ABRUZZO
Mare, la giunta ha deciso: ecco dove sarà vietato fare il bagno
Restano solo sei (su 113) le zone interdette, ma per quattro di queste lo stop dura tutta l’estate
PESCARA. Una delibera di 17 pagine con ben otto allegati: così la giunta regionale ha definito ufficialmente la qualità del mare abruzzese. La prossima stagione balneare comincerà con sei tratti non balneabili in cui i sindaci del Comuni interessati dovranno firmare le ordinanze che vietano di fare il bagno. Sei punti della costa bocciati su un totale di 113, dove l’Arta ha eseguito i prelievi, sono però davvero pochi. Per di più, per due di questi c’è una prova d’appello imminente che può riabilitarli da subito alla balneazione.
LA DELIBERA.
Porta la firma di Emanuele Imprudente, vicepresidente della giunta con delega anche all’Ambiente, la delibera che rende operativo il lavoro dei tecnici sia dell’Arta sia del Dipartimento regionale Infrastrutture e Ambiente e del Servizio Opere marittime.
Annualmente la Regione individua le acque idonee e balneabili, le acque non adibite a balneazione e permanentemente vietate, e le acque temporaneamente non balneabili per motivi igienico-sanitari e soggette a misure di gestione, indicando nel contempo le nuove acque di balneazione o le variazioni sia dei punti di controllo che della estensione territoriale delle acque di balneazione.
LE ZONE ROSSE.
Quest’anno la stagione balneare parte con le seguenti zone temporaneamente vietate: Pescara, zona antistante via Leopardi e Rocca San Giovanni, zona antistante il km 484,625 della Strada statale 16. Sono invece vietati in modo permanente per il 2023 questi altri punti della costa: Ortona 350 metri a Sud della foce del fiume Foro; Ortona 200 metri a Sud della foce del fiume Arielli; Ortona 50 metri a Nord di fosso Cintioni e San Vito Chietino 100 metri a Nord della foce del fiume Feltrino. Per i primi, cioè i tratti di mare temporaneamente interdetti, ci sarà molto presto un esame di riparazione. È infatti una questione di giorni.
Il programma di monitoraggio, per rilevare la quantità nelle acque marine di Escherichia coli ed Enterococchi intestinali, i due parametri “sentinelle”, dev’essere svolto secondo un calendario dei prelievi a livello regionale, d’intesa tra la Regione Abruzzo e l’Arta. E consta di un campionamento, da svolgersi mensilmente, di norma per il periodo aprile-settembre di ogni anno. Il periodo che intercorre tra un campionamento e il successivo peraltro non può superare i trenta giorni. I prossimi prelievi sono in calendario per questa settimana.
LA PROVA D’APPELLO.
La delibera della giunta regionale inoltre stabilisce che, per le acque di balneazione temporaneamente vietate, siano adottate le seguenti misure di gestione: un monitoraggio maggiormente intensivo, con frequenza quindicinale; l’individuazione delle cause di inquinamento, a cura delle amministrazioni comunali competenti per territorio, con adeguate misure per impedire, ridurre o eliminare tali cause, anche ai fini della riapertura delle stesse acque di balneazione.
E ancora: l’indicazione dei provvedimenti adottati, a cura sempre dei Comuni interessati, da riportare nel profilo delle acque di balneazione, per ridurre o eliminare le eventuali cause di inquinamento; l’adozione da parte dei Comuni di un’apposita cartellonistica, con l'avviso di divieto di balneazione, per impedire l'esposizione dei bagnanti all'inquinamento.
Successivamente all’attivazione di queste misure, le acque di balneazione classificate di qualità “scarsa” potranno essere riaperte alla balneazione, dopo la richiesta del Comune territorialmente competente al Servizio Opere marittime e acque marine della Regione, con la comunicazione delle misure di risanamento messe in atto e dell’esito favorevole di due campionamenti routinari consecutivi per i parametri batterici.
Invece, per le acque di balneazione classificate di qualità “scarsa” per cinque anni, è disposto un divieto permanente alla balneazione per l’intera stagione 2023. In questo caso non ci sono prove d’appello: se ne riparlerà l’estate prossima.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
LA DELIBERA.
Porta la firma di Emanuele Imprudente, vicepresidente della giunta con delega anche all’Ambiente, la delibera che rende operativo il lavoro dei tecnici sia dell’Arta sia del Dipartimento regionale Infrastrutture e Ambiente e del Servizio Opere marittime.
Annualmente la Regione individua le acque idonee e balneabili, le acque non adibite a balneazione e permanentemente vietate, e le acque temporaneamente non balneabili per motivi igienico-sanitari e soggette a misure di gestione, indicando nel contempo le nuove acque di balneazione o le variazioni sia dei punti di controllo che della estensione territoriale delle acque di balneazione.
LE ZONE ROSSE.
Quest’anno la stagione balneare parte con le seguenti zone temporaneamente vietate: Pescara, zona antistante via Leopardi e Rocca San Giovanni, zona antistante il km 484,625 della Strada statale 16. Sono invece vietati in modo permanente per il 2023 questi altri punti della costa: Ortona 350 metri a Sud della foce del fiume Foro; Ortona 200 metri a Sud della foce del fiume Arielli; Ortona 50 metri a Nord di fosso Cintioni e San Vito Chietino 100 metri a Nord della foce del fiume Feltrino. Per i primi, cioè i tratti di mare temporaneamente interdetti, ci sarà molto presto un esame di riparazione. È infatti una questione di giorni.
Il programma di monitoraggio, per rilevare la quantità nelle acque marine di Escherichia coli ed Enterococchi intestinali, i due parametri “sentinelle”, dev’essere svolto secondo un calendario dei prelievi a livello regionale, d’intesa tra la Regione Abruzzo e l’Arta. E consta di un campionamento, da svolgersi mensilmente, di norma per il periodo aprile-settembre di ogni anno. Il periodo che intercorre tra un campionamento e il successivo peraltro non può superare i trenta giorni. I prossimi prelievi sono in calendario per questa settimana.
LA PROVA D’APPELLO.
La delibera della giunta regionale inoltre stabilisce che, per le acque di balneazione temporaneamente vietate, siano adottate le seguenti misure di gestione: un monitoraggio maggiormente intensivo, con frequenza quindicinale; l’individuazione delle cause di inquinamento, a cura delle amministrazioni comunali competenti per territorio, con adeguate misure per impedire, ridurre o eliminare tali cause, anche ai fini della riapertura delle stesse acque di balneazione.
E ancora: l’indicazione dei provvedimenti adottati, a cura sempre dei Comuni interessati, da riportare nel profilo delle acque di balneazione, per ridurre o eliminare le eventuali cause di inquinamento; l’adozione da parte dei Comuni di un’apposita cartellonistica, con l'avviso di divieto di balneazione, per impedire l'esposizione dei bagnanti all'inquinamento.
Successivamente all’attivazione di queste misure, le acque di balneazione classificate di qualità “scarsa” potranno essere riaperte alla balneazione, dopo la richiesta del Comune territorialmente competente al Servizio Opere marittime e acque marine della Regione, con la comunicazione delle misure di risanamento messe in atto e dell’esito favorevole di due campionamenti routinari consecutivi per i parametri batterici.
Invece, per le acque di balneazione classificate di qualità “scarsa” per cinque anni, è disposto un divieto permanente alla balneazione per l’intera stagione 2023. In questo caso non ci sono prove d’appello: se ne riparlerà l’estate prossima.
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