La mappa del sesso: da Montesilvano a Francavilla 150 case a luci rosse
Le ordinanze contro l'adescamento in strada hanno aumentato la presenza di squillo e transessuali negli appartamenti della costa pescarese. Un mercato che supera i 10 milioni di euro l'anno
PESCARA. Settanta a Montesilvano, altre 50 a Francavilla, una trentina a Pescara. Sono sempre di più di le case del sesso a pagamento. Appartamenti a luci rosse nei palazzi abitati dalle famiglie. È un affare che supera i 10 milioni di euro all’anno, forse anche 15: un’industria che non conosce crisi, che sfugge al fisco e che all’apparenza è anche legale perché la prostituzione non è un reato. Al massimo è contraria al regolamento condominiale ma solo se contiene una (inutile) clausola antiprostituzione e cioè un articolo, tra le regole sui panni stesi e il divieto di fumo nell’androne, in cui si vieta di trasformare l’appartamento in un negozio del sesso. Sicuramente, è un’industria che mette in imbarazzo i residenti che si ritrovano nei condomini un viavai di clienti, di giorno e di notte. Di solito silenziosi e con le facce basse, ma a volte anche fastidiosi. E partono proprio dalle segnalazioni degli abitanti e degli amministratori di condominio i controlli delle forze dell’ordine nei palazzi in cui lavorano donne, soprattutto ragazze dell’Est e sudamericane, e transessuali. Ma nella quasi totalità dei casi, i controlli delle forze dell’ordine finiscono in un vicolo cieco. Perché, spesso, le donne e i transessuali che si prostituiscono nelle case non hanno sfruttatori alle spalle: lo fanno per scelta e guadagnare. Storie di imprenditrici di se stesse. Un lavoro come un altro ma che consente di ottenere soldi a palate. Tanto che gli investigatori quando indagano sulla prostituzione nelle case parlano di «affare economico».
Perché tra i palazzi del sesso a pagamento scorre davvero un fiume di soldi: un mercato clandestino che alimenta un indotto, dall’affitto degli appartamenti – a basso costo a Montesilvano e Francavilla a causa di tante case sfitte – fino alle pubblicità sui siti Internet con recapiti, foto e addirittura recensioni in una specie di Tripadvisor del sesso.
Le tariffe per una prestazione sessuale partono da 50 euro ma si può salire fino a 100. Con una stima al ribasso e un giro di 5 clienti al giorno, il movimento sfiora già i 40 mila euro al giorno. Che moltiplicati per un anno diventano quasi 15 milioni. Una stima reale. E che non tiene conto della prostituzione stradale, diventata ormai solo la parte minore dell’affare e scoraggiata da multe fino a 500 euro per i clienti. Ma anche se in calo, la prostituzione lungo le strade assicura soldi freschi a gruppi criminali, soprattutto romeni che hanno monopolizzato la piazza di Pescara imponendo una tassa di occupazione alle ragazze come ha svelato, il 2 maggio scorso, l’ultima indagine della squadra mobile con 11 arresti.
E poi c’è anche un altro canale che ha affondato radici in città: la prostituzione nei centri massaggi cinesi, più volte finiti sotto sequestro sia a Pescara che a Montesilvano. Anche in questo caso, le indagini di polizia e carabinieri hanno scoperto che il continuo andirivieni di clienti non è legato alla pratica di massaggi orientali ma è dovuto ai massaggi sessuali con un prezzo medio di circa 50 euro. Un giro da 20 mila euro al mese secondo l’ultima inchiesta che, il 7 novembre 2016, ha portato all’arresto di due imprenditori cinesi. A confermare l’attività di prostituzione nei centri massaggi sono stati i clienti fermati all’uscita che, alle forze dell’ordine, hanno raccontato di aver visto i numeri di telefono sui siti Internet, di aver chiamato per prendere appuntamento e di essersi poi ritrovati negli stanzini in compagnia di ragazze cinesi. Questo il racconto di un cliente: «Mi sono spogliato, restando però in mutande, e la massaggiatrice, vestita, ha iniziato a farmi un massaggio che è durato circa 10/15 minuti e poi mi ha chiesto se volevo l’extra o “l’aggiunta”, non ricordo il termine esatto usato, aggiungendo credo una ventina di euro in più. Ho accettato e mi sono tolto gli slip. La massaggiatrice, che è rimasta vestita perché per spogliarsi prende – credo – circa 100 euro, mi ha masturbato».
Poi, sotto la lente delle forze dell’ordine, c’è anche un altro settore: i locali notturni in cui i clienti potrebbero trovare, insieme all’intrattenimento in sala, anche la prostituzione.
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