INCHIESTA APPALTO ASL

Il presidente della Rondine va dal giudice: le attività non si fermano

Dopo gli arresti di Mattucci e Dolce la cooperativa di Lanciano preoccupata per i suoi 600 dipendenti. Depositata una memoria difensiva

PESCARA. Il neo presidente della cooperativa "La Rondine" di Lanciano, Alberto Giuliani, eletto dopo l'arresto di Domenico Mattucci nell'ambito dell'inchiesta sul maxi appalto della Asl di Pescara da 11 milioni di euro, è stato sentito oggi (venerdì 16 aprile) in Tribunale.

L'interrogatorio è stato condotto dal giudice per le indagini preliminari Nicola Colantonio. La cooperativa è finita nella bufera dopo la vicenda giudiziaria relativa all'affidamento della gestione di residenze psichiatriche extra ospedaliere, culminata con gli arresti di Mattucci, della coordinatrice Luigia Dolce (al momento ai domiciliari, dopo un'ampia confessione) e del direttore del dipartimento di Salute mentale della Asl Sabatino Trotta, che invece si è tolto la vita in carcere. Preoccupata per il futuro occupazionale dei suoi 600 dipendenti e per le commesse ancora attive, La Rondine, come rende noto l'avvocato della cooperativa Sergio della Rocca, ha depositato una memoria difensiva.

leggi anche: Marsilio sentito in Procura per due ore. E la cooperativa "La Rondine" rompe il silenzio Il presidente della Regione ascoltato dai pm come testimone. I 600 dipendenti di Lanciano, dopo gli arresti del loro presidente e della coordinatrice, adesso temono di perdere il lavoro

“Siamo soddisfatti - spiega il legale della cooperativa Sergio della Rocca del Foro di Pescara - non c'è stato nessun atteggiamento pregiudiziale nei confronti della cooperativa La Rondine. Il giudice ha mostrato attenzione nei confronti di quanto è stato rappresentato, abbiamo depositato una memoria spiegando tutte le misure che sono state adottate, dalla revoca del presidente e legale rappresentante Mattucci, alla nuova composizione del consiglio di amministrazione. L'attenzione adesso è spostata sulle cose da fare. Prima di tutto è fondamentale attuare il modello 231 (che stabilisce le regole che una società deve darsi per prevenire reati commessi dai propri dipendenti) così come richiesto dal giudice. E' stato deliberato l'adozione del modello, ma ora bisogna dare dimostrazione concreta”.
L'impegno del nuovo Cda della cooperativa “La Rondine” è quindi indirizzato a tradurre in concreto quanto richiesto dal giudice. “Al momento non c'è nessuna sospensione delle attività in corso – precisa il presidente Giuliani – e questo ci restituisce fiducia e l'energia e la determinazione necessarie a dare subito attuazione al modello 231, certo dobbiamo considerare i tempi tecnici, ma procederemo con tutta l'attenzione affinché si possa dare al più presto una risposta tangibile. Per domani abbiamo convocato un Cda urgente”.
Il prossimo interrogatorio è fissato al 30 aprile.