PESCARA
Il tassista: "Trecento chilometri con lui prima di farlo catturare" / VIDEO
Vincenzo Femminilli, ex finanziere di Vasto, racconta il viaggio con Pecorale: "La parte più difficile è stato tenerlo buono, non sono un eroe". Premiato dalla polizia
PESCARA. Ha percorso in macchina con lui circa 300 chilometri, prima da Pescara a Gissi e poi da Gissi fino all’area di servizio di Pesaro-Urbino, senza sapere che quel cliente così taciturno aveva appena scaricato 5 colpi di pistola contro un ragazzo di 23 anni colpevole di non averlo servito per tempo al ristorante. E soprattutto, senza sapere che Federico Pecorale, 29 anni, aveva ancora la pistola in tasca. "L’ho scoperto dopo, quando l’hanno arrestato, e non ci ho dormito". Vincenzo Femminilli, sposato, tre figli (di cui uno in Finanza) ex finanziere anche lui, che a Vasto fa il tassista con la sua Renault Kadjar bianca, ha ancora l’adrenalina mentre racconta del viaggio da incubo in cui si è ritrovato.
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"Ho capito che c’era qualcosa che non andava quando, mentre eravamo in macchina, ha iniziato a chiamarmi la polizia. In realtà, alla prima telefonata ho pensato quasi a uno scherzo, mi chiedevano dove mi trovavo, che strada stavo facendo. Ma più andavo avanti e più, dalle telefonate che ricevevo, ho iniziato a rendermi conto che c’era qualcosa di serio. Non sapevo altro".
"Il fatto è che lui sentiva che mi chiamavano, io ho tolto il vivavoce, ho messo l’auricolare per non farlo sentire, ma le mie risposte le sentiva. E più capiva e più si agitava". Ma Vincenzo non lascia trasparire alcuna tensione, anzi. "A un certo punto gliel’ho chiesto io, “ma che cavolo hai combinato?”, “non ho fatto niente” mi ha risposto. E mi ha detto di spegnere il telefonino. Gli ho risposto che non potevo".
Il tassista oggi è stato premiato all'Aurum in occasione della cerimonia per la ricorrenza del 170esimo dalla fondazione della polizia di Stato. Ha ricevuto un riconoscimento dal questore Luigi Liguori per la preziosa collaborazione prestata. «Non mi sento un eroe - dice - non sono un eroe. Sono una persona normale che ha fatto il suo dovere. Nonostante siano passati cinque anni da quando ho lasciato la Guardia di Finanza, la divisa me la porto sempre dentro. E quando c'è da dare una mano sono sempre pronto. Non mi aspettavo tanta notorietà sinceramente. Complimenti però alle forze dell'ordine per quello che è stato fatto».
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