PESCARA
Lite in un negozio del centro: cliente rifiuta di indossare la mascherina e spintona il commesso
L'episodio a corso Umberto. E tra piazza Muzii, via Battisti, piazza Salotto e dintorni le multe arrivano a 16
PESCARA. Prima gli urli e poi la baruffa, con una persona finita in ospedale. Tutto per una mascherina calata sotto il naso. La lite tra un commesso e un cliente si è scatenata ieri pomeriggio (domenica 23 maggio), intorno alle 17, in un
negozio di scarpe di corso Umberto.
Sul posto per gli accertamenti sono intervenuti gli agenti della Digos, coordinati dal dirigente Irene Vizioli. Secondo una prima ricostruzione, il dipendente del negozio, 39 anni, pescarese, è stato spintonato dal cliente, 43 anni, originario di Terlizzi, che era appena entrato con altre tre persone per fare acquisti, a cui era stato chiesto di coprirsi bene il volto con la mascherina, che invece indossava sotto il mento. Il cliente ha mal sopportato l’imposizione e ha così giustificato il rifiuto: fa caldo, non la tiro su. Ma il commesso è tornato alla carica e ha rinnovato la richiesta. A quel punto sono partiti gli spintoni. Il dipendente è stato strattonato ed è finito a terra, battendo i gomiti. L’aggressore rischia una denuncia per lesioni.
Sempre ieri pomeriggio, i poliziotti della Digos sono intervenuti in piazza Salotto, per tentare di placare un cittadino del Gambia che vagava in strada ubriaco. L’uomo, in preda ai fumi dell’alcool, ha seminato panico tra i passanti dopo
aver scagliato un paio di sedie in aria, trovate davanti a qualche locale della zona. Il gambiano ha smaltito la sbornia in
questura dove è stato condotto per accertamenti. E anche ieri sera, nel primo week end di coprifuoco spostato dalle 22
alle 23 e in vista della zona bianca, sono proseguiti i controlli interforze (polizia, carabinieri, Guardia di finanza, polizia municipale) lungo le strade della movida in centro, tra piazza Muzii, via Battisti, piazza Salotto e dintorni. Sabato
sera il personale in servizio ha elevato 16 multe nei confronti di cittadini che non indossavano le mascherine. (c.co.)