MONTESILVANO
Il maiale Monaldo è come il cane, può restare anche in casa
Sentenza dei giudici del tribunale amministrativo, residente vince contro l'ordinanza di sgombero del Comune: «L'animale non rappresenta una concreta ed effettiva minaccia per l’incolumità dell’igiene pubblica»
MONTESILVANO. La residente di un palazzo di Montesilvano può tenere un maiale nel cortile di proprietà perché non rappresenta «una concreta ed effettiva minaccia per l’incolumità dell’igiene pubblica». A stabilirlo è una sentenza del Tar di Pescara che ha messo fine a una controversia tra la cittadina e il Comune per il possesso dell’animale in un’area privata di via Tommaseo.
È un po’ come un cane il maiale vietnamita, di nome Monaldo, e non può essere cacciato, come invece aveva imposto un’ordinanza del Comune. «In ragione della peculiarità della questione trattata», aggiunge la sentenza, «ricorrono giusti motivi per compensare tra le parti le spese di giudizio».
Era stato il sindaco Ottavio De Martinis a ordinare «lo sgombero del maiale vietnamita di circa 100 chili dal cortile sottostante il condominio con la sua delocalizzazione nel termine di 30 giorni, al fine di rimuovere lo stato di pericolo igienico sanitario e di una migliore tutela dell’igiene pubblica e privata». Ma, secondo il Tar, con la sentenza firmata dal presidente Paolo Passoni, il maiale – che in realtà può pesare «al massimo 43 chili», precisa il ricorso della proprietaria assistita dall’avvocato Patrizia Silvestri – può restare al suo posto perché «non è rinvenibile dagli atti di causa alcuna delle situazioni di eccezionalità ed imprevedibilità che porti a far temere emergenze igienico sanitarie o pericoli per la pubblica incolumità». Per il Tar, l’ordinanza del Comune è «illegittima» e, per questo, è stata annullata.
Monaldo è iscritto all’anagrafe canina e ha anche il microchip. La sentenza sottolinea un passaggio contenuto nel ricorso della proprietaria: «Monaldo, quale animale d’affezione addetto a pet-therapy, può sinanche vivere in una civile abitazione, dato che la sua gestione non si discosta molto da quella di un cane. Inoltre, ad evidenziare il deficit di istruttoria, v’è la circostanza del peso dell’animale stimato in 100 chili mentre il peso del maiale vietnamita maschio arriva al massimo a 43 chili».
Il Tar dice che, per il maiale sotto al palazzo, non si può applicare un’ordinanza sindacale «contingibile e urgente»: «Lo stato di pericolo igienico sanitario posto a base del provvedimento impugnato non risulta riscontrabile nella presupposta relazione del dipartimento di Prevenzione dell’Ausl di Pescara da cui risultava, piuttosto, che, all’esito dei sopralluoghi effettuati non erano stati avvertiti odori molesti e che le condizioni igieniche erano buone, né erano stati rilevati liquami sversati sul suolo che al contrario venivano regolarmente asportati con segatura».