Irruzione all’alba nel residence del sesso
Perquisiti gli appartamenti delle prostitute, i proprietari rischiano la denuncia
MONTESILVANO. C’erano anche tre bambini nei giacigli sporchi delle prostitute. Il blitz di carabinieri, polizia e vigili urbani, entrati coi cani antidroga nelle case del sesso, li ha spaventati. La madre, che era a Milano, è tornata a riprenderli ieri sera. Nuova offensiva contro l’amore a pagamento.
Sperimentata l’inefficacia delle «retate» sulle strade («pericolose anche per le ragazze, alcune delle quali si buttano in mare oppure sotto le macchine pur di scappare ai controlli», come riferiscono le forze dell’ordine), per combattere la prostituzione, un fenomeno che, attraverso la riviera, unisce Pescara e Montesilvano, adesso si cambia rotta. Come deciso in un vertice dal prefetto, in sede di comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, i controlli si sposteranno sugli appartamenti che ospitano le ragazze straniere. Si tratta di abitazioni dove, di solito, non si svolge l’attività vera e propria, che avviene prevalentemente in strada. Tuttavia, è noto che sono numerosissimi gli appartamenti che fanno da base operativa per le prostitute, in qualche caso con la compiacenza dei proprietari delle abitazioni. Quest’ultimi rischiano una denuncia per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e sfruttamento della prostituzione. Gli appartamenti usati per scopi illeciti rischiano di finire sotto sequestro preventivo.
Il primo blitz del nuovo corso è scattato ieri mattina alle 5 nel condominio Gemelli di via Lago di Bomba, dietro alla pineta di Montesilvano, epicentro del fenomeno della prostituzione delle donne nigeriane. Su mandato giudiziario sono stati setacciati otto appartamenti. Abitazioni spoglie, in condizioni igieniche molto precarie, dall’arredamento essenziale, con tanti letti-giacigli, frigoriferi pieni di viveri e grossi quantitativi di profilattici. Nelle case sono state identificate 13 persone di nazionalità nigeriana, tra cui anche un uomo. I clandestini trovati sono sei. Una persona è stata arrestata per inosservanza dell’ordine di espulsione.
La polizia, come affermato dal capo della squadra Mobile Nicola Zupo, monitorati i flussi che approdano a intervalli regolari in riva all’Adriatico, sospetta che dietro al proliferare del fenomeno vi sia una sorta di pianificazione e, dunque, un «cervello». Si tratterebbe di un’organizzazione, che annovera personaggi italiani e nigeriani, messa in piedi per reperire gli alloggi sul territorio tra Pescara e Montesilvano e «spedire» le ragazze curando con attenzione gli spostamenti a seconda della domanda. E mentre sono allo studio i provvedimenti per colpire i clienti, per tutta l’estate i controlli saranno estesi ai mezzi di trasporto, autobus e treni, allo scopo di intercettare le ragazze in arrivo sulla riviera pescarese. Infine, il neo-eletto sindaco di Montesilvano Pasquale Cordoma ringrazia il questore e le forze di polizia che hanno partecipato al blitz.
Sperimentata l’inefficacia delle «retate» sulle strade («pericolose anche per le ragazze, alcune delle quali si buttano in mare oppure sotto le macchine pur di scappare ai controlli», come riferiscono le forze dell’ordine), per combattere la prostituzione, un fenomeno che, attraverso la riviera, unisce Pescara e Montesilvano, adesso si cambia rotta. Come deciso in un vertice dal prefetto, in sede di comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, i controlli si sposteranno sugli appartamenti che ospitano le ragazze straniere. Si tratta di abitazioni dove, di solito, non si svolge l’attività vera e propria, che avviene prevalentemente in strada. Tuttavia, è noto che sono numerosissimi gli appartamenti che fanno da base operativa per le prostitute, in qualche caso con la compiacenza dei proprietari delle abitazioni. Quest’ultimi rischiano una denuncia per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e sfruttamento della prostituzione. Gli appartamenti usati per scopi illeciti rischiano di finire sotto sequestro preventivo.
Il primo blitz del nuovo corso è scattato ieri mattina alle 5 nel condominio Gemelli di via Lago di Bomba, dietro alla pineta di Montesilvano, epicentro del fenomeno della prostituzione delle donne nigeriane. Su mandato giudiziario sono stati setacciati otto appartamenti. Abitazioni spoglie, in condizioni igieniche molto precarie, dall’arredamento essenziale, con tanti letti-giacigli, frigoriferi pieni di viveri e grossi quantitativi di profilattici. Nelle case sono state identificate 13 persone di nazionalità nigeriana, tra cui anche un uomo. I clandestini trovati sono sei. Una persona è stata arrestata per inosservanza dell’ordine di espulsione.
La polizia, come affermato dal capo della squadra Mobile Nicola Zupo, monitorati i flussi che approdano a intervalli regolari in riva all’Adriatico, sospetta che dietro al proliferare del fenomeno vi sia una sorta di pianificazione e, dunque, un «cervello». Si tratterebbe di un’organizzazione, che annovera personaggi italiani e nigeriani, messa in piedi per reperire gli alloggi sul territorio tra Pescara e Montesilvano e «spedire» le ragazze curando con attenzione gli spostamenti a seconda della domanda. E mentre sono allo studio i provvedimenti per colpire i clienti, per tutta l’estate i controlli saranno estesi ai mezzi di trasporto, autobus e treni, allo scopo di intercettare le ragazze in arrivo sulla riviera pescarese. Infine, il neo-eletto sindaco di Montesilvano Pasquale Cordoma ringrazia il questore e le forze di polizia che hanno partecipato al blitz.