PESCARA
In quasi 4mila a scuola o a lavoro in bici
In due ore verificati i passaggi in 15 zone: viale Pindaro e Tiburtina le più critiche. La richiesta: «Va ampliata la zona 30»
PESCARA. Sono state 3.857 le biciclette conteggiate ieri mattina dai volontari di Fiab Pescara, in occasione della giornata Bike to work. «È il miglior risultato di sempre», dice entusiasta il presidente Francesco Mancini, che insieme alla squadra di volontari nella prima mattinata di ieri ha controllato il traffico di bici (e anche di qualche monopattino) in quindici punti sul territorio cittadino, nella fascia oraria compresa tra le 7.30 e le 9.30, per avere un’idea di quante persone la utilizzino per andare al lavoro, a scuola o all’università.
Dalla Madonnina alla stazione, dall’imbocco della Tiburtina a viale Marconi, passando anche per la Strada Parco, via Nicola Fabrizi e piazza Italia, i volontari Fiab con la pettorina gialla hanno appuntato su un foglio le bici in transito durante le due ore di riferimento. L'iniziativa, organizzata in collaborazione con il Comune di Pescara e, per la prima volta con Legambiente all’interno della settimana europea della mobilità, ha fatto registrare il miglior risultato di sempre, con i 3.857 passaggi registrati. Meglio del 2015, quando il contatore si era fermato a 3.425, ma anche dello scorso anno, dove il maltempo aveva limitato gli spostamenti sulle due ruote, tanto da individuare 2.378 ciclisti.
«Pescara è una città piuttosto bici friendly, anche se di certo si può migliorare», spiega Mancini, mentre sul bordo della strada è attento a non perdere alcun passaggio. «Abbiamo diversi tracciati dedicati al passaggio delle bici, come le piste ciclabili lungo la riviera, via Regina Margherita, il lungofiume, anche se la bici deve poter percorrere la strada senza soccombere davanti alle automobili. In tal senso», prosegue il presidente Fiab, lo sviluppo delle zone 30 ci viene in soccorso. Abbiamo molto apprezzato il lavoro fatto dal Comune su corso Vittorio Emanuele, una strada che fino a pochi anni fa era impraticabile per le biciclette, mentre ora tra zona 30 e corsia dedicata accoglie centinaia di ciclisti ogni giorno. Ecco, lo sviluppo delle zone 30, almeno nel centro città, penso sia l’arma migliore per abbattere il traffico veicolare e favorire la sostenibilità».
E sullo stato delle strade dice: «Le buche ci sono, è evidente, ma nel centro città la situazione è migliore rispetto che fuori. Bisogna però capire che prendere una buca con la bici non è la stessa cosa che prenderla con la macchina: per questo servono asfalti migliori in grado di garantire comfort e sicurezza». A fine mattinata, Mancini ha chiamato a raccolta i volontari davanti alla ciclostazione di Porta Nuova gestita da Fiab Pescara. Tra questi, commenta Cristina Tarquini: «Vivo a Pescara dal 2015. Prima in famiglia avevamo 2 macchine e nessuna bici. Ora 3 bici e una sola macchina. Vengo da Avezzano, dove muoversi in bici è più difficile. Qui il clima e la pianura aiutano. Sarebbe utile connettere le varie piste ciclabili presenti sul territorio. Per esempio quella della stazione con via Aremogna, la Strada Parco con l’area di risulta, oppure la strada pendolo della Tiburtina nel tratto che va verso il fiume, che esiste ma non è mai stato completato». Accanto a lei c’è Ugo Diodoro, di Piacciano, che studia Architettura e lavora a Pescara: «Uso la bici per andare sia all’università sia al lavoro. Impiego un terzo del tempo e non ho il problema del parcheggio. Pescara è una città a misura di bicicletta, ma occorre migliorare la qualità delle strade. Viale Pindaro, per esempio, oltre a essere dissestata, non prevede un tratto ciclabile. Penso che con qualche intervento si possa migliorare la sicurezza di noi ciclisti».