ABRUZZO

In Regione la lite è sul nuovo gonfalone 

D’Alfonso attacca sullo stemma con il Guerriero di Capestrano: "Altri 70mila euro alla società di comunicazione che ha fatto alcune modifiche". E Sospiri ribatte

L’AQUILA. In Regione la lite si sposta sul gonfalone ed è un antipasto di campagna elettorale per la Nuova Pescara. Luciano D’Alfonso, deputato del Pd, entra a gamba tesa sul presidente del Consiglio regionale, Lorenzo Sospiri, e scrive una nota infiorettata con molta ironia, prendendo come spunto il nuovo stemma della Regione.

«A distanza di un anno e mezzo dall’approvazione in Consiglio regionale della fondamentale legge ricostituente che ridisegna lo stemma, la stessa norma torna in commissione per alcune modifiche improntate alla sobrietà: restano la figura stilizzata del Guerriero di Capestrano e una scritta in latino, spariscono la corona dorata e i drappeggi. Ma dalle casse dell’ente», sottolinea del deputato dem, «spariscono anche 70mila euro, utilizzati per pagare la società di comunicazione che ha elaborato il simbolo. Questa frenetica attività consiliare su una questione di araldica - che a quanto pare è stata fortemente voluta dal presidente dell’assise regionale - suscita alcune riflessioni», afferma D’Alfonso che alza il livello sfiorando il sarcasmo, «innanzitutto, avrebbero potuto finanziare la nuova grafica con i fondi del Pnrr al posto del raddoppio della linea ferroviaria Pescara-Roma: in fondo l’infrastruttura esiste già», dice, «così, nelle more della velocizzazione i passeggeri potranno ammirare il nuovo aspetto dell’effigie regionale». E provoca: «Si potrebbe anche aggiungere uno zero ai 70mila euro previsti dalla legge. E si può ipotizzare di coinvolgere la figura di D’Annunzio in un convegno intitolato “Il Vate e il nuovo gonfalone della Regione”: siamo sicuri che anche in questo caso si troverà qualche punto di contatto per animare il dibattito. Questione di priorità», conclude D’Alfonso, «c’è chi pensa ai temi della vita quotidiana, e chi gigioneggia con l’araldica».

Altrettanto ironica ma anche caustica, è la replica di Sospiri: «La noia prenatalizia deve aver preso il sopravvento sull’onorevole D’Alfonso se, anziché dedicare la propria passione governativa al dare il proprio contributo di sinistra alla risoluzione dei problemi del Paese, trova il tempo per sbirciare tra i punti all’ordine del giorno di Commissioni e consiglio regionale dandone, ovviamente, un racconto parziale. Ma vogliamo rassicurarlo», ribatte Sospiri, «perché il Consiglio sta lavorando e continuerà a farlo sino all’ultimo giorno di legislatura su provvedimenti di legge strategici, mai approvati durante il suo Governo regionale. Ovviamente», precisa, «la revisione dello stemma regionale non rappresenta la nostra priorità di governo, ma pure ha la sua dignità legislativa come simbolo della nostra terra».
Quindi elenca una serie di proposte al vaglio delle Commissioni e del prossimo Consiglio: dalla nuova rete ospedaliera, all’inclusione sociale delle persone sorde con il riconoscimento della lingua italiana dei segni e l’istituzione della Fondazione in memoria della tragedia di Marcinelle, tanto per fare alcuni dei dieci esempi riportati nella nota. E conclude definendo quella di D’Alfonso «una caduta di stile. (l.c.)