LA POLEMICA

Il costo dei biglietti del bus aumenta del 20%, l'opposizione non ci sta

I consiglieri regionali D'Amico e Alessandrini attaccano la maggioranza dopo la decisione di incrementare di 20 centesimi il prezzo dei tagliandi per il trasporto pubblico

PESCARA. E' polemica dopo che la giunta regionale ha deciso di aumentare di 20 centesimi il costo dei biglietti dei bus. Una scelta che ha scatenato la rivolta dell'opposizione, mentre per la maggioranza di centrodestra tutto ciò sarebbe in linea con l'inflazione.

L'ex candidato governatore per il centrosinistra, Luciano D'Amico, attacca: "L'aumento dei costi del trasporto avrà un importo stimabile tra i 4 e i 5 milioni di euro annui e sarà a carico soprattutto di quei cittadini, studenti, anziani e pendolari, che più usufruiscono dei mezzi pubblici e sono stati colpiti dall'inflazione che già ha eroso significativamente il loro potere d'acquisto. La Regione Abruzzo, invece che fornire un sostegno alle fasce più deboli della popolazione regionale, limita il loro diritto di mobilità, comprime il loro diritto alla salute, richiedendo alle Asl tagli e piani di rientro, non fornisce alcun supporto alle categorie produttive fra cui, per esempio, i viticoltori colpiti dal dramma delle peronospora".

Per il leader del centrosinistra, "appare evidente che i fondi derivanti dall'aumento dei biglietti, che confluiranno nelle casse della Regione, non saranno certo utilizzati per potenziare i trasporti, che in Abruzzo presentano notevoli criticità, ma andranno a coprire, per esempio, l'aumento da 250 a 500mila euro per la Notte dei serpenti; l'acquisto di una non meglio precisata biblioteca dannunziana per il Comune di Pescara (della quale non esiste perizia e di cui non conosciamo il contenuto) o il trasferimento in quota di bivacchi alpini".

Critiche anche da Erika Alessandrini, neo consigliera del Movimento 5 Stelle, che afferma: “Purtroppo sembra di trovarsi di fronte a uno show americano dove si compra una valigia all’asta senza conoscerne il contenuto e solo dopo averla portata a casa si scoprirà se è stato un vero affare o un bidone. È un po' questo il dramma con cui si vede amministrare le risorse dei cittadini abruzzesi da parte del centrodestra regionale: senza oculatezza, senza chiarezza, senza ragionevolezza”.

La Regione, però, si difende per bocca dell'assessore ai trasporti, Umberto D'Annuntiis: "Il provvedimento approvato in relazione alle tariffe del trasporto pubblico Locale su gomma si limita all'adeguamento al tasso di inflazione delle tariffe stesse. L'ultimo aggiornamento, stabilito pure con delibera di giunta, risale al 25 agosto del 2016. Nessun aumento aggiuntivo, quindi, è stato previsto rispetto a quello del tasso di inflazione registratosi dal 2016 al 2024. Questo, a differenza di quanto deliberato, nell'agosto 2016, dalla giunta D'Alfonso che aveva disposto aumenti aggiuntivi, rispetto al tasso inflazione, dal 10 al 15%. Ne discende che, nei cinque anni che vanno dal 2011 al 2016, l'aumento complessivo è stato del 39%. L'adeguamento, inevitabile in quanto tutti abbiamo constatato come l'aumento dei costi dell'energia e del carburante sia stato impattante negli ultimi anni, è stato strutturato in maniera da incidere in misura minima sugli utenti, con particolare attenzione a quelli più deboli".

Si tratta di aumenti minimi che vanno da 0,05 € a 0,20 €, a seconda che si tratti di biglietti urbani, interurbani, ordinari e abbonamenti. "Nel confronto con le altre Regioni, che hanno già deliberato gli adeguamenti – sottolinea D'Annuntiis – le tariffe approvate da questa giunta sono tutte al di sotto della media nazionale che prevede 1,50 € per la corsa ordinaria a fronte di 1,30 € per l'Abruzzo; 4,80 € per il biglietto urbano giornaliero a fronte di 3,20 € per l'Abruzzo; 44,00 € per abbonamento mensile nominativo a fronte di 35,20 € per l'Abruzzo". 

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