La protesta delle pentole vuote «Famiglie travolte dai rincari»
I consumatori alzano la voce e mostrano gli scontrini-stangata: adesso siamo davvero in difficoltà Rialzi per alimentari, bollette, ristoranti e viaggi in aereo. Appello ai politici: bisogna intervenire
PESCARA. Nelle pentole non ci sono né pasta né carne e neppure verdura o pesce. Sono vuote o contengono scontrini. E sono tutti salatissimi, talmente alti per le famiglie che le associazioni dei consumatori hanno deciso di scendere in piazza per «sensibilizzare la politica» e chiedere «l’intervento delle prefetture», a livello nazionale. Adiconsum, Adoc e Federconsumatori sono tre delle sigle che ieri hanno voluto puntare l’attenzione sull’aumento dei prezzi. E i rappresentanti si sono dati appuntamento in piazza Italia, con bandiere e pentole vuote al seguito, per un sit in. E poi hanno incontrato il prefetto Giancarlo Di Vincenzo per affrontare la questione.
I dati Istat fotografano una situazione che è simile ad «una valanga, per le famiglie, perché sono state travolte dai rincari su tutti i fronti, dagli alimentari alle bollette per finire con i trasporti», ha detto Alberto Corraro dell’Adiconsum citando i dati Istat che indicano gli aumenti subiti dai consumatori non solo sugli alimenti (che raggiungono il 70% per l’olio di semi, ad esempio) ma anche su bollette (l’energia elettrica è arrivata a + 73%) e trasporti (a livello internazionale, per i voli, c’è stato un + 103%), senza considerare il carburante e l’introduzione di nuovi parcheggi a pagamento, a Pescara. «Le famiglie ci segnalano di essere in difficoltà», ha proseguito Corraro pensando alla bolletta del gas di 935,70 euro ricevuta da una donna con due figli, a Penne. «La politica deve prendere atto della gravità della situazione, che non andrà a migliorare. E ci auguriamo che si faccia qualcosa perché temiamo il peggio ed è per questo che oggi le nostre pentole sono vuote di cibarie ma piene di preoccupazione», per gli aumenti.
Monica Di Cola, dell’Adoc Abruzzo, ha fatto notare che il problema magari si avverte di meno sulla costa, «dove c’è una economia più fiorente». E «la struttura sociale della nostra regione, tipica del sud, consente di tenere testa al fenomeno perché un sostegno arriva dalla famiglia, anche grazie alla presenza dei nonni. Ma potrebbe crollare tutto. Per questo chiediamo di essere più attenti agli anziani e facciamo presente che se si comincia a rinunciare all’alimentazione e alle cure, si rischia di ammalarsi».
La proposta formulata dalle associazioni al prefetto, spiega Antonio Delle Monache di Federconsumatori, è di «attivare e sostenere i comitati territoriali per il controllo dei prezzi, per monitorarne l’andamento ed evitare che ci siano fenomeni speculativi», nell’ambito di un pacchetto più ampio di proposte che le associazioni aderenti all’iniziativa di ieri hanno lanciato a livello nazionale.
Nello stesso tempo, sempre a proposito di speculazione, la Consulta regionale utenti e consumatori della regione Abruzzo, coordinata da Luigi Di Corcia, sta lavorando su un «dossier da consegnare al Mise, all’Antitrust e all’Arera sulle scorrettezze che stiamo riscontrando a seguito delle segnalazioni sul caro bollette e del rincaro del carburante. Cercheremo, poi, di essere ascoltati dalla commissione a tutela dei consumatori, per far sentire la nostra voce in Parlamento. La materia è complessa e difficile», conclude. «Dire che i prezzi sono aumentati e scendere in piazza a battere le pentole è facile, fare qualcosa di concreto è complicato».