PESCARA
Inchiesta sulla sanità: indagati Marinelli, la figlia e 5 dipendenti
Blitz della squadra mobile e della finanza: perquisizioni e sequestri nelle sedi delle società. Nel mirino anche 5 bus elettrici per il Comune
PESCARA. Finiscono nel mirino della procura di Pescara le società dell’imprenditore della sanità e non solo, Vincenzo Marinelli, uno dei personaggi più noti in città anche per i suoi impegni dirigenziali quale accompagnatore della Nazionale di calcio.
Il sostituto procuratore Andrea Di Giovanni, martedì scorso, ha fatto scattare una imponente operazione finalizzata ad eseguire una lunga serie di perquisizioni e sequestri in tutte le sedi delle varie società di Marinelli, che risulta indagato insieme alla figlia Silvia (amministratrice di Marifarma) e ad altri cinque dipendenti che operano nella sede centrale di via Balilla, in pieno centro a Pescara, dove il blitz degli investigatori non è passato inosservato. Uomini della questura e della guardia di finanza per tutta la giornata di martedì hanno passato al setaccio uffici, abitazioni private di tutti e sette gli indagati, autovetture e ogni altro locale a loro disposizione per acquisire ogni documentazione utile in relazione alle attività svolte dalle società di Marinelli. Ma anche e soprattutto biglietti, appunti, mail, messaggi con esponenti politici regionali e comunali.
Le accuse contestate a vario titolo agli indagati sono molto pesanti, ma tutte ancora da verificare: si parla di associazione per delinquere, corruzione e turbativa d’asta. Insomma, un’attività d’indagine che diventa un passaggio fondamentale dell’inchiesta coordinata dal sostituto Di Giovanni, nella quale sarebbero peraltro presenti anche altri personaggi importanti del mondo politico e sanitario (che comunque non figurano in questa tranche dell’inchiesta), peraltro già oggetto di proroghe di indagini, e quindi venuti a conoscenza di queste indagini pescaresi.
L’accelerazione della Procura troverebbe motivazione in due informative (del 24 marzo e del 10 aprile scorsi) consegnate al magistrato dalla squadra mobile e dalla guardia di finanza che stanno indagando da tempo su queste vicende, dalle quali «si evince», scrive la Procura nel decreto di perquisizione, «che gli indagati (ciascuno secondo il proprio ruolo ed unitamente ad altri soggetti professionisti, politici e pubblici funzionari) si associavano tra loro attorno alla figura di Vincenzo Marinelli e del suo gruppo di società (quali Analysisi srl, Marifarma srl, Progema Hospital srl, Vincenzo Marinelli e figli sas, Wortech srl) per realizzare una sistematica attività di corruzione (attraverso regalie, incarichi, assunzioni, favori, dazioni di denaro) e di turbativa di procedimenti amministrativi e gare in corso soprattutto in ambito sanitario, oltreché influenzare l’esito di procedimenti tributari in corso presso l’agenzia delle entrate di Roma riguardanti società del gruppo Marinelli protagoniste in più occasioni di operazioni fraudolente anche infragruppo (nella specie emissioni di fatture per operazioni inesistenti ed utilizzazione delle stesse) per finalità di evasione fiscale».
A questo, secondo la procura, si aggiungerebbe anche una vicenda legata «all’aggiudicazione di una gara indetta dal Comune di Pescara con determina dirigenziale del 7 agosto 2020 avente ad oggetto la fornitura di 5 autobus elettrici». Qui, secondo l’accusa, Marinelli avrebbe fatto da mediatore per conto di un grosso imprenditore emiliano: anche questa una vicenda i cui contorni dovranno trovare altri riscontri. Insomma, una mole consistente di situazioni diverse, con argomenti che chiamano in causa anche la politica comunale e regionale dal 2019 in poi, come si evince dal periodo preso in esame per le contestazioni.
Tutte questioni che andranno naturalmente vagliate attentamente dal magistrato che aveva però necessità di andare alla ricerca di altri elementi utili alle indagini. L’inchiesta pescarese sarebbe stata stralciata da un'inchiesta che la procura di Roma stava conducendo sui vertici della Azienda sanitaria locale e le vicende relative a Marinelli, che figurava evidentemente in alcune intercettazioni telefoniche, spedite a Pescara per competenza territoriale.
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