L’ex sindaco accusa: una scelta pasticciata

27 Giugno 2014

Mascia: hanno prevalso le esigenze della famiglia Teodoro, vittoria dei metodi della vecchia politica

PESCARA. «Se un sindaco vuole rinnovare sono d’accordo: ma o si sceglie un giovane attraverso un concorso o si sceglie un giovane consigliere. Un assessore non candidato che entra in giunta solo per la discendenza è incredibile ed è una soluzione pasticciata per soddisfare iniziative familiari. Non si salva la faccia scegliendo la figlia di Gianni Teodoro». A pensarla così è l’ex sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia che oggi siede ai banchi dell’opposizione. «Se io avessi fatto una cosa del genere sarebbe diventato un caso nazionale», dice ancora Mascia augurando al neosindaco Marco Alessandrini «di stabilire con la figlia di Teodoro un rapporto più fortunato di quello che ho avuto io con il padre». Non è la giovane età di Veronica Teodoro a infastidire l’ex sindaco ma è quella scelta «solo per soddisfare la famiglia Teodoro» mentre Mascia ricorda anche che, sotto la sua amministrazione, affidò le deleghe alle Politiche giovanili a quattro consiglieri oggi tra i più votati: Vincenzo D’Incecco, Massimo Pastore, Andrea Salvati e Giovanni Di Iacovo entrato ieri in giunta. A intervenire nella polemica sono anche gli altri consiglieri di opposizione di Forza Italia, Nuovo centrodestra e Pescara futura che bocciano le scelte del sindaco Alessandrini. «Dopo quasi 20 giorni di attesa e un lungo dibattito sulle quote rose e sulla nona figura da inserire nell'esecutivo, la montagna ha partorito il topolino», commentano i rappresentanti dei tre gruppi di opposizione. «E il topolino altri non è che la giovanissima componente della famiglia Teodoro, Veronica, figlia di Gianni, nipote di Piernicola e Maurizio. Dunque», proseguono, «i metodi della vecchia politica hanno avuto la meglio, proprio come accade nei paesi più arretrati, dove gli affari di famiglia si intrecciano alle vicende della cosa pubblica e purtroppo competenza, esperienza e professionalità passano in secondo piano».

«Il livello della giunta non appare poi così elevato e appare chiaro», proseguono, «che non sarà nelle stanze di piazza Italia che si deciderà come amministrare la città e le scelte saranno trasmesse da qualche altro palazzo della politica», concludono riferendosi al palazzo della Regione. (p. au.)

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