Lettera con minacce e proiettile a due amiche: arrestato 59enne
A casa dell’uomo, allevatore residente in città, gli investigatori hanno trovato tutto il materiale Riconosciuto anche dalle vittime: in passato le aveva importunate con chiamate, regali e biglietti
PENNE. Minacce di morte anonime scritte con un normografo, per non rendere riconoscibile la grafia e, nella busta della lettera, anche un proiettile da guerra. È quanto ricevuto da due amiche che a distanza di tempo, la prima a gennaio e la seconda a ottobre, si sono rivolte ai carabinieri della compagnia di Penne. E alla fine, dopo mesi di indagini (coordinate dal pm Gennaro Varone) avviate subito dopo la prima denuncia, è scattato l’arresto in flagranza. Si tratta di un allevatore 59enne di Penne. A casa sua, i militari dell’Arma hanno trovato tutto il materiale utilizzato per perseguitare le due donne lasciate per mesi in uno stato di ansia e paura. In casa, infatti, il presunto stalker aveva i proiettili da guerra uguali a quelli inviati alle due amiche, altre munizioni illegalmente detenute e, soprattutto, il normografo usato per scrivere quelle lettere minatorie. Quanto basta per indurre il gip a emettere la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti dell’uomo al quale, alla luce della pericolosità accertata è stato applicato anche il braccialetto elettronico. I reati: atti persecutori, minaccia aggravata e detenzione illegale di munizionamento di armi da guerra.
È questo l’epilogo della vicenda iniziata lo scorso gennaio quando, negli uffici del comando Stazione di Penne si presentò la donna presa di mira denunciando quanto le era capitato. E cioè la lettera anonima ricevuta a casa, redatta con un normografo, con gravi minacce di morte a lei e ai suoi familiari. Dentro la busta, come aveva mostrato, anche un proiettile. Da subito, le indagini avviate dai carabinieri della compagnia di Penne diretti dal capitano Alfio Rapisarda hanno permesso di raccogliere già i primi elementi per individuare il presunto autore del gesto. E quando il tutto si è ripetuto a ottobre, nei confronti di un’amica della prima donna presa di mira, con la stessa lettera, gli stessi caratteri stilizzati, le stesse minacce e lo stesso proiettile, gli investigatori hanno capito subito che poteva trattarsi della stessa persona. E a quel punto, grazie all’analisi dei tabulati, alla visione dei sistemi di videosorveglianza e ai servizi di osservazione e pedinamento, hanno dato un volto al presunto responsabile. Un volto che le vittime hanno riconosciuto nella foto mostrata loro dai carabinieri, raccontando che era lo stesso uomo già dal 2021 aveva inviato loro numerosissimi mazzi di fiori sul posto di lavoro e bigliettini amorosi indesiderati, con appostamenti al lavoro e vicino casa, chiamate e messaggi molesti. Una ossessione culminata con le minacce di morte anonime e i proiettili inviati a casa. È stato a quel punto, dopo il riconoscimento fotografico da parte delle vittime di quella persecuzione, che è scattata la perquisizione a casa del 59enne che di fatto aveva tutto il materiale utilizzato per quelle lettere minatorie. E l’uomo, dunque è stato arrestato in flagrante. Ora, come disposto dal giudice, resterà ai domiciliari con il braccialetto elettronico. Le accuse: atti persecutori, minaccia aggravata e detenzione illegale di munizionamento di armi da guerra. (s.d.l.)
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