La Mobile: Castiglione sapeva dell'indagine
Nelle intercettazioni l'assessore Pdl si discolpa, la polizia non gli crede: si è tradito al telefono
PESCARA. Sapendo di essere indagato e intercettato, dopo una perquisizione nel suo ufficio all'Aquila, l'assessore regionale Pdl Alfredo Castiglione già si difende parlando al telefono: «Chissà che si crede il pm che ha trovato questa lettera... tra l'altro l'ho protocollata... è una lettera ufficiale... non l'ho nascosta», così dice di un documento spedito a un vice ministro albanese per presentare l'associazione Rassjanka dell'ex compagna.
Ma per la Mobile, quelle dichiarazioni al telefono, da indagato per corruzione nell'inchiesta Caligola su presunte tangenti e appalti europei legati alla società Ecosfera spa di Roma, sono «un'evidente anticipazione della linea difensiva di Castiglione. Linea che, tuttavia, fa acqua da tutte le parti», così c'è scritto su un rapporto riservato di 54 pagine. Un'informativa che sta alla base della richiesta del pm dell'Aquila Antonietta Picardi di interdizione dagli uffici pubblici per l'assessore allo Sviluppo economico. Dopo l'interrogatorio di lunedì scorso con il gip Marco Billi, Castiglione ha tempo fino a oggi per presentare una memoria. Poi, il gip deciderà.
Nell'inchiesta Caligola, sono indagati la dirigente regionale Vanna Andreola e altri 13 tra politici, imprenditori e funzionari pubblici.
Per la Mobile, un'intercettazione telefonica è quasi un'ammissione di responsabilità. Parlando con Castiglione, la madre dice: «Eh, tra me ho detto... si è fatto fregare quella lettera? Non la poteva togliere, Alfredo?». Una montatura politica, così risponde l'assessore. «Il fatto di aver utilizzato un protocollo e un logo ufficiali non può costituire una circostanza attenuante o addirittura esimente rispetto alle responsabilità del politico», accusa il rapporto della Mobile su Castiglione, «è stato accertato che, in merito alla missiva, non esistono documenti istruttori o preparatori che possano giustificare l'adozione dell'atto che, dunque, va considerato frutto di un arbitrio ispirato da interessi personalistici».
Secondo l'accusa, Castiglione ha perseguito «un interesse privato consistente nel conseguimento di vantaggi in favore dell'associazione» della ex convivente con un accordo tra l'Accademia di danza di Tirana e la Rassjanka. «È da considerare estremamente grave», dice la Mobile, «il fatto che un soggetto istituzionale di alto rilievo, nella persona del vice presidente della Regione, si sia arrogato la pretesa di agire e parlare in nome e per conto dell'intera popolazione abruzzese, utilizzando carta intestata ufficiale e arrivando a proporre a un'autorità estera un programma di cooperazione e di scambio culturale che però, guarda caso, si indirizza esclusivamente a favore dell'associazione della propria convivente, perseguendo così, in maniera evidente quanto spregiudicata, un interesse di natura meramente privatistica. Del resto, se si fosse trattato realmente di una questione legittima e trasparente, che bisogno ci sarebbe stato di agire con metodi così poco ortodossi, facendo consegnare una missiva "ufficiale" in occasione di un viaggio d'affari privato?».
Il rapporto parla dei sequestri di documenti che tirano in ballo la Rassjanka: «È stata rinvenuta una mail del 20 ottobre 2011, inviata da Andreola a Castiglione con allegati un protocollo d'intesa tra la Regione e il ministero albanese, nonché una lettera/richiesta al segretario generale del ministero dell'Educazione albanese». Nei documenti è citata proprio l'associazione dell'ex compagna di Castiglione. Secondo la Mobile, «è evidente che un partenariato con una prestigiosa Accademia nazionale di Danza, quale è quella albanese, che può vantare una lunga e gloriosa tradizione a livello internazionale, già di per sé può essere considerato come ottenimento di un'utilità di rilievo per una modesta e poco conosciuta associazione culturale pescarese. Vi è da sottolineare un altro aspetto: presentandosi in partenariato con una rinomata accademia di danza, l'associazione Rassjanka avrebbe acquisito senz'altro la possibilità di ottenere maggiori e più facili finanziamenti pubblici, e non solo da parte di enti pubblici territoriali».
Ma per la Mobile, quelle dichiarazioni al telefono, da indagato per corruzione nell'inchiesta Caligola su presunte tangenti e appalti europei legati alla società Ecosfera spa di Roma, sono «un'evidente anticipazione della linea difensiva di Castiglione. Linea che, tuttavia, fa acqua da tutte le parti», così c'è scritto su un rapporto riservato di 54 pagine. Un'informativa che sta alla base della richiesta del pm dell'Aquila Antonietta Picardi di interdizione dagli uffici pubblici per l'assessore allo Sviluppo economico. Dopo l'interrogatorio di lunedì scorso con il gip Marco Billi, Castiglione ha tempo fino a oggi per presentare una memoria. Poi, il gip deciderà.
Nell'inchiesta Caligola, sono indagati la dirigente regionale Vanna Andreola e altri 13 tra politici, imprenditori e funzionari pubblici.
Per la Mobile, un'intercettazione telefonica è quasi un'ammissione di responsabilità. Parlando con Castiglione, la madre dice: «Eh, tra me ho detto... si è fatto fregare quella lettera? Non la poteva togliere, Alfredo?». Una montatura politica, così risponde l'assessore. «Il fatto di aver utilizzato un protocollo e un logo ufficiali non può costituire una circostanza attenuante o addirittura esimente rispetto alle responsabilità del politico», accusa il rapporto della Mobile su Castiglione, «è stato accertato che, in merito alla missiva, non esistono documenti istruttori o preparatori che possano giustificare l'adozione dell'atto che, dunque, va considerato frutto di un arbitrio ispirato da interessi personalistici».
Secondo l'accusa, Castiglione ha perseguito «un interesse privato consistente nel conseguimento di vantaggi in favore dell'associazione» della ex convivente con un accordo tra l'Accademia di danza di Tirana e la Rassjanka. «È da considerare estremamente grave», dice la Mobile, «il fatto che un soggetto istituzionale di alto rilievo, nella persona del vice presidente della Regione, si sia arrogato la pretesa di agire e parlare in nome e per conto dell'intera popolazione abruzzese, utilizzando carta intestata ufficiale e arrivando a proporre a un'autorità estera un programma di cooperazione e di scambio culturale che però, guarda caso, si indirizza esclusivamente a favore dell'associazione della propria convivente, perseguendo così, in maniera evidente quanto spregiudicata, un interesse di natura meramente privatistica. Del resto, se si fosse trattato realmente di una questione legittima e trasparente, che bisogno ci sarebbe stato di agire con metodi così poco ortodossi, facendo consegnare una missiva "ufficiale" in occasione di un viaggio d'affari privato?».
Il rapporto parla dei sequestri di documenti che tirano in ballo la Rassjanka: «È stata rinvenuta una mail del 20 ottobre 2011, inviata da Andreola a Castiglione con allegati un protocollo d'intesa tra la Regione e il ministero albanese, nonché una lettera/richiesta al segretario generale del ministero dell'Educazione albanese». Nei documenti è citata proprio l'associazione dell'ex compagna di Castiglione. Secondo la Mobile, «è evidente che un partenariato con una prestigiosa Accademia nazionale di Danza, quale è quella albanese, che può vantare una lunga e gloriosa tradizione a livello internazionale, già di per sé può essere considerato come ottenimento di un'utilità di rilievo per una modesta e poco conosciuta associazione culturale pescarese. Vi è da sottolineare un altro aspetto: presentandosi in partenariato con una rinomata accademia di danza, l'associazione Rassjanka avrebbe acquisito senz'altro la possibilità di ottenere maggiori e più facili finanziamenti pubblici, e non solo da parte di enti pubblici territoriali».
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