Pescara
Ladri tecnologici a casa del professionista: spariti 90mila euro
La banda piazza un dispositivo in ascensore che registra il codice di accesso. Nell’attico di via Isonzo rubati Rolex e gioielli custoditi in cassaforte
PESCARA. Ladri scatenati e sempre più tecnologici. A fronte dei raid che quotidianamente si moltiplicano su tutto il territorio, sabato sera in via Isonzo, traversa di via Regina Margherita, i banditi sono riusciti a entrare in un appartamento di un noto professionista grazie a una micro telecamera piazzata all’interno dell’ascensore: grazie a quell’occhio nascosto infilato in uno dei faretti e puntato sulla tastiera dei codici, i ladri sono riusciti a rubare la sequenza numerica che nei giorni precedenti i proprietari di casa, ignari di essere spiati, hanno digitato più volte per salire con l’ascensore fin dentro casa.
Un trucco che ai banditi ha fruttato un bottino da novantamila euro e alle vittime un senso di paura e impotenza difficile da cancellare. A parte, naturalmente, il danno economico visto che la banda, perché di una banda si tratterebbe, ha portato via almeno due Rolex e tutti i gioielli di famiglia per un valore che da una prima stima supera i novantamila euro.
L’episodio, secondo quanto ricostruito dai proprietari di casa, è avvenuto sabato sera, tra le 21,10 e l’una e trenta di notte, quando moglie e marito sono rientrati a casa e hanno scoperto lo sfacelo. «Abbiamo trovato tutte le finestre aperte», racconta la padrona di casa, «tutti i quadri a terra e gli armadi completamente svuotati. Cassetti rivoltati, biancheria e vestiti sottosopra, un macello. E poi un borsone, hanno lasciato un borsone pieno di argenteria che però, alla fine, hanno deciso di lasciare». Evidentemente o perché sono stati disturbati e sono dovuti andare via in tutta fretta, oppure, ed è l’ipotesi più verosimile, hanno abbandonato l’argenteria quando, dopo aver messo a terra tutti i quadri della casa, hanno finalmente trovato quello che cercavano: la cassaforte.
L’abitazione, all’interno di una piccola palazzina, si sviluppa infatti su due piani: attico e superattico al quarto e quinto piano. Una volta entrati nell’attico, grazie al codice dell’ascensore che ben conoscevano, i ladri si sono divisi. Oltre al “palo” rimasto sulla strada a controllare che i proprietari non rientrassero, un altro faceva la vedetta da finestre e balconi, poi lasciate aperte mentre gli altri, sicuramente più di uno, hanno iniziato la caccia alla cassaforte tra l’attico e il superattico. Ma evidentemente la cassaforte non è stata trovata subito, e questo spiegherebbe perché, per non andare via a mani vuote, i banditi hanno comunque riempito il borsone di argenteria che è diventata di scarso interesse quando, al quinto piano, dietro a uno dei tanti quadri tolti dalle pareti, è sbucata finalmente la cassaforte che i banditi hanno portato via con tutti i gioielli al suo interno, non mancando di raccattare per casa anche l’oro e i due Rolex e tutta la bigiotteria comunque di valore che i proprietari avevano lasciato incustoditi.Un furto evidentemente ben studiato e organizzato, che lascia presumere che la banda aveva individuato da tempo la famiglia da derubare, studiandone le abitudini e l’abitazione stessa, al punto da arrivare a manomettere il faretto dell’ascensore interno dove, non visti, sono riusciti a inserire la microtelecamera che gli ha permesso di entrare direttamente in casa.Ma un errore forse i ladri l’hanno fatto: nell’uscire, hanno lasciato un paio di guanti usati per frugare dappertutto, come raccontano le tracce raccolte dalla Scientifica.
©RIPRODUZIONE RISERVATA