stravolto il Piano particolareggiato per l’area portuale

PESCARA. Hotel, uffici, negozi, parcheggi e palazzine alte sette piani. La riviera di Porta Nuova sta per essere inondata da 20mila metri cubi di cemento. Ormai non c’è più scampo. Il progetto, presentato dai costruttori Mammarella e dalla famiglia del noto avvocato Milia, tramite la società Pescaraporto e contestato dall’opposizione, ha ricevuto il via libera. Gli uffici del Comune, nei giorni scorsi, hanno rilasciato i permessi per costruire alla società, che aveva già ricevuto parere positivo dalla commissione Edilizia . Ora non c’è più niente che possa fermare l’intervento, che stravolgerà completamente il Piano particolareggiato 2, da poco varato dalla giunta per riqualificare l’enorme area golenale e portuale di Porta Nuova. «Purtroppo non abbiamo potuto fare nulla per fermare quel progetto», dice amareggiato l’assessore all’urbanistica Marcello Antonelli, «ora saremo costretti a rivedere tutto il Piano».

Area interessata. L’ondata di cemento si abbatterà sull’area ex Edison, sul lungomare Papa Giovanni XXIII, tra il porto turistico, l’ex Cofa e il ponte del Mare. È una delle zone più ambite di Pescara. Il terreno, occupato attualmente da due vecchi capannoni, un piccolo fabbricato diroccato e una palazzina, si estende su una superficie complessiva di 9.800 metri quadrati, cioè quasi un ettaro.

Cosa nascerà. Immaginate i palazzoni costruiti sul mare di Montesilvano. Ecco, a Porta Nuova avverrà più o meno lo stesso. Il progetto di Pescaraporto, elaborato dall’architetto Rocco Antonucci, prevede infatti la costruzione di tre edifici con un’altezza massima di 21,50 metri, cioè sette piani, direttamente sul mare. Il primo, chiamato A, avrà una destinazione prettamente commerciale con 18 negozi. A ridosso di questo edificio, ne sono previsti altri due, chiamati B e C, di sette piani con pianta ad andamento curvilineo. In quello B troveranno posto degli uffici con parcheggi al piano terra. L’edificio C, invece, diventerà un grande albergo con la hall e servizi bar al piano terra e le stanze ai piani superiori.

Chi c’è dietro. Il progetto porta la firma della società Pescaraporto, con sede in viale Primo Vere e un capitale sociale di 10mila euro. Nella stessa strada si trovano anche i due azionisti: le società Viana, guidata dai costruttori Andrea e Luca Mammarella e Uropa, di cui risulta titolare la famiglia di Giuliano Milia, il noto avvocato difensore dell’ex sindaco Luciano D’Alfonso.

Salta il Piano del Comune. Il Piano particolareggiato del Comune viene scardinato da una norma nazionale. È la norma contenuta nel Decreto sviluppo del governo Monti che consente ai privati di bypassare i Piani particolareggiati dei Comuni. La Regione sarebbe potuta intervenire in tempo, varando un provvedimento ad hoc per bloccare gli interventi privati. Ma non lo ha fatto. Tra l’altro, l’allarme era già scattato nell’aprile scorso, quando la commissione tecnica Edilizia del Comune ha rilasciato un parere favorevole all’intervento. «Adesso, in assenza di una legge regionale vale quella nazionale, sicuramente più permissiva», spiega Antonelli, «ciò consente a Milia e Mammarella non solo di costruire, ma di evitare la cessione di aree, prevista invece nel Piano particolareggiato e la realizzazione delle opere di urbanizzazione. Il ritardo della Regione ha causato indubbiamente un danno pubblico». «Stiamo comunque valutando», conclude l’assessore, «se è ancora possibile fare qualcosa per bloccare quel progetto. Ma, purtroppo, non mi sembra che ci siano delle speranze».

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