Hotel Rigopiano, Salvini: "Dieci milioni ai familiari delle vittime"
Il ministro dell'Interno annuncia un intervento di legge dopo l'incontro di una settimana fa a Pescara. E anche M5s rivendica un emendamento. Intanto sono stati notificati i 7 avvisi di garanzia dell'inchiesta bis sul presunto depistaggio nelle indagini sulla tragedia
ROMA. "Dieci milioni per i familiari delle vittime dell'hotel Rigopiano". È quanto annuncia il ministro dell'Interno Matteo Salvini parlando di un intervento ad hoc messo a punto dal Viminale.
«Come promesso abbiamo fatto in una settimana quello che altri non hanno fatto in due anni - afferma il ministro - un intervento di legge a favore dei familiari delle 29 vittime della tragedia di Rigopiano e, soprattutto, 10 milioni stanziati dal ministero dell'Interno per aiutare chi ha perso tutto in quelle drammatiche ore». «Dalle parole ai fatti», conclude Salvini. Il ministro ha spiegato successivamente in una diretta Facebook che lo stanziamento di dieci milioni - che verranno dal bilancio del ministero dell'Interno - verrà inserito con un emendamento al decreto Milleproroghe che sarà presentato in Parlamento nei prossimi giorni.
Poco dopo l'annuncio fatto dal ministro, è stata la volta del M5s a rivendicare un altro intervento facendo in qualche modo sapere attraverso i suoi senatori abruzzesi di aver presentato un emendamento questa volta al Decreto Semplificazioni che stanzia risorse per i familiari delle vittime e i superstiti dell'hotel Rigopiano.
INCHIESTA BIS, NOTIFICATI GLI AVVISI. Intanto la Procura ha fatto notificare gli avvisi di garanzia nei confronti dei sette indagati nell'ambito dell'inchiesta bis, per depistaggio e frode processuale, in relazione alle indagini sul disastro dell'Hotel Rigopiano di Farindola. Nelle notifiche, effettuate dai carabinieri forestali diretti dal tenente colonnello Annamaria Angelozzi, è riportato anche l'invito a comparire per gli indagati, l'ex prefetto di Pescara Francesco Provolo, i due viceprefetti distaccati Salvatore Angieri e Sergio Mazzia, i dirigenti Ida De Cesaris, Giancarlo Verzella, Giulia Pontrandolfo e Daniela Acquaviva, che dunque saranno interrogati giovedì 17 gennaio. L'accusa è quella di avere occultato, nel corso delle indagini della squadra mobile di Pescara, il brogliaccio delle segnalazioni pervenute al Centro coordinamento soccorsi della Prefettura il 18 gennaio 2017, giorno della tragedia, per nascondere la telefonata effettuata alle 11,38 dal cameriere Gabriele D'Angelo, una delle 29 vittime, che dal resort chiese l'intervento dei soccorsi. Sulla base di quanto scrivono il procuratore capo Massimiliano Serpi e il sostituto Andrea Papalia, gli indagati, «al fine di impedire, ostacolare o, comunque, sviare - è scritto nell'avviso di garanzia - l'indagine avviata dalla Procura di Pescara per reati di disastro e omicidio plurimo colposo inerenti il crollo dell'Hotel Rigopiano», avrebbero omesso di riportare, nelle relazioni di servizio, «le segnalazioni di soccorso pervenute in quella giornata da persone presenti nell'Hotel Rigopiano e, segnatamente, la telefonata con richiesta di soccorso fatta alla Prefettura dal dipendente dell'hotel Gabriele D'Angelo».